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Intervista con Ricky Portera

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Videoradio
presenta 
 
A distanza di 7 annni dalla sua ultima pubblicazione ritorna sul panorama musicale internazionale Ricky Portera un artista straordinario nella sua completezza che ha per lunghi anni  calcato i palchi con il grande Lucio Dalla. Un mito della chitarra per genialità ed espressività, che ha  saputo in questo nuovo lavoro dal titolo “Fottili” confezionare e realizzare sapientemente un progetto ambizioso. La sua voce particolare, miscelata ad arrangiamenti calibrati, non possono passare inosservati anche per la squisitezza dei testi e dei suoi assoli sempre sopra le righe. Ospiti importanti hanno dato il loro prezioso contributo, Gaetano Curreri, PierDavide Carone, Pino Scotto, Andrea Innesto (Cucchia), Claudio “Gallo “ Gollinelli…. solo per citarne alcuni. La produzione discrografica è a cura di Beppe Aleo per Videoradio.
 
 
Il primo approccio di Ricky Portera con il panorama musicale risale al luglio 1969, quando entra a far parte dei Club72, gruppo nato alcuni anni prima a Castelfranco Emilia del quale fanno parte Danilo Bastoni (tastiere), Augusto Menozzi (voce), Renato Tabarroni (percussioni), Gianni Suzzi (basso), Gabriele Mattioli (sax tenore e baritono), Dino Melotti (sax tenore) e Portera (chitarra solista). È fondatore con Gaetano Curreri degli Stadio, coi quali si è cimentato anche in vesti di cantante nei brani Un fiore per Hal (presente nel primo album del gruppo e nella colonna sonora di Borotalco) e La mattina (presente nel Q Disc Chiedi chi erano i Beatles). Storico collaboratore di Lucio Dalla, è stato anche chitarrista di Ron e altri autori italiani come Eugenio Finardi e Loredana Bertè.
Lucio Dalla ha scritto e dedicato a Portera il brano Grande figlio di puttana, che divenne, nel 1982, il primo grande successo degli Stadio.
Ha scritto per Vasco Rossi Una nuova canzone per lei (1985). Uscito dagli Stadio ha continuato la carriera di session man collaborando con Nek, Massimo Bozzi, Robert & Cara (prodotti da Dalla). Ha partecipato al Festival di Sanremo nel 1996 al fianco di Paola Turci per il brano Volo così e nel 2006 con Anna Tatangelo per il brano Essere una donna.
Nel 1990 realizza il suo primo album da solista omonimo. Al disco collaborano il sassofonista James Thompson e Giovanni Pezzoli degli Stadio.
Nel 1996 torna a lavorare con Lucio Dalla in studi e dal vivo, dopo quasi dieci anni di distacco
Nel 2007 esce il secondo album solista, Ci sono cose, nel quale riprende anche il classico degli Stadio Canzoni alla radio, scritta nel 1986 insieme a Luca Carboni. Per l’occasione ricompone il nucleo originale degli Stadio, Giovanni Pezzoli alla batteria, Roberto Costa al basso e Gaetano Curreri.
Lo stesso anno riceve la cittadinanza onoraria di Mistretta, in provincia di Messina, paese di origine del padre. Su iniziativa di una associazione giovanile locale, è stata inaugurata una scuola di chitarra per principianti e non, tenuta dallo stesso artista.
Ha svolto insieme al gruppo Custodie Cautelari un tour con sei chitarristi italiani; da questa esperienza è nato anche un CD live dal titolo La notte delle chitarre.
Nell’aprile del 2010 ha partecipato come solista all’album Piano Car del compositore minimalista Stefano Ianne, insieme a Trilok Gurtu e a Nick Beggs dei Kajagoogoo. Ha poi affiancato Ianne nel tour di promozione dell’album. Sempre nel 2010 ha fatto parte del GIG (Genuine Italian Guitars) assieme a Luca Colombo, Maurizio Vercon e Peppe Scarciglia.

Discografia da solista

·                     1990 – Ricky Portera
·                     2007 – Ci sono cose
·                     2014 – Fottili

 

 
Intervista
 
Davide
Buongiorno Ricky e ben tornato con questo lavoro solista di rock ispirato ed energico, duro eppure melodico ed emozionante quanto basta per affezionarcisi subito. ‘Fottili’, monito e critica nei confronti del sistema sociale ed economico che sta consumando l’Italia. Cosa si può fare e motivare la musica in una situazione come questa?
 
