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Intervista con Loris Dalì

9 min read

Genere: folk/pop;

Distribuzione digitale: Zimbalam
Loris Dalì, con il disco “Scimpanzè”, propone un genere di difficile classificazione. C’è del pop, del folk, del rock, ma anche bossanova e canzoni alla Celentano. Diversi gli artisti citabili a paragone: Mannarino, Brunori, Rino Gaetano, ma sarebbe restrittivo. L’album è stato registrato in presa diretta, con l’obiettivo di cogliere il calore e l’atmosfera giusta per ogni pezzo. Particolare anche la lista dei credits. Loris Dalì per questo lavoro ha infatti utilizzato moltissimi musicisti che hanno suonato dal violino all’udu, dallo scacciapensieri al basso tuba, dal washboard alla fisarmonica. Anche le parti vocali hanno visto avvicendarsi molti amici/cantanti, tra cui Renato Crudo, nuova promessa del musical. Nei cori dell’ultima canzone, che dà tra l’altro il titolo al disco, si avvicendano al microfono amici e parenti (in questo caso tutti rigorosamente non cantanti) donandole un realismo ed una interpretazione davvero sorprendenti. Anche i concerti sono un misto tra musica, cabaret e teatro canzone. Il singolo “Manager”, che fa da apripista a Scimpanzè, racchiude in soli 3 minuti una grande varietà musicale. Come afferma l’autore stesso, “il testo accattivante, la melodia orecchiabile, l’assolo alla Pulp Fiction, il tenore lirico, il coro dei bambini, la recitazione di una telefonata scomoda rendono “Manager” un ascolto che sorprende”. Così anche il video, particolarmente divertente, in cui Loris Dalì presenta una band, un corpo di ballo ed un tenore inaspettatamente interpretati da bambini!

 

C’era Una Volta
Evviva L’Italia!
Manager
Di Nuovo Ubriaco
Il Principe Di Piazza Castello
Rivoluzione?
Preghiera
Vita Coniugale
Se Dovessi Morire Adesso
Funerale
Quasi Le 3
Scimpanzè
 
Next Gigs
31 gennaio 2015 @ Nestoris Pub Valperga (TO)
20 febbraio 2015 @ Birrificio Curtis Canava – Bairo (TO)

06 marzo 2015 @ MarienPlatz – Vimercate (MI)
 
Loris Dalì – Loris Dalì suona in vari gruppi dai famigerati tempi della scuola in poi: Love Bandits, Flashback, SS460, I Bitols, Three Heads, I Celentani, I Senatori, poi I Dalì, da cui nasce il progetto Loris Dalì. In tutti questi anni sono successe tante cose e se proprio ci si vuole avvicinare al concetto di “curriculum” biografico in ordine sparso e non completo citerei: semifinale Rock Targato Italia edizione 2012, Finale Hit Festival al Palais di Saint Vincent nel 2002, due esibizioni al Palazzetto dello Sport di Pesaro per eventi privati esibendosi sullo stesso palco con Neri per caso, Facchinetti e Paolo Belli, colonna sonora del film “Augusta” documentario presentato al GLBT festival di Torino 2011 e ad alcuni festival internazionali, partecipazione e co-organizzazione del Festival di Utòpia con ospiti Rigo Righetti e Sanchez Pellati (Ligabue), Alessio Caraturo, Achtung Babies. Uscendo dalla modalità “curriculum” ora LorisDalì è solo e soltanto “Scimpanzè”, l’ultimo disco, scritto e registrato con cura e pazienza, che esce il 15 gennaio con booking e management della Blob Agency di Bologna. Le 12 canzoni di “Scimpanzè” sono 12 storie, spesso autobiografiche, in cui amore e morte, crisi e felicità si mescolano tra loro, dando vita ad una cruda ma ironica rappresentazione della realtà quotidiana. Le pagine migliori della biografia di Loris Dalì sono ancora da scrivere. 

Davide
Ciao Loris. Tra le note autobiografiche è scritto che ora “sei solo e soltanto scimpanzé”. Perché al centro di questo tuo progetto solista  c’è dunque il titolo di scimpanzé, ovvero uno dei nostri fratelli della famiglia degli Hominidae, e perché sono “racconti dal paese delle banane”? 

