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Intervista con Tamuna – “Woodrock”

10 min read
dal cuore di Palermo l’album della band siciliana tra folk mediterraneo e pop
in CD e digitale dal 4 Novembre 2014 – New Model Label distribuzione Audioglobe
 
 
Tamuna, dal cuore di Palermo, dal triangolo formato dai quartieri Kalsa, Zisa e Noce, una band che propone una musica dai sapori antichi ed allo stesso tempo estremamente contemporanei.
“Woodrock”, rock di legno, in quanto principalmente acustico, così i Tamuna hanno scelto di definire la loro musica, che unisce diverse sonorità, dalla musica popolare siciliana ad influenze black, rock, reggae e pop. Il tamburello incontra quindi il cajón, le chitarre ed i bassi acustici, senza porsi alcun limite.
Anche il nome è un omaggio alla contaminazione tra culture, infatti, Tamuna in georgiano significa portatori di pace, ma è anche il nome della regina più importante della Georgia “Tamar” detta anche “re dei re, regina delle regine”, un personaggio leggendario nel piccolo paese caucasico, a cavallo tra Europa ed Asia.  
Il gruppo è attivo dal 2012, e a poche settimane dalla nascita si era già esibito in Russia, proponendo il proprio repertorio originale, tra dialetto siciliano, italiano ed inglese.
“Ciuscia”, il primo singolo e video ufficiale realizzato dalla band, è stato poi proposto per il contest Edison Change The Music, dove la band si è aggiudicata il primo posto, e, nonostante fosse l’unico brano in dialetto in competizione, ha conquistato la giuria composta da Piero Pelù, Boosta dei Subsonica e Franco Mussida della PFM. Questo percorso li ha portati ad esibirsi fino a Londra, al Dingwalls Club di Camden Town. Rientrati da questa avventura i Tamuna sono tornati al lavoro, e per finanziare le registrazioni hanno lanciato una campagna di Crowdfunding su Musicraiser.it, chiusasi con successo ed hanno registrato il nuovo lavoro a Palermo presso gli studi della 800A Records con la collaborazione di Fabio Rizzo, Valerio Mina e Francesco Vitaliti mentre il mastering è a cura di Carl Saff, Chicago (USA). “Ciuscia”, con la collaborazione del trombettista Alberto Anguzza, è il primo singolo ed anticipa l’album “Woodrock”, in uscita a per New Model Label, distribuzione Audioglobe.
 
Formazione: Marco Raccuglia – Voce, Giovanni Parrinello – Tamburello e percussioni, Carlo Di
Vita – chitarre – Riccardo Romano – bass

www.newmodellabel.com

 

Track By Track

 
Penso: Ispirato da uno dei più grandi pittori di tutti i tempi Michelangelo Merisi detto il Caravaggio colui che sul gioco dei chiaroscuro fondò il suo stile pittorico, proprio come in una sua tela, anche nel testo, si passa dallo scuro inferno per poi raggiungere la vetta del cielo dove la luce diventa una guida per poter apprezzare la bellezza del creato.
Fimmina: Narra di una storia d’amore nata al tempo in cui il “telefono non stava in mano ma nel corridoio” e dovevi aguzzare l’ingegno…
Ciuscia: “Ciuscia” che in italiano vuol dire soffia è una sorta di danza del vento perché se è vero che il vento porta cambiamenti allora, soffiando via le nuvole, il cielo ritornerà azzurro.
Insomma una canzone di speranza.
Gerlando: ispirato al libro di Daniele Billitteri “Homo Panormitanus”, il brano narra la storia di un palermitano DOC, ovvero con tutti i connotati culturali di questa terra cuciti addosso, a partire dal nome che doveva essere assolutamente lo stesso del nonno paterno, e del suo viaggio verso la grande America in cerca del futuro che gli costò la perdita della sua identità. Era il 1910.
Emanuele: Una fotografia della situazione lavoro in Italia che vede sempre più giovani laureati portare il loro sapere all’estero così come Emanuele, laureato a pieni voti in ingegneria che per vivere dignitosamente è costretto a emigrare a Londra.
Oro e Rame: Illuso è colui che confonde il rame per oro. Il brano narra della più grande e affascinante misteriosa illusione: l’amore!
Rosalia: Dedicata alla Santa di Palermo: vista come donna bellissima, fragile come la neve e promessa in sposa ad un ricco uomo al quale ella fuggì perché voleva amare solo Dio.
Seguimi: Il desiderio non ti fa dormire, la notte diventa la tua compagna e tu vorresti urlarle: “Seguimi donna dolcissima, seguimi adesso, segui il mio respiro ti porterà a me.”
Never: La comunicazione digitale impazza in tutto il mondo, le persone ormai non parlano più: chattano, anche se sono a qualche metro di distanza…
Lasciala Libera: Il pensiero, il ragionamento hanno permesso all’uomo di evolversi ma è pur vero che a volte, la mente, andrebbe lasciata libera di spaziare e di andare dove vuole. Proprio come quella di un bambino, libera da quegli schemi che non permettono di meravigliarci e stupirci ancora.
 
Intervista 

Davide
Tamuna: perché vi siete dati un nome georgiano? E perché portatori di pace? 

Tamuna
Tamuna ( in lingua originale “Tamar” ) fu una grande regina, la prima della Georgia, personaggio combattivo ma allo stesso momento amato perché ha unito e pacificato il paese ed è un nome ancora molto diffuso nel piccolo paese caucasico dove è stata canonizzata ed è venerata come santa. A noi piaceva questa idea, e speriamo che la nostra musica possa portare un po’ di pace… 

Davide
Come nascono i Tamuna? 

Tamuna
I Tamuna nascono in un luogo di cultura popolare palermitano, il Teatro Ditirammu. Fucina e punto di ritrovo per artisti che svolgono una ricerca nell’ambito della  musica e della cultura popolare tradizionale e contemporanea. Due anni fa in occasione di un concerto ci siamo conosciuti per caso e dopo qualche giorno stavamo già registrando “Sicily World Music”, il primo lavoro con questa formazione: Riccardo Romano, Charlie Di Vita, Marco Raccuglia e Giovanni Parrinello. 

Davide
Venite dal cuore di Palermo, dal triangolo formato dai quartieri Kalsa, Zisa e Noce: raccontateci questi quartieri e come hanno influito sul vostro fare e vivere la musica. E a proposito di “Homo Panormitanus”, qual è o cos’è o non è la vostra palermitanità? 

Tamuna
Non passa giorno che non pensiamo ai nostri affezionati quartieri, profumi, “abbanniatine” grida degli ambulanti, dialetto, rispetto, modi di vivere e di fare, accenti e parole che cambiano dalla Kalsa alla Zisa, dalla Noce ai confini della città, questa è musica. Palermo ha uno dei centri storici più grandi d’Europa, colmo d’arte, prima in classifica per non saperli sfruttare al meglio. Questo influisce su tutto ciò che facciamo, subiamo il colpo e poi lo riversiamo nella musica e questo ci fa stare bene. Noi siamo dalla parte dell’arte non sfruttata.
La nostra palermitanità è l’uso delle parole nei testi di alcune canzoni, è il ritmo del tamburo. Ma pur mantenendo le nostre radici siamo cittadini del mondo, e può darsi che sia proprio questo il perchè l’”Homo Panormitanus” ci assomiglia e ci piace tanto. 

Davide
A proposito del finale di “Homo Panormitanus” c’è una citazione del finale di “Hey Jude”… è per sottolineare la “cronaca di un’estinzione impossibile”, come sicuramente impossibile è l’estinzione dei Beatles dalla storia della musica o cosa? 

Tamuna
Abbiamo giocato dando un’altra gioia a “Gerlando” e a noi stessi, l’”Homo Panormitanus” non si estinguerà mai e fare anche un piccolissimo riferimento ai Beatles è stato sempre il nostro sogno. Hai proprio colto nel segno: estinzione impossibile! 

Davide
Perché la scelta di usare prevalentemente strumenti acustici? 

Tamuna
Di base la nostra musica nasce acustica e l’utilizzo del legno e di strumenti popolari è folk, e noi proveniamo da li, non è una scelta, probabilmente era la cosa più naturale che potessimo fare. Nel segno del Rock è tutto ciò che facciamo con questi strumenti, quello che combiniamo sul palco e il suono che ne viene fuori. La nostra matrice è legnosa; sarebbe un peccato però non provare altri suoni, in questo disco l’abbiamo fatto con la chitarra elettrica. 

Davide
Veniamo al titolo: Woodrock, non solo rock di legno. Legno, ma anche pietra, roccia (rock)… Secondo la tradizione cinese, l’elemento Legno rappresenta la Primavera, dunque la nascita, la rinascita e, per estensione, la “resurrezione” dopo la “morte” rappresentata dall’Inverno (elemento Acqua). Il Legno si pone come elemento intermedio, dunque di “passaggio”, tra ciò che è in basso, l’Acqua, l’Inverno, la materialità (la Terra), … la morte e ciò che è in alto, il Fuoco, l’Estate, la spiritualità (il Cielo), … la vita. Le canzoni di “Woodrock” sono canzoni di speranza e di aspirazione al sollevarci dalla materialità della terra, questa terra, a ciò che è più in alto? 

