KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista con Maurizio Pustianaz e Fabrizio Della Porta

12 min read
 
Voyage through the deep 80s underground in Italy
 
391 | VOL. 2 PIEMONTE
SPITTLE1001
Research + Selection: Fabrizio Della Porta, Maurizio Pustianaz
Memory: Aldo Chimenti
Liner notes: Fabrizio Della Porta
Audio restoration: Maurizio Pustianaz
Cover art: Francesco Pirro
Special thanx: Gianlorenzo Giovannozzi and all the bands
 
Concept: Pierpaolo De Iulis, Gianlorenzo Giovannozzi
Production: Simone Fringuelli
 
CD1
A1 CARMODY: Noise reduction (Torino, 1982)
A2 MONUMENTS: Instant funk (Torino, 1981)
A3 CASINO DES IMAGES: Ride (Torino, 1985)
A4 MIXO:  Lust still burning (Torino, 1984)
A5 SYNTHETIC SUN: Tell me what is for (Torino, 1985)
A6 QUIET: Viceversa (Torino, 1987)
A7 NOVOSTJ: Nel vuoto (Torino, 1983)
A8 SUICIDE DADA: Not Satisfied (Pinerolo-TO, 1985)
A9 TEKNOSPRAY: Suburban Death (Torino, 1980)
A10 THE ALCOVE: Sweet Lament (Torino, 1983)
A11 CHROMAGAIN: Season of steel (live) (Torino, 1985)
A12 BUSY & GIGI: The future (Torino, 1984)
A13 PROSTITUTES: Modern dance (Torino, 1986)
A14 NIJINSKY FOLIE: Nuova coscienza (Meina-NO, 1984)
A15 SPA: No Torino (Torino, 1980)
A16 THUGS: Frantic blast (Torino, 1986)
A17 POLITBURO: The secret life (Torino, 1984)
A18 VIRIDANSE: Ixaxar (Alessandria, 1985)
A19 TOMMY DE CHIRICO: Everybody will be what it is (Torino, 1982)
 
CD 2
B1 MITRASCURI: Luce di scarico (Torino, 1986)
B2 LUNA INCOSTANTE: Wars (Cavagnolo-TO, 1982)
B3 BEDLAM: Enshrine the athanor (Torino, 1985)
B4 AQUA: Necronomicon (Torino, 1985)
B5 INTOLERANCE: 24 (Cuneo, 1985)
B6 DEAFEAR: Grey world (Torino, 1984)
B7 DEMOSKOPEA: This time (Torino, 1988)
B8 DESTIJIL: Melting girl (Torino, 1984)
B9 HIROSHIMA: Genocide (Torino, 1982)
B10 MEURSAULT: Still my time (Torino, 1983)
B11 DISPLAY: Midnight (Cuneo, 1985)
B12 LAVORARE STANCA: Tempo perso (Torino, 1982)
B13 MAGRITTE: Fading away (Torino, 1985)
B14 CROMOLUX: Lady of the silence (Alba-CN, 1985)
B15 EAZYCON: Ghost effect (easy connection) (Torino, 1980)
B16 HARR HARR SKEBATH!: Effetto Chernobyl (Torino, 1986)
B17 AFTER MOON GENERATION: Small icy brain (Torino, 1982)
B18 NO STRANI: Copula Bolkan (Torino, 1981)
 