Loris
In questo momento c’è solo e soltanto “Scimpanzé”. Voglio concentrarmi sulla promozione e sul tour di questo disco, su cui punto tutte le carte del mio futuro. Il lavoro inizialmente si doveva intitolare “Revolution”, poiché le canzoni parlano prevalentemente di temi legati alla crisi sociale. I testi però avevano una forte connotazione ironica e sarcastica, quindi abbiamo cercato un titolo più leggero ed è venuto fuori “Scimpanzé”. Anche perché una delle tracce del disco, l’ultima, si intitola proprio così. Inoltre questo brano rispecchia la natura dell’album, in cui hanno suonato e cantato una miriade di persone. Al suo interno abbiamo appunto deciso di affidare le parti cantate a persone che fossero assolutamente non avvezze al canto. “Racconti dal paese delle banane” perché le banane hanno a che fare con lo Scimpanzé e le realtà descritte nei testi raffigurano il nostro paese, bellissimo per mille motivi, ma banalizzato (o “bananizzato”) da chi ci rappresenta. 

Davide
Come sono nate queste dodici canzoni, intorno a quale filo rosso? La crisi? La crisi è anche la fase decisiva di una malattia. Come finirà dal punto di vista di queste tue canzoni o visioni della crisi e quali cure o pensieri hai provato a suggerire al paese per uscirne prima o poi più o meno indenni o cambiati attraverso i tuoi testi? 

Loris
“Crisi”, etimologicamente, deriva da “crescita”. Infatti spesso la crisi è necessaria per porre in essere dei cambiamenti che possano risolvere in meglio le difficoltà. Per quanto mi riguarda, la crisi ha determinato la chiusura della mia attività precedente. Ma allo stesso tempo, questo ha fatto sì che mi fosse possibile dedicarmi completamente alla musica. Quindi devo dire che ho cercato di sfruttare al meglio questo momento difficoltoso. Solo il tempo potrà dire se ho avuto ragione e spero vivamente che ciò avvenga. I testi in generale suggeriscono di guardare le difficoltà con un sorriso sulle labbra, perché credo sia l’unica maniera per superare momenti come questo. Inoltre, credo che in un paese come il nostro l’unica maniera di sopravvivere sia vivere al di fuori degli schemi che ci vengono imposti, che cercano di incasellarci sin dall’infanzia in uno iter determinato e da cui sembra impossibile sfuggire. 

Davide
Chi ha suonato e partecipato alla realizzazione di questo disco e perché hai scelto alcuni contributi vocali da parte di amici e parenti non professionisti? 

Loris
La lista dei credits è davvero lunga. Hanno suonato e cantato i miei figli, i miei genitori ed una lunga schiera di amici, musicisti e non. È stata una vera e propria scelta stilistica. Volevamo che il disco suonasse vero e poliedrico. Solo utilizzando altre persone oltre ai componenti della band potevamo avere umori, idee, interpretazioni e suoni che dessero al nostro lavoro una connotazione così multipla. Tengo anche a precisare che il disco è stato registrato in presa diretta riguardo a basso, batteria, chitarre e piano. Alcuni brani hanno delle piccole imperfezioni, ma abbiamo scelto le tracce suonate insieme e contemporaneamente che comunque catturavano un mood del momento che ci soddisfaceva. Anche le parti cantate sono state registrate dall’inizio alla fine del brano, senza tagli e senza sovraincisioni. 

Davide
Loris D’Alimonte… Perché hai scelto di contrarlo nel nome di Dalì? Un omaggio al grande pittore surrealista? 

Loris
Nella realtà dei fatti l’omaggio al famoso pittore è solo una conseguenza inconsapevole. Per esempio, ho coltivato la linea dei miei baffi ben prima di assumere tale nome. Dalì è entrato nella storia della nostra band in precedenza e sempre per caso. Avevamo fatto fare uno studio sulla grafica del nostro EP precedente, “Che Notte Splendida”, da un amico che aveva avuto la fortuna di incontrare il vero Dalì. Ci aveva raccontato che nella sua casa non c’era una illuminazione classica. Dalì utilizzava delle tartarughe che camminavano per casa con delle candele sul guscio. Questa immagine ci aveva affascinato molto, infatti era presente nell’immagine di copertina di “Che Notte Splendida”. Tutto sommato quindi LorisDalì è una causa/conseguenza riferita al pittore. 