Ricky
Quando realizzi un disco, l’unica aspettativa che persiste è il piacere al pubblico. È la gratificazione più grande. I brani, essendo l’unico autore dei testi, sono prevalentemente autobiografici, quindi raccontano emozioni, sensazioni, stati d’animo del momento in cui sono stati scritti. “Fottili” è un disco che contiene rabbia mescolata all’amore con un po’ di pessimismo. Nel disco c’è la presa di coscienza di un artista ancora con la sindrome di Peter Pan, che però è mortificato dal potere che ci domina e che succhia denaro e serenità. Questo lo subiremo fino a che avremo qualcosa per far vivere i nostri figli.
 
Davide
Quando hai cominciato a pensare a questo tuo disco e come nascono oggi le tue canzoni?
 
Ricky
Alcuni dei brani non sono proprio recenti, ad esempio Vicoli di Modena è del ’92, mentre Che Male Fai è del 2005 ed erano stati creati per altri artisti come Vasco Rossi e Patty Pravo. Poi mi è stato suggerito di realizzare questo album come per lasciare un segno di me. Per quello che riguarda la musica parto da un riff e poi lo lavoro. Mi importa cercare una melodia che sia fruibile, orecchiabile. Da ciò  costruisco un testo, partendo da un inglese maccheronico, perchè è molto musicale, poi rapporto il suono con il testo in italiano.
 
Davide
Chi ha suonato con te in questo disco? Quali sono le qualità principali che cerchi o che principalmente apprezzi in un musicista?
 
Ricky
C’è Curreri degli Stadio e poi Pino Scotto, con lui è stato un incontro casuale. Abbiamo socializzato e quando stavo cantando Fottili in studio ho pensato alla sua grinta e alla sua determinazione e l’ho vuoluto nel disco. Luca Madonia l’ho incontrato in Sicilia e cantiamo della nostra terra. Poi ci sono musicisti eccezionali: Giovanni Pezzoli, Alex “Polipo” Polifrone, Roberto Gualdi, Sergio Pescara, Tilly Mzu Drummer, Gionata Colaprisca. La stima reciproca e l’amicizia sono alla base di tutto.
 
Davide
Pensavo è bello che dove finiscono le mie dita | debba in qualche modo incominciare una chitarra (Amico fragile, Fabrizio De Andrè). Cos’è per te la chitarra? Cos’era ieri, cosa è oggi?
 
Ricky
Ho iniziato a fare il musicista grazie a miei cugini, ho frequetato la scuola di musica del maestro Bononcini di Modena, dove conobbi Vasco Rossi. È stata mia mamma ad indurmi a suonare la chitarra, che io ritenevo antipatico come strumento adorando la batteria. La chitarra mi rappresenta, ricorda il mio passato, è collegata ai miei affetti. La chitarra è il mio passato, è il mio presente e sarà il mio futuro.

Davide
Si parla sempre di grandi chitarristi inglesi o americani. Siccome non abbiamo nulla da invidiare loro (e il tuo disco, la tua chitarra lo ricordano e riconfermano), quali sono invece i chitarristi migliori del momento in Italia dal tuo punto di vista? E quali sono stati i tuoi modelli?
 
Ricky
Guarda… sono partito dai Beatles e a seguire Hendrix. Ho adorato Jeff Beck e successivamente mi sono innamorato di Rory Gallagher, fino ad arrivare ad Eddie Van Halen. Non mi ha mai stupito la tecnica di questi chitarristi, ma ho cercato di percepire e leggere l’uomo dietro la chitarra. A volte li sento come se li conoscessi o se ci frequentassimo. Ascoltando la loro musica riuscivo a capire il loro stile di vita e soprattutto come soffrivano perché la sofferenza è l’emozione che mi stimola di più. È un aspetto che mi coinvolge sino a raggiungere le lacrime come nel caso di “Catherine “ di Eddie. Ti dico anche che un assolo è un prolungamento della melodia. Ad esempio nel caso di Alba Chiara, il pubblico ai concerti non smette di cantare dopo “tutto il mondo fuori”, ma continua sulla prima frase di Maurizio Solieri e queste sono le impronte da lasciare.
 