Il progetto 391 nacque nel 1983 dal desiderio di due adolescenti inquieti, provenienti da una noiosa città di provincia, Ascoli Piceno, di dare vita e forma ad una serie di compilazioni su nastro, che fotografassero l’underground musicale italiano.La scelta del nome voleva essere un omaggio all’omonima rivista dadaista newyorkese, redatta dal pittore e poeta Francis Picabia. L’intento era quello di organizzare geograficamente il materiale musicale, scandagliando i gruppi new wave e post-punk regione per regione.
Una mappatura dell’Italia musicale più marginale e spigolosa, secondo questo criterio selettivo: rappresentare la scena più radicale del nuovo rock nazionale, cresciuto all’indomani della deflagrazione post-settantasettina, cercando di coglierne l’essenza più autentica.
Nonostante il moltissimo materiale raccolto, proveniente da varie regioni, il progetto 391 s’interruppe nel 1985, dopo l’uscita dei primi due volumi dedicati a Marche e Umbria.
Con la produzione esecutiva della Spittle Records e il coinvolgimento di vecchi e nuovi compagni d’avventura, riprendiamo il filo del discorso ampliandone lo spettro sonoro, nel tentativo di essere il più possibile esaustivi.
A più di trent’anni dalla sua nascita, 391 fa ritorno per portare alla luce piccoli e grandi tesori, in molti casi non ancora emersi, attraverso un nuovo viaggio nel profondo underground italiano.
Pierpaolo De Iulis | Gianlorenzo Giovannozzi
Maurizio Pustianaz, musicista sperimentale e poi elettronico (attivo dal 1984 come Gerstein e dal 1999 come Noisebrigade). Reporter musicale dal 1985, ha creato nello stesso anno la fanzine Snowdonia con il fratello Marco. Snowdonia aveva la caratteristica di ospitare lunghe interviste (della conversazione tenuta con gli artisti non veniva tagliato nulla) e reportage di scene locali e straniere (le più riuscite: quella sulla scena Neo-Zelandese e quella Romagnola). Trattando vari generi, dal punk alla musica sperimentale, passando dalla new wave, Snowdonia uscì per sette anni. In parallelo Maurizio fondò Maelzel, per sfogare il suo interesse per la musica sperimentale, industriale e rituale. La fanzine uscì per tre anni, con un numero all’anno. Nel 1988 e nel 1989 uscirono due numeri di Psycho Tales, dedicata alla musica garage punk. Verso metà anni ’90 collaborò per circa un anno e mezzo con Rockerilla, al tempo della diaspora/nascita di Rumore. Successivamente per un paio di anni collaborò con Urlo, rivista curata da Vittorio Amodio. Di lì a poco entrò in contatto con Marc Urselli, il quale curava una fanzine chiamata D.L.K.. Maurizio, da un anno aveva fondato una webzine chiamata Chain The Door. Dalla fusione delle due nacque CHAIN D.L.K. Dapprima fanzine bilingue, CHAIN D.L.K. divenne una rivista stampata in tipografia con cd compilation allegato. Ne uscirono tre numeri con questa formula e otto in totale. Maurizio decise di spostare il tutto su web a causa del fatto che Marc iniziò la carriera di tecnico di studio all’East Side Studio di N.Y., vincendo negli anni tre Grammy Award. Da allora CHAIN D.L.K. è divenuto in portale dedicato alla musica elettronica, sperimentale, industriale nella sua accezione più ampia. Per i suoi progetti personali potete visitare il sito www.noisebrigade.net
 
Fabrizio Della Porta, conduttore radiofonico e giornalista musicale, nel periodo tra il 1982 ed il 1989 ha condotto dalle antenne di Radio Torino Popolare “Tracce”, programma incentrato sulla scena musicale italiana degli anni ’80 e ha gestito, per la rivista musicale mensile “L’ultimo Buscadero”, l’omonima rubrica, oltre ad aver recensito materiale per alcune fanzine e pubblicazioni discografiche del periodo.
 
Davide
Ciao Maurizio. 160 minuti circa di musica in un doppio cd che non ho smesso ancora di riascoltare e “coccolare”. Erano gli anni in cui a Torino suonavo anch’io nell’underground torinese e in questa operazione preziosissima ho ritrovato nomi dei quali disperavo ormai da tempo di trovare una qualunque traccia (per esempio degli Aqua e di quel loro unico ormai introvabile EP). Interessantissimo il progetto generale che prevede una ricognizione e riscoperta di più o meno oscure band dell’underground italico anni ’80. Già usciti anche il vol. 1 su Marche e il 3 sulla Toscana.
Come sei stato chiamato e coinvolto, insieme a Fabrizio Della Porta, nella compilazione di questa ricca raccolta?
 
Maurizio
Sono stato chiamato a collaborare con il progetto di 391 Piemonte perché stavo già collaborando con Piepaolo De Iulis, uno dei due creatori originari dell’idea 391 negli anni 80, per delle sue uscite che ristampavano materiale di gruppi italiani attivi negli anni 80. Cose come Prostitutes o Intolerance, per esempio. Lui ebbe l’idea di tornare “sul luogo del delitto” e dare una continuazione alle due cassette uscite allora, che coprivano Umbria e Marche, ed estendere il progetto a tutto lo stivale. L’idea era di fare delle compilation in vinile da fare uscire per la sua Synthetic Shadows, ma forse, man mano che raccoglievamo materiale, ci rendemmo conto che la mole era tale da potere ambire a qualcosa di più, così Piepaolo decise di appoggiarsi alla Spittle di Simone Fringuelli.
 
Davide
Come hai / avete fatto trovare tutto questo materiale?
 
Maurizio
Il materiale in parte era in possesso mio e di Fabrizio Della Porta, ma i gruppi stessi, in molti casi, ci hanno fornito i loro demo e le loro registrazioni. Una volta contattati ed avuto la loro fiducia, ci hanno raccontato dei loro progetti e ci hanno fatto accedere al loro tesoro. Ad esempio, personalmente, non ero a conoscenza di parte dei progetti di Tommy De Chirico e di Alberto Ezzu, entrambi qui presenti con cinque gruppi il primo e quattro per il secondo.
 