Davide
Perché la musica e le canzoni sono importanti? 

Loris
Da sempre l’arte in ogni sua rappresentazione costituisce una parte importante nella vita delle persone, e sempre con aspetti positivi e benefici. Una canzone può far cantare, ballare, riflettere, commuovere, sorridere. È sempre e comunque uno strumento che genera emozioni positive nelle persone. 

Davide
Le 12 canzoni di “Scimpanzè” sono 12 storie, spesso autobiografiche… Soffermiamoci su una canzone in particolare: Il principe di Piazza Castello. Dove e come nasce, osservando chi e cosa, su quali pensieri e provando quali emozioni? 

Loris
La scrittura de “Il Principe di Piazza Castello” ha una genesi che mi piace raccontare. Il mio modo di scrivere parte quasi sempre dalla musica e dalla melodia. Creo centinaia di melodie, poi qualcuna mi sembra migliore e ci lavoro. Comincio a cantare questa melodia in un improbabile inglese oppure canticchiando numeri o parole a caso. Poi arriva la prima frase e da lì capisco quale storia raccontare. Nel caso del “Principe”, sono uscito per una lunga camminata, sono stato sorpreso dal classico acquazzone estivo e mi sono riparato sotto al portone di un condominio nell’attesa che il temporale finisse. Quella melodia mi continuava a girare in testa. In quel momento mi è venuto in mente: “Mi rifugio sotto ad un portone mentre il temporale si scatena contro la città” e questa prima frase si legava perfettamente alla melodia. Quindi mi sono ricordato di un personaggio che avevo conosciuto a Torino. Un clochard elegante nel suo cappotto, che suonava il violino nel centro della città. Ci ho parlato per un po’ ma da come si esprimeva ho immaginato che fosse un clochard per scelta. Da questo spunto è nata la canzone. 

Davide
Perché hai scritto che le pagine migliori della biografia di Loris Dalì sono ancora da scrivere? 

Loris
Perchè suono da 25 anni, ma sinora la musica è stata solo una passione. Ora invece la sto vivendo come una vera e propria professione. Come si sa, quando si fa della propria passione il proprio lavoro si dà il meglio di se stessi. Infatti oggi non mi pesa dedicare anche 20 ore al giorno alla musica, in ogni suo aspetto. Sono quindi curioso di vedere, nel futuro, dove mi porterà tutto questo. 

Davide
Satira e ironia contraddistinguono anche l’approccio ai temi, fondamentalmente drammatici, trattati nelle tue canzoni. Cosa significa per te l’ironia? 

Loris
L’ironia è ciò che rende tutto più sopportabile, anche le tematiche peggiori. Credo inoltre che l’ironia, almeno dal mio punto di vista, sia fondamentale in una produzione musicale. Soprattutto oggi, visto che il pubblico è bombardato da milioni di informazioni musicali, credo che l’ironia sia una buona arma per contraddistinguersi e farsi ricordare. 

Davide
Dalì una volta disse: Ogni mattina mi sveglio e, guardandomi allo specchio, provo sempre lo stesso ed immenso piacere: quello di essere Salvador Dalì. Qual è il tuo?

Loris
Io ogni mattina mi sveglio e, guardandomi allo specchio, provo sempre lo stesso ed immenso dispiacere: quello di essere andato a dormire troppo tardi e di essermi svegliato troppo presto. A parte gli scherzi, potrei dirti che penso che sono a metà della mia vita e che la metà migliore debba ancora venire. 

Davide
Cosa seguirà? 

Loris
Seguirà di certo la promozione di “Scimpanzé”, prima con tutte le attività tipiche quali interviste, radio, promozioni ecc. Dopodichè, sarà il momento dello “Scimpanzé Tour”, che spero sia abbastanza lungo da permettermi di portare queste canzoni nei peggiori e nei migliori locali d’Italia. Poi mi fermerò per dedicarmi al disco che gli farà da seguito. 

Davide
Grazie e à suivre…

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