INVINCIBLE SOUL, sesto album solista di JAKA, è un esplosivo album di Black Music nel senso più ampio del termine, in cui JAKA unisce l’esperienza e la creatività di un veterano all’energia ed entusiasmo di un esordiente, cantando e componendo con naturalezza brani influenzati non solo dai vari stili del Reggae, come il Roots, il Rocksteady, il Dub, la Dancehall, ma anche da Hip Hop, Funky, Soul, fino alla Trap e alla Dubstep, amalgamando il tutto in modo eclettico ma coerente.
Un viaggio su due universi paralleli: uno sul piano materiale, dalla natìa Sicilia a Firenze dove JAKA fa base da anni, passando per i suoi soggiorni in Giamaica a Londra a New York, fino al lontano Oriente; l’altro su quello spirituale in cui si abbandona l’identificazione con una terra o un ruolo, ci si ferma a guardarsi dentro e ci si scopre anime invincibili.
I testi – in italiano, siciliano, inglese e patwa giamaicano – prendono sempre ispirazione dall’esperienza personale dell’autore; a volte semplici e poetici, altre volte crudi e diretti, ma quel che è sicuro è che ogni canzone racconta una storia vera, vissuta fino in fondo.
Il disco registrato allo Studio Boomker sound di Firenze è un altro passo in avanti compiuto dal giramondo artista verso sonorità più internazionali.
Il lavoro di produzione musicale dell’album è stato affidato alle sapienti mani di Ciro Princevibe, mentre il più famoso artista reggae italiano nel mondo, Alborosie, produce il riddim di “A Real Change”.
Princevibe è dal canto suo uno dei più quotati produttori musicali italiani di reggae nonché tastierista della Band che ormai accompagna in tour JAKA da moltissimi anni, la “Michelangelo Buonarroti Band” aka “Fire Band”.
Ed è proprio questo eccezionale ensemble di musicisti che suona in 9 delle 13 tracce del disco, dalle tastiere dello stesso Princevibe e quelle di Jos The Key, alla batteria di Andrea Spinetti, il basso del veterano Albedub, i fiati di Bosketto, le chitarre dello stesso JAKA e del vecchio compagno Irie V.
Tra i musicisti ospiti anche Ludus Pinsky e Matteo Maggio, mentre tra i cantanti che partecipano all’album dall’Italia troviamo Roberta Prestigiacomo e Crissing, dalla Jamaica Hi Kee, dall’Inghilterra Brinsley Forde degli Aswad e Ice Mc e dagli Usa Dre Love e Donald D. Massiccio l’uso dei cori affidato alle voci esperte di Queen Mary e della giovane Mistilla, le quali duettano con JAKA anche in veste solista rispettivamente nel Rocksteady “Close To me” e in “Frontline”.
La cover di INVINCIBLE SOUL è ricca di contenuti simbolici: l’araba fenice rappresenta rinascita e rinnovamento, mentre il mandala – simbolo ritrovato in epoche lontanissime in tutte le parti del mondo dal Tibet alla Toscana, dal Sud America all’Africa – è conosciuto come “il fiore della vita” e rappresenta l’interdipendenza di tutte le cose.
Etichetta Jaka Lion Records, Distribuzione Audioglobe dal 5 maggio 2014.
Giuseppe Giacalone, Jaka alias Dj Kote Giacalone (Trapani), è un cantante, musicista e disc jockey italiano di musica reggae raggamuffin nato in Sicilia, e residente da anni in Toscana. Dopo una decennale esperienza nella scena musicale reggae raggamuffin italiana, jaka esordisce con il primo disco: “Della parola armati” nel 1991. Disco all’interno del quale c’è la celebre canzone: “Ragga Soldati” divenuta in seguito un classico del genere. In seguito, in collaborazione con Il Generale & la Ludus Dub Band, Jaka diede vita diversi album divenuti storici. “Memorabile” è il titolo del disco che uscì nel 2000, disco che grazie al brano “Un S’Accuntenta” ha riscosso un discreto successo in tutto il territorio nazionale.
Contemporaneamente alle tappe discografiche, Jaka ha collezionato esperienze di alto livello collaborando con dozzine di artisti ed esibendosi dal vivo in diversi eventi di portata nazionale (come il Rototom Sunsplash). Nel 2007, presenta insieme a Ras Dedo, la quinta edizione del Sikula Reggae Festival. Jaka è anche conduttore radiofonico presso la popolare emittente fiorentina Controradio, inoltre conduce laboratori ricreativi nei quartieri fiorentini e nei campi Rom, oltre a promuovere gli artisti emergenti che ne seguono lo stile musicale ragga hip hop.
Nell’aprile 2011 è uscito l’album “Forza originaria”, da cui è tratto il videoclip del singolo “A Erice“, dedicato alla sua città natale.
Discografia
· 1992 – Della parola armati
· 1999 – Ganjah (45 giri)
· 2000 – Memorabile
· 2004 – Love to the people
· 2005 – Reggae in Italia ( 45’s)
· 2007- Patri di Famigghia” ( 45’s)
· 2007 – Love Fire ” ( 45’s)
· 2007 – Mettiamo a fuoco
· 2008 – Live as One ( 45’s )
· 2009 – SPIRITUