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Intervista con i Sitras Monolith

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È disponibile da  maggio sulle piattaforme digitali il disco d’esordio dei Sitra’s Monolith, band che annovera al proprio interno il talentuoso chitarrista Fabrizio Zambuto. In un mix di rock, blues e southern, Sitra’s Monolith, edito dalla Videoradio di Beppe Aleo, si segnala come una delle rivelazioni musicali dell’anno. Il progetto nato nel 2012, è impostato su brani esclusivi e originali ed è composto oltre che dallo stesso Fabrizio Zambuto, anche dai musicisti Michele Mora al basso e Manuel Togni (Kee Marcello, Uli Jon Roth, Stu Hamm, Ule Ritgen) alla batteria.
 
Fabrizio Zambuto (Bergamo, 20 Dicembre 1986), inizia lo studio della chitarra all’età di sette anni. Viene ammesso al conservatorio di Bergamo (Istituto superiore di studi musicali Gaetano Donizetti) tre anni dopo, conseguendo poi il diploma nel 2006 e la laurea specialistica nel 2009, sotto la prestigiosa guida del Maestro Giorgio Oltremari. Contemporaneamente si dedica allo studio della chitarra elettrica, percorso che lo porterà ad esibirsi in svariati eventi nell’ambito del circuito live orobico ed ad avviare una proficua attività di registrazione, ottenendo importanti risultati (tra questi la registrazione dell’inno calcistico dell’A.C. Monza Brianza). L’attività concertistica, classica e non, lo porta a partecipare ad iniziative prestigiose come, ad esempio, “Bergamo Jazz By Night 2007” e “Artisti per Telethon 2010”; nonché la partecipazione al concorso internazionale “Yamaha Six String Theory Competition”, ideato dal celebre chitarrista Lee Ritenour e sostenuto da Yamaha: dopo la selezione, Fabrizio viene invitato a sostenere le finali della categoria Rock sul palco del “National Guitar Workshop” di Los Angeles (CA) dove ottiene il primo posto e la vittoria nella categoria. In seguito viene invitato nuovamente negli Stati Uniti per partecipare alla competizione tra i vincitori delle varie categorie, come rappresentante mondiale della sezione Rock.
Durante questo periodo ha l’occasione di confrontarsi con vari artisti di livello internazionale tra cui Lee Ritenour, Joe Bonamassa, Steve Lukather, Dave Martone e di suonare dal vivo al “Bigfork Center of Performing arts” (MT) con musicisti quali ad esempio Dave Weckl e Melvin Lee Davis. Nel 2012 l’incontro con il bassista Michele Mora e il batterista Manuel Togni (Kee Marcello, Uli Jon Roth, Stu Hamm, Ule Ritgen), porta alla nascita di un progetto musicale dal nome “Sitra’s Monolith” in stile Rock con il quale i tre musicisti si esibiscono in svariati locali di musica dal vivo del nord Italia con un immediato riscontro di pubblico, fino a che nel 2013 entrano in studio di registrazione per dare alla luce il primo disco composto interamente di brani originali.
Maurizio Mazzarella
 
 
Davide
Ciao Sitra’s Monolith. Ci raccontate le origini del vostro gruppo?
 
Sitra’s Monolith
Ciao Davide, sono Fabrizio dei Sitra’s Monolith, io come compositore della musica e dei testi, cercavo gli elementi per formare una band che portasse i brani sul palco e desse loro vita. Ho conosciuto il batterista Manuel Togni e il bassista Michele Mora nel 2012 e abbiamo deciso di avviare questo progetto insieme. Complessivamente abbiamo molta esperienza nazionale e internazionale (Dave Weckl, Melvin Lee Davis, Kee Marcello, Uli Jon Roth, Stu Hamm, Ule Ritgen), e ci siamo affiatati in breve tempo, dopo due mesi abbiamo cominciato a calcare la scena live e in meno di un anno siamo entrati in studio per registrare il nostro primo album.
 
Davide
Quali musicisti e quali dischi in particolare vi hanno più significativamente influenzato? Perché il southern hard blues-rock come scelta di stile?
 
Sitra’s Monolith
I gruppi che ascoltiamo moltissimo sono i grandi classici, ad esempio “Led Zeppelin” “Jimi Hendrix” “Pink Floyd”  solo per citarne alcuni, ma è impossibile stilare una lista realistica dei gruppi che ci hanno influenzato, tutta la musica ci influenza. La scelta di stile non è stata una vera e propria scelta, semplicemente questo è ciò che compongo naturalmente, non ho mai pensato di attenermi ad uno stile oppure ad un genere particolare.
 
Davide
Perché la lingua inglese? Se, come scrisse Samuel Johnson, la lingua è la veste del pensiero, come influenza il pensiero e le tematiche una lingua diversa dalla vostra originaria?
 
Sitra’s Monolith
Ti dirò, quando penso ad un testo lo penso direttamente in inglese, è rarissimo che traduca qualcosa che ho già scritto precedentemente in italiano, semplicemente quando penso ad un testo per musica come la nostra mi viene naturale pensarlo in inglese.
Certo alla base c’è una scelta, la scelta di rivolgermi al mondo intero attraverso una lingua che nel rock fa da padrone.
 