Fabrizio
Ho sempre avuto una passione smisurata per tutta la scena italiana del periodo, ed in particolare per quella torinese, ed il lavoro in radio mi ha permesso di avere tantissimi contatti con gli artisti coinvolti nel movimento. L’oggetto “cassetta” è sempre stato il mio preferito ed è preponderante nella mia collezione. Lavorare presso una emittente della tua città ha sicuramente facilitato il compito. I gruppi mi rifornivano periodicamente, anche se in alcuni casi recuperare il materiale non era così semplice…..alcuni gruppi facevano “i preziosi”……ma quando esiste una scena esiste anche una sorta di snobbismo………
 
Davide
Il Cd è corredato da un libretto altrettanto prezioso con fotografie e biografie di ogni band.
 
Maurizio
Quella è stata la parte che ha curato quasi esclusivamente Fabrizio, quindi lascio a lui la parola.
 
Fabrizio
Beh, il materiale grafico è frutto di una mia certosina opera di catalogazione e deriva da riviste, fanzines, cassette, note biografiche dei gruppi, presentazioni allegate alle cassette e ai dischi, tutto materiale che periodicamente giungeva in radio, utilizzato per la trasmissione e all’informazione collegata ad essa, unitamente alle recensioni effettuate sulle riviste musicali del settore.
 
Davide
Quali erano secondo te le band migliori di quel periodo?
 
Maurizio
Non è una domanda facile, perché è vero che parte dei gruppi erano derivativi e pagavano pegno a quello che arrivava dall’estero, ma molti erano capaci di fare proprio quel suono e suonare a loro modo unici. Prendi i Deafear, ad esempio, il suono è quello classico wave, ma pezzi come “The Waiting” o “Grey World” hanno una melodia che rimane in testa anche adesso. Se vogliamo parlare di unicità, abbiamo una vasta scelta con i Prostitutes, la wave spigolosa dei primi Luna Incostante, l’elettronica mischiata alle atmosfere alla Devo dei Teknospray, alla no wave degli Eazycon o ai suoni post punk quasi alla Killing Joke dei Mitrascuri. Ti cito questi nomi solo per fare degli esempi, ma ci sono molte altre band che non hanno voluto essere inserite (come i Verve di Marziano Fontana) o che non siamo riusciti a contattare (come i KGB) che valevano altrettanto la pena.
 
Davide
Conoscevi tutte le band comprese in questa compilazione o nel fare questo lavoro hai scoperto anche qualcosa di nuovo, di completamente inedito?
 
Maurizio
Come ti accennavo prima, parte delle persone contattate ci hanno dato materiale di loro gruppi dei quali io non ero a conoscenza e che forse Fabrizio al tempo della sua Trasmissione “Tracce” aveva sentito o trasmesso. Per dire, Dana dei Synthetic Sun/Chromagain mi diede il pezzo di Busy & Gigi, i quali fecero solo quella canzone e penso che in pochissimi ne fossero a conoscenza. Inoltre, sapevo dell’esistenza del suo gruppo S.P.A., ma non avevo mai sentito nulla. Questo lavoro, inoltre, ha permesso che si inziasse a pensare alla ristampa di tutto il materiale di certi gruppi, cosa avvenuta per il disco inedito dei Synthetic Sun uscito per la Onde Italiane, del disco dei demo dei Chromagain (uscito sempre per la stessa etichetta), del disco inedito dei Teknospray uscito per la mia Der Klang, del prossimo S.P.A. che uscirà sempre per O.I., etc.
 
Davide
La scena degli Ottanta a Torino fu particolarmente ricca. Hai dovuto, per ragioni di tempo e di spazio escludere qualcuno, qualche traccia in particolare che ti è dispiaciuto? Qual è stato il criterio per la cernita?
 
Maurizio
Fortunatamente, man mano che raccoglievo materiale, tenevo conto del minutaggio a disposizione e quindi ho fatto il lavoro inverso: abbiamo contattato gruppi finché c’è stato spazio. Quindi, fortunatamente non c’è stato bisogno di lasciare fuori nessuno.
 
Davide
Ricorderei che tu stesso fai musica dagli anni ’80, già “Gerstein”, oggi “Noisebrigade”. Cosa stai facendo attualmente e a quali progetti stai lavorando?
 