Davide
Quarantacinque anni di esperienza nel mondo della Musica (di quella con la maiuscola): cosa ti fa aggiungere e togliere nel comporre, nello scrivere un testo e nell’arrangiare e rifinire una registrazione? Quando un tuo pezzo è per te concluso?
 
Ricky
Quando registro una chitarra ho imparato che la migliore performance è sempre la prima. Poi qualora fosse necessario la elaboro e la correggo, ma di solito la prima idea è quella che diventerà definitiva. Amo alcuni soli dei miei brani come quello di Fottili, di Ma Pensa Te. Mi diverte il fatto che anche il mio fonico- tastierista Renato Droghetti li canticchiava, è molto importante per me questo.

Davide
Che differenza c’è tra il Ricky Portera che suona la chitarra per altri e il Ricky Portera  che la suona per sé, per le proprie canzoni?
 
Ricky
Personalmente io non mi sento un chitarrista della Madonna. Ritengo di essere diventato un musicista per un pubblico di nicchia e per musicisti, dove la tecnica e la difficoltà la fanno da padrona. Così vieni valutato come se fossi ginnasta. Io amo suonare per le shampiste e per le cassiere dei supermercati, cioè coloro che si lasciano emozionare e non impressionare dalla musica.
 
Davide
Nel disco c’è anche ospite un tuo amico di vecchia data… e una voce inconfondibile: Gaetano Curreri. È bello poter riascoltare la tua chitarra e la sua voce di nuovo insieme. Oltre all’amicizia, che significato ha avuto per te questo nuovo incontro professionale dopo tanti anni dalla tua uscita dagli Stadio?
 
Ricky
Gaetano Curreri ormai è un abitudinario dei miei dischi. Lo dice la nostra storia. Siamo cresciuti lavorando sempre insieme, quindi avevo il piacere di averlo in La Mia Vita, che racconta un po’ di noi musicisti. 
 
Davide
Tu hai suonato nei decenni tra i più gloriosi della musica (gli anni ’70 e ’80); forse è troppo facile e scontato dire cosa c’era allora di buono e cosa c’è di sbagliato oggi nella musica per chi ne voglia e provi a farne una scelta di vita e lavoro. E allora vorrei chiederti cosa c’era di sbagliato allora e cosa c’è di buono oggi…?
 
Ricky
Ti rispondo in modo semplice. Io cerco sempre l’armonia dentro una canzone. È il vestito che calza meglio. Questo per dirti che oggi come nel passato al centro deve esserci sempre la musica.
 
Davide
Il più bel ricordo che hai di Lucio?
 
Ricky
Lucio è stato molto importante per me sia come uomo che come musicista. Mi ha insegnato ciò che si deve fare, ma soprattutto ho anche imparato da lui ciò che non si deve fare. La vita con Lucio non era facile, un giorno per lui eri prediletto, il giorno dopo invece diventavi l’ultimo della famiglia. Tutto dipendeva dai suoi stati d’animo. Musicalmente mi ha insegnato a gestire la mia creatività. Ho imparato l’inutilità del dover dimostrare.

Davide
Al disco segue un tour nazionale e internazionale. Dove possiamo conoscere le date dei tuoi concerti? Quali musicisti ti affiancheranno?
 
Ricky
Ci sono i miei social come Facebook che ormai sono di dominio pubblico sul web. Poi ci sono tutti i canali di diffusione della mia label Videoradio e del suo press office che stanno facendo un lavoro egregio.
 
Davide
Aspetto mediatico della tournée, in collaborazione con la Cinetica Video, c’è in programma un reality blog; ci puoi spiegare di cosa si tratta?
 
Ricky
Esprimere a parole non renderebbe l’idea di ciò che il progetto è in realtà. Per questo invito tutti ai miei concerti per comprendere meglio questo aspetto mediatico del mio tour.
 
Davide
Altri progetti? Cosa seguirà?
 
Ricky
Al momento sono concentrato su questo disco e sulla relativa promozione. Sono in programma molte date live. Seguitemi costantemente e non ve ne pentirete.
 
Davide
Grazie e à suivre…

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