I SeaHouse nascono a Lecce nell’ottobre del 2005 e, da allora, hanno portato avanti con convinzione e coerenza una visione musicale personale fondata su avvolgenti suggestioni strumentali. È difficile inquadrare questo progetto in un genere musicale definito. La loro musica spazia continuamente e in modo fluido dall’ambient, al rock, passando per il funk e la psichedelia. L’unica connotazione certa è che non ci sono regole, non ci sono canoni da seguire. La progressione delle note è pura emotività che basta a se stessa. La ricerca di un equilibrio musicale in continuo movimento.
L’ultimo lavoro dei SeaHouse, “Cristalli”, è un viaggio in musica che attraverso le sue 10 tracce porta l’ascoltatore in mondi ora soffusi e dilatati, ora spigolosi e graffianti. L’album, interamente autoprodotto fra la fine del 2013 e l’estate del 2014, inizia e termina con un saluto direttamente all’ascoltatore, una sorta di sipario che si alza e poi cala su un mondo interiore caotico e denso di simboli, quello in cui ognuno può perdersi e ritrovarsi, talvolta un po’ diverso da prima.
Formazione: Gianluca Grecucci (basso), Max Licchelli (chitarra), Gianluca Voglino (batteria e percussioni), Elvi Palma (tastiere e synth), Luca Antonazzo (chitarra).
Discografia: Next (2007), The Emotional Discount (2011), Cristalli (2014)
Tracklist:1. Intro – Welcome / 2. Cross The Line / 3. The Nu Band / 4. Coming Out / 5. Panta Rei / 6. Intermezzo / 7. Cristalli / 8. Presa Diretta / 9 . Into The Eyestorm / 10. Outro – The Farewell
Davide Ciao SeaHouse. Com’è nato “Cristalli”, intorno a quali principali suggestioni e in quale momento della vostra fase artistica?
SeaHouse
Cristalli nasce dall’esperienza maturata in studio e dal vivo negli ultimi 3 anni, che hanno permesso di consolidare la nuova line up e di sperimentare soluzioni e registri musicali per noi inediti. In generale l’album viene fuori da uno stato di grande apertura a tutte le influenze dei singoli background dei componenti.
Davide
Nella Cabala, il cristallo di quarzo, a esempio, è “l’antico degli Antichi”, “l’anziano di tutti i giorni”, la condensazione suprema dell’energia cosmica. Pietre e cristalli sono le sempiterne ossa della Terra, come dicevano gli Egizi. Copertina, titolo, un brano così intitolato, perché i “Cristalli” sono al centro di questo lavoro?
SeaHouse
Cristalli per noi rappresenta simbolicamente 3 dimensioni: la solidità, la trasformazione e la poliedricità.
La solidità perché abbiamo ricercato una compattezza di suono e degli arrangiamenti serrati.
La trasformazione perché, partendo dalla compattezza di cui sopra, abbiamo affinato col lavoro in studio il materiale grezzo live che vi era alla base.
La poliedricità per via delle numerose sfaccettature che ogni brano presenta.
Davide
Benché un brano sia cantato, preferite suonare musica strumentale. Perché?
SeaHouse
Noi suoniamo praticamente solo musica strumentale, perché la chiave stumentale ci permette di sperimentare ed esplorare tutti i generi che vogliamo senza porci dei limiti di sorta; in questa prospettiva anche l’unico brano cantato è una forma di sperimentazione per noi.
Davide
Schumann diceva che l’artista ha il dovere di “mandar luce nel profondo del cuore”. Che tipo di dovere sentite verso l’ascoltatore e verso voi stessi come musicisti e creatori di musica?
SeaHouse
Non sentiamo alcun dovere particolare nei confronti dell’ascoltatore, quanto piuttosto verso noi stessi e verso la musica, non dobbiamo ricercare tecnicismi esasperati, ma dobbiamo tirar fuori al meglio quello che abbiamo dentro.
Davide
Cos’è cambiato nei vostri 9 anni di vita come gruppo e nella vostra musica, o nell’approccio alla composizione, e cosa è rimasto?
SeaHouse
Sicuramente sono cambiati gli interpreti, con gli anni è accresciuta sia l’esperienza che il valore tecnico, ampliandoci nettamente gli orizzonti creativi, pur mantenendo lo stesso approccio alla composizione che è essenzialmente basato sull’improvvisazione, da qui parte il lavoro di trasformazione e affinamento di cui si parlava prima.
Davide
Cos’è per voi l’ispirazione, cosa e in che modo qualcosa vi spinge a creare un’opera, un brano musicale?
SeaHouse
Essenzialmente abbandonarci all’istinto e lasciare che ognuno di noi ci metta del suo, sempre alla ricerca di un equilibrio complessivo.
Davide
Al di là delle influenze musicali, che immagino essere molte, vorrei farvi una domanda su Lecce, la “Firenze del Barocco” o anche la “Firenze del Sud”. Il territorio, la città in cui vivete ha influenzato in qualche modo il vostro fare musica?
SeaHouse
No, assolutamente, siamo musicalmente cosmopoliti.
Davide
Quali funzioni deve o dovrebbe avere secondo voi la musica nella società italiana contemporanea?
SeaHouse
Suscitare emozioni vere e non “emozioni da discount” (titolo del nostro precedente EP)
Davide
Cosa seguirà?
SeaHouse
Siamo orientati verso il mondo della sincronizzazione audio video ed ad un inserimento massiccio dell’elettronica nei prossimi lavori, pur non modificando il nostro set.
Davide Riccio, di Torino, educatore, musicista polistrumentista, compositore, scrittore e giornalista. Svolge l’attività di educatore. Ha pubblicato poesie e racconti su svariate antologie e riviste dal 1985 ad oggi.
Suoi libri: Povertissement (Genesi editrice, 2006), Sversi (Libellula Edizioni, 2008), Neumi – Cantus Volat Signa Manent (libro illustrato con cd musicale, Genesi editrice, 2011), Bowie.It – Italian Bowie (e-book Kult Underground, 2019), Solo a Torino (Albatros, 2019), Raccolti (Oedipus, 2019), “Poesie fuoriporta” (Campanotto Editore, 2019), La banca dei reincarnati (romanzo, Genesi editrice, 2021), Poi Sia (Genesi editrice, 2021), “Il Musico – Una storia ritrovata”, biografia di David Rizzio, prefazione di Sergio Soave (Genesi, 2022), “A qualsiasi titolo” (Genesi, 2022), “Italian Bowie – Tutto di David Bowie visto in Italia e dall’Italia” (Arcana, 2023).
Dal 1999 ha collaborato con quotidiani e periodici (Torino Sera, La Val Susa, Oblò). Dal 2004 scrive di musica e cura interviste con gruppi musicali e musicisti italiani e internazionali per la e-zine Kult Underground.
Dal 2013 ad oggi ha realizzato programmi radiofonici tematici come autore e speaker per la webradio torinese Radio Banda Larga, RadioArte e Webradio Network.
Dal 2010 ha curato o preso parte ad alcuni cortometraggi e lungometraggi di fiction e documentari come regista, autore o co-autore, attore o voce narrante. Suona e compone musica, ha pubblicato lavori come ospite, a nome proprio o con l’aka DeaR o in diversi gruppi e progetti. Suoi ultimi lavori sono il doppio cd “New Roaring Twenties/Human Decision Required” (New Model Label, 2021) e “Out of Africa” (Music Force, 2021), “Mon Turin” (Music Force, 2022), “DeaR me!” (2023).
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