Davide
Collegamento del tutto personale: Sitra’s Monolith, con la sua copertina fantascientifica., mi ha   rievocato un disco dei Kansas, Monolith, che sono andato a rispolverare e a riascoltare dopo più di trent’anni, e così il Libro di Urantia, a cui quei testi si ispiravano… Quali tematiche sono invece racchiuse nel vostro lavoro e c’è qualche libro in particolare che le possa avere influenzate?
 
Sitra’s Monolith
Sicuramente ci sono riferimenti alla letteratura e alle arti figurative, ma non è possibile parlare di una sola opera che ha ispirato questo album, questo perché tutto quello che mi circonda confluisce nella composizione dei brani e dei testi;  fondamentali questi ultimi per entrare nello spirito delle canzoni stesse, in special modo sono le mie stesse esperienze di vita ad entrare nelle opere.
 
Davide
Cos’è il Monolito di Sitra? Ha a che fare con la Kabbalah, con richiamo all’Albero della Morte (Sitra Ahra), contrapposto all’Albero della Vita (Ain Soph)? E il monolito? Vi considerate un gruppo molto compatto, solidale, fermi e decisi rispetto ai vostri propositi, monolitico appunto? Insomma, cosa significa “Sitra’s Monolith”?
 
Sitra’s Monolith
In realtà “Sitra” è il mio secondo cognome perduto generazioni fa, una sorta di radice nascosta, mentre “Monolith” è, come già intuivi, il termine che rispecchia l’aspetto musicale compatto della band, il carattere “granitico”  del nostro gruppo e della nostra musica. 
 
Davide
Bello l’artwork di Michele Vavassori. Cosa volevate rappresentare esattamente con quei disegni che rimandano alla paleoarcheologia e agli archeomisteri che riscriverebbero il passato?
 
Sitra’s Monolith
Lo spirito della copertina è proprio quello che hai descritto, un mistero antico! Ci sono dettagli da scoprire e un disegno generale, la cosa principale è evidente nella copertina: la musica è la chiave; questo il messaggio più diretto all’osservatore, il resto è da scoprire!
 
Davide
Chiude il disco un brano di chitarra classica, Fading. Come i tuoi studi e l’attività di chitarrista classico e quella di chitarrista blues-rock dialogano e si arricchiscono a vicenda?
 
Sitra’s Monolith
È la chiave fondamentale del mio modo di suonare, ho smesso di utilizzare il plettro in maniera preponderante da qualche anno (senza abbandonarlo), applico la tecnica classica alla chitarra elettrica per la maggior parte del tempo, è stata una scelta di ricerca personale, attraverso questa via cerco il mio modo di approcciarmi allo strumento, fondendo tutte le mie esperienze; questo perché avevo un gran bagaglio tecnico classico che restava inutilizzato e mi è sembrato lo spreco più grande che potessi fare lasciarlo chiuso nel cassetto.
 
Davide
Il vostro genere musicale e il vostro sound si prestano a un grande impatto live. Cosa rappresenta per voi suonare dal vivo, dare e ricevere emozione dal pubblico, e quali differenze, in positivo o meno, ci sono per voi con il suonare in studio?
 
Sitra’s Monolith
Suonare dal vivo per noi è fondamentale, le sensazioni sono molto amplificate e la risposta del pubblico è un elemento portante nell’evento unico e irripetibile che si crea ogni volta. Le canzoni vivono in quei momenti in modo completamente diverso dallo studio, dove per forza di cose la situazione è più inquadrata.
Certo fissare una canzone nella sua forma definitiva in studio è come vederla nascere di nuovo dopo averla composta, ed è un’emozione unica; ma è sul palco che la nostra musica diventa davvero viva.
 
Davide
“La musica è per l’anima quello che la ginnastica è per il corpo” disse Platone. Cos’è per voi la musica?
 
Sitra’s Monolith
La musica, per quanto mi riguarda, è ciò che vivo continuamente; non esiste un momento in cui io sia separato dalla musica, che sia suonata o ascoltata; per mia fortuna oggi è molto facile non separarsi mai dalla musica, grazie agli incredibili mezzi che la tecnologia ci offre.
 
Davide
Cosa state facendo ora e cosa seguirà?
 
Sitra’s Monolith
Stiamo suonando molto dal vivo sia in Italia che all’estero, e brani nuovi sono in cantiere, alcuni già vengono proposti ai concerti; è un passo fondamentale per farli maturare, in questo modo viene testata la loro reale efficacia, inoltre la risposta del pubblico è sempre uno dei fattori a cui un musicista deve fare più attenzione.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
 
Tracklist:
1. BREAKING BAD
2. SOMEWAY
3. THE DAY OF REVENGE
4. LADY IN THE RAIN
5. OLD PICTURES OF YOU
6. PAINTED FACE
7. THE LONELY MOUNTAIN
8. NOT IN WORDS
9. FALL ON ME
10. LONG DARK NIGHT
11. FADING
 
Lineup:
Fabrizio Zambuto – Vocal and Guitar
Michele Mora – Bass
Manuel Togni – Drums
 

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