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Una moglie giovane e bella – Tommy Wieringa

3 min read
traduzione di Claudia Cozzi e Claudia Di Palermo
Iperborea (Milano, 2016)
pag. 115, euro 14.00
 
Ci fosse meno meno dolore, avremmo passi di “Un giorno questo dolore ti sarà utile”. Con tutta la freddezza da spartire fra spazi e personaggi. Ché qualcosa al Cameron porta. Il senso d’impotenza che a molti, troppe volte, ci capita di sopportare, lo troviamo spiegato nel romanzo breve di Tommy Wieringa, “Una moglie giovane e bella”. Gemmato da feroci accuse, tutte tenute dal filo dell’agile narrazione, alle cattive abitudini della società contemporanea e alle imposizioni normali dei dominanti. Una storia d’amore fra due persone divise sia dall’età anagrafica che da una visione complessiva della vita, piano piano diventa deriva assoluta. Specie per l’uomo, in questo caso. Ma negli spazi vuoti non osiamo immaginare quel che la moglie in qualche misura tiene celato. Il virologo di fama mondiale Edward Landauer, vedi racconti della ricerca su Aids ecc., quarantenne che al cospetto della più giovane moglie si sentirà praticamente un vecchio, incontra una Ruth ventottenne come se fosse il Destino; s’aggiunga, poi, che Landauer fa esperimenti con cavie animali mentre la sua signora per esempio si fa vegetariana… Eppure almeno per l’inizio sarà un idillio. E pensare che l’inciampo sarà addirittura un pargolo. Superata la barriera difficilmente valicabile ma comunque ovviamente oltrepassata della scarsa fertilità del maschio della coppia, la femmina della coppia diviene anche Madre, e basta. Messo quindi in un angolo, molto stretto diremo, Edward trova prima qualche via di fuga. Che però finirà? Allora, se le nozze dei piccioncini avevano fatto raggiungere il cielo, la nascita del desiderato figlioletto (solo per lei?) trascinerà da un’altra parte. Wieringa ha mano leggera. E tanti momenti del romanzo sono glaciali. I dialoghi serrati fortificano le emozioni, più che le azioni. Torneremo a leggere i precdenti iperboreani del Weiringa.

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