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Cani, camosci, cuculi (e un corvo) – Mauro Corona

3 min read
Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.
Narrativa racconti
Pagg. 276
ISBN 9788852014116
Prezzo € 6,99
 
La strada giusta
 
Leggere un libro scritto da Mauro Corona è sempre un’esperienza esaltante perché come ben pochi autori riesce a mostrarci la vita nella sua spesso cruda realtà, indicandoci nel contempo, senza imporcelo, il senso da dare alla stessa. La sua è una scrittura semplice, piana, ma di straordinaria efficacia e ha il dono dell’immediatezza, poiché chi legge resta avvinto da subito, dalle prime righe. È il caso anche di questa raccolta di racconti intitolata Cani, camosci, cuculi (e un corvo), un bell’assortimento di animali in cui però predominano i primi, gli inseparabili amici dell’uomo che tuttavia, a volte, hanno da temere i rispettivi padroni, dovendo patire gli sfoghi di uomini abbrutiti dalla vita e dall’alcol.  Eppure i fidati “quattro zampe” restano protagonisti indiscussi, con il loro istinto che li porta a prevedere la caduta di una valanga, o con il disamore per il padrone che li ha feriti nell’aspetto relazionale, al punto di cercare la morte. Su tutto domina la natura, incombono le montagne del luogo natio dell’autore, in una serie di visioni a volte bucoliche, a volte drammatiche, ma non c’è da meravigliarsi, perché Corona è veramente bravo nel descriverci la realtà del mondo di cui siamo parte e che a volte può sembrare amico e altre nemico.
È indubbiamente presente il risultato di un animo poetico che ha la capacità di incantarsi ed incantare di fronte a un’alba o a un tramonto, ma c’è anche la consapevolezza che è ormai indispensabile ritrovare quel rapporto con la natura che la società attuale sembra aver smarrito, ingannata dalla falsa chimera di un benessere che si intende misurare solo in guadagni di denaro.
Il rispetto per il mondo che ci circonda, per gli animali che lo abitano è tale che Corona si lascia affascinare perfino dalla danza delle vipere, bestiole utili, che ci mordono solo se calpestate. In questo concetto sembra quasi volerci dire che se esistono questi serpenti un motivo ci deve essere e loro, come tutte le bestie, non sono né buone, né cattive, non hanno la possibilità di avvalersi del libero arbitrio, insomma sono semplicemente così, a differenza di non pochi uomini che possono celare un’indole feroce, pronta a venire allo scoperto magari anche solo per arricchirsi un po’ di più.
Devo ammettere che il messaggio di Corona è uno di quelli che affascinano, ma che non ha, a differenza di molti altri, l’inconcretezza dell’utopia, e che invece é realizzabile, basta che lo vogliamo ed è proprio lui, l’autore, che con la sua esistenza e i suoi scritti, ne è la dimostrazione vivente.
Da leggere, pertanto, anzi mi permetto di consigliarne l’adozione fra i testi scolastici, affinché i giovani possano comprendere quanto non hanno capito tanti adulti che vivono in un’avvilente rincorsa dietro al nulla.
 
Mauro Corona è nato a Erto (Pordenone) nel 1950.
È autore di Il volo della martoraLe voci del bosco, Finché il cuculo cantaGocce di resinaLa montagnaNel legno e nella pietraAspro e dolce,L’ombra del bastoneVajont: quelli del dopoI fantasmi di pietraCani, camosci, cuculi (e un corvo)Storia di Neve, Il canto delle manéreLa fine del mondo storto (premio Bancarella 2011),La ballata della donna ertanaCome sasso nella correnteVenti racconti allegri e uno triste, Guida poco che devi bere: manuale a uso dei giovani per imparare a bere, delle raccolte di fiabe Storie del bosco antico e Torneranno le quattro stagioni, tutti editi da Mondadori, e di La casa dei sette ponti (Feltrinelli 2012) e Confessioni ultime (Chiarelettere 2013).

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