Tamuna
In Woodrock abbiamo affrontato le diverse tematiche caratterizzanti la nostra società, il nostro mondo. Si parte riflettendo, poi ci si innamora, ci si arrabbia, ci si illude e disillude,  si ricrede nell’amore, si prega, si canta, ed infine, ci si rasserena. Tutte le canzoni terminano con un messaggio positivo una sorta di consiglio 🙂 e uno tra questi in “Penso”recita :
“Penso e quando parlo io non ho certezza, ti ho detto una parola ed è sempre quella,
non devi aver paura dell’altezza
perche meravigliosa è la vista quando raggiungi la vetta”…
è propio un invito a sollevarci da “terra”, il tutto espresso attravero propio il “legno” degli strumenti che usiamo. 

Davide
Il prof.Alberto Fornasari (esperto di pedagogia interculturale all’Università di Bari) dice che “è sbagliato parlare di contaminazioni tra culture, poiché questo termine mutuato dal gergo sanitario, indica la trasmissione di una patologia da un organismo infetto ad uno sano. Meglio sarebbe parlare tra culture che sono tutte sullo stesso piano di metissage. Tutte le culture nascono infatti da processi di ibridazione e meticciamento”. Ma sono sottigliezze linguistiche. Che significato hanno per voi le contaminazioni culturali e musicali o, se si preferisce, gli incontri con altre culture?
 
Tamuna
La musica è un linguaggio universale, potremmo rispondere semplicemente così, ma forse c’è molto di più. C’è la voglia di scoprire, di viaggiare, di conoscere le diversità e di apprezzarle per quelle che sono. In fondo se porti avanti le tue radici e le arricchisci attraverso altre sonorità puoi arrivare a più gente ed è il nostro obiettivo. E poi se il virus è la musica, che mi contagino pure…
 
Davide
Perché la scelta di dedicare una canzone a Santa Rosalia e a quella che in fondo è una tipica storia edificante per la chiesa e per il popolo, non sappiamo fin dove vera, fin dove leggendaria? Santa Rosalia, nelle credenze, liberava inoltre dalla peste. Da quale più attuale e/o più metaforica peste le chiedereste di liberarci oggi?
 
Tamuna
Volevamo in questo disco una canzone che parlasse dell’argomento “violenza sulle donne”, tematica che ancora oggi è piaga del mondo. Abbiamo scelto una donna, con radici nella nostra cultura ,una tra le più belle donne del tempo in cui visse, che su tutte subì violenza psicologica, da parte del padre, abbiamo raccontato la storia in questo senso, ovvero di una donna che fu promessa in sposa ad un uomo che lei non amava, perché ella voleva amar solo Dio. Sola, indifesa, tant’è che fuggi rifugiandosi a Monte Pellegrino,  oggi  sacro, dove morì. Una sorta di grido di sensibilizzazione alla gente che festeggia solo la “Santa” non avendo idea di chi fosse “la donna” Rosalia .
Infatti è alla “Santuzza” che oggi noi chiediamo di liberarci dall’ignoranza che è madre, secondo noi, di ogni comportamento malsano del genere umano tutto.
 
Davide
La vera musica, che sa far ridere e all’improvviso ti aiuta a piangere… (Paolo Conte). Cos’è per voi la vera musica, cosa sa fare? 
 
Tamuna
Per rispondere alle tue domande ci vorrebbero una decina di fogli Word. Noi diciamo sempre, se il mondo fosse governato dai bimbi sarebbe tutto molto più divertente e la musica ne farebbe da padrona.
Per noi è una guida un po’ come Virgilio fu per Dante all’inferno una mano che accompagna l’anima dove il corpo non ha ragione di esistere…
 
Davide
Cosa farete ora e a seguire?
 
Tamuna
Abbiamo presentato il nuovo disco all’Auditorium Rai di Palermo, ma quant’è bello quando non c’è più spazio in sala? Quando la gente è costretta ad andar via perché non c’è più posto per vedere i Tamuna in concerto? Si lo sappiamo, non è carino da dire però quando succede anche se siamo nella nostra città ci rende molto orgogliosi. Adesso abbiamo il bisogno di confrontarci con altre realtà e ci siamo stabiliti chi più chi meno a Londra dove stiamo girando nelle varie Jam e negli Open Mic che questa capitale offre a dismisura, musica in ogni angolo e locale. Fissati per noi alcuni concerti a Londra nei primi mesi del 2015, non prima del nostro consueto Natale in Russia e li ti possiamo assicurare cantano “Ciuscia”!
 
Davide 
Grazie e à suivre…
 

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