Cura e versione diMario Scaffidi Abbate
Edizione integralecon testo latino a fronte
Newton ComptonEditori
Poema
Collana Granditascabili Economici
Newton Classici
Pagg. 704
ISBN 9788854118904
Prezzo € 8,00
Un’opera immortale
Canto l’eroe che profugo da Troia / vennein Italia ai lidi di Lavinio, / che, sballottato per terra e per mare / dalvolere divino e dalla rabbia / tenace di Giunone / in lotta ancora / moltosoffrì, finché pose nel Lazio / la sua sede e i suoi dèi, donde la stirpe /latina, i padri Albani e l’alta Roma. /…
Virgilio è ormai un poeta famoso, grazie a Bucolichee a Georgiche. Onorato, oggetto di doni e altamente retribuito sipotrebbe considerare un artista arrivato, che ora gode dei frutti del suotalento. Non è tuttavia così, perché il poeta è consapevole che se i testi chegli hanno dato la gloria sono di altissimo livello, tuttavia non riescono acompletare un ciclo artistico che faccia di lui un faro e un mito dellaletteratura. E’ grande, anzi grandissimo, ma ancora non è entrato nel sognodegli uomini, ancora non è stato in grado di evocare drammi e passioni comequell’Omero che ha scritto l’Iliade e l’Odissea, poemi epici, e pertanto ingrado di lasciare una scia leggendaria che non si disperderà nel tempo, ma cheanzi, con il trascorrere dei secoli, finirà per riverberare di una lucepropria, di un alone mistico proprio delle opere immortali.
Tuttavia, Virgilio è un uomo schivo, percerti versi ombroso e solitario, e benché in lui alberghi il desiderio dientrare nella storia come una leggenda, gli manca il conforto esterno, o megliolo stimolo per attizzare la sua arte e concretizzare il suo desiderio.
Nell’anno proprio di ultimazione di Georgiche,commissionatagli indirettamente da Ottaviano, da questi verrà l’idea direalizzare un lavoro che da un lato enunci l’origine divina di Roma e,soprattutto dei suoi capi e del futuro imperatore, e dall’altro giustifichil’operato di Cesare e di conseguenza il predominio dei successici Cesari,realizzando anche quella concordia nazionale indispensabile per una rinascitapost repubblicana, che veda i cittadini orgogliosi di essere romani e come taliligi alle tradizioni, al senso etico e all’incondizionato rispetto per lostato, qualunque sia la forma in cui è costituito.
E’ così che nasce l’Eneide, più di uncapolavoro, un’opera sopra il tempo e senza tempo, in cui l’impronta epicas’accompagna a pagine struggenti, in cui si agitano e si amalgamano personaggie sentimenti unici, frutto di una sensibilità poetica che non ha mai avutouguali, né mai ne avrà, almeno fino a oggi.
Opera forse incompleta (consta di dodicilibri contro i 24 dell’Odissea e dell’Iliade alle quali si ispira) e nonrevisionata per l’improvvisa e prematura scomparsa dell’autore, resta tuttaviaun canto di infinita bellezza che va ben oltre le intenzioni di Ottaviano e cheancora ci portiamo appresso, stupiti, per non dire increduli, incapaci dicomprendere come un uomo di più di duemila anni fa sia stato capace di creareil mito della nascita di Roma con un personaggio tutto sommato terreno comeEnea.
E se le passioni sono proprie degli uomini,ma anche degli dei, in fin dei conti creati dagli uomini stessi, questo poetacontadino, venuto dalle nebbiose lande di Mantova, riesce a elevarsi oltre lamaterialità dell’essere, scompare, ma non muore, oltrepassa l’Ade per vivere ineterno con la sua Eneide.
Publio Virgilio Marone (Andes, 15 ottobre70 a.C – Brindisi, 21 settembre 19 a.C.).
Opere principali: Bucoliche, Georgiche,Eneide.