Maurizio
Noisebrigade al momento è in pausa e dal 2011 mi sono concentrato su un nuovo progetto chiamato A New Life. Con questo nome ho realizzato due singoli digitali per l’etichetta belga Romance Moderne ed una cassetta per l’etichetta russa Other Voices. L’anno scorso mi sono autoprodotto un CD (“Heart To Heart – A Collection And More”) che raccoglie le tre uscite e contiene quattro pezzi in più. Musicalmente, A New Life, si rifà al suono dei primi Human League, quindi un certo synthpop che però non disdegna la sperimentazione con i suoni o le atmosfere. Come Gerstein l’ultimo CD in studio è stato quello con Gregorio Bardini, intitolato “The Arise Of A Bleeding Rose”, uscito per l’etichetta israeliana Eastern Front. Invece, come uscite particolari, lo scorso dicembre, io e Stefano Oflorenz, abbiamo fatto qualche copia di un CD contenente la mia “colonna sonora” alle sue foto scattate in Islanda e facenti parte del suo progetto visuale “Artico Culto”: colonna sonora che ho suonato dal vivo lo scorso dicembre a Torino in un locale chiamato Blah Blah. In quell’occasione ho festeggiato i 30 anni di Gerstein, il quale iniziò le attività proprio nel dicembre del 1984.
 
Davide
Trent’anni dopo si può avere tutto un altro punto di vista. Com’era allora Torino e come la rivedete oggi dal punto di vista musicale?
 
Maurizio
A posteriori, la Torino di allora la vedo chiusa e desolata (ma questo non c’entra con la musica) e, per quanto riguarda il mondo culturale, lottizzata e controllata dal PCI. Al tempo gli unici spazi utilizzabili dalle band formate da giovani spiantati, erano quelli dei centri d’incontro comunali. Anche i concerti, molte volte, erano organizzati in spazi comunali e non mi è mai stato chiaro se si trattasse di un effettivo interesse per il mondo giovanile o se fosse solo un modo per avere voti, anche perché al di fuori di quei binari non era praticamente possibile fare quasi nulla, sino a che non nacquero i primi club come il Tuxedo, il Cammello, il Centralino, etc. Musicalmente ho un certo dispiacere a non avere vissuto appieno quel periodo, perché mi fu difficile seguire i concerti o le serate, perché nel 1981 i miei si spostarono da Torino a Poirino, nella provincia, in mezzo alla campagna. Da lì non era possibile andare ai concerti se non muniti di auto, cosa che fu possibile dal 1985 in avanti, quando mio fratello Marco tornò dall’Inghilterra munito anche di patente presa là. Questo fu anche il momento della nascita della nostra fanzina Snowdonia, ma è un’altra storia…
 
Fabrizio
Essendo un pò più vecchio di Maurizio ho potuto vivere quegli anni in modo completamente diverso. Ero uno studente  e la sede della radio era proprio di fronte all’università….quindi vi lascio immaginare. Potevo muovermi liberamente a qualsiasi ora del giorno e della notte. Frequentavo i club e tutti i luoghi di ritrovo più in voga dell’epoca, dove potevi incontrare la “creme de la creme” della scena musicale locale e non solo….la creatività era alle stelle…..non solo musica quindi, ma anche arte, design, grafica e moda. Non avevamo nulla da invidiare alle tanto decantate scene fiorentine o bolognesi……….ma si sa……..la città, come gli abitanti avevano caratteristiche differenti….forse un po’ più chiusi……
 
Davide
Una volta non c’erano le sale prova o cominciavano a esserci le prime e quando si camminava per la città spesso ci si imbatteva in bocche di lupo di cantine che risuonavano di gruppi d’ogni genere. Si suonava davvero “sottoterra”… Che significato oggi ha secondo te il termine “underground”?
 
Maurizio
Adesso non so se questo termine abbia più senso, perché i gruppi hanno la possibilità di avere un minimo di esposizione utilizzando Bandcamp o Soundcloud. Adesso il problema è che l’offerta è maggiore della domanda e quindi è difficile raggiungere il proprio potenziale pubblico.
 
Davide
A Torino, anche se si guardava soprattutto all’Inghilterra e alla sua da sempre fortunata industria discografica, si invidiavano molto le scene New Wave di Milano e Firenze in particolare. Riascoltando in seguito quel che è stato fatto però a Torino rispetto ad altre città, a Torino si è fatta musica che, nonostante la scarsezza di mezzi e investimenti produttivi, sarebbe stata decisamente all’avanguardia. Che significato dai alla sua riscoperta oggi?
 
Maurizio
Sotto questo punto di vista, sono campanilista. Sarà che la scena di Torino per forza di cose la conosco meglio, ma qui avevamo una scena diversificata e di qualità che anche in altri ambiti musicali, come per l’HC, non aveva nulla da invidiare ad altre città. Di Milano, personalmente, non sarei in grado di nominare più di dieci band, ma probabilmente quello è un mio problema e non è dovuto alla scarsezza di proposte.
 
Davide
Grazie e à suivre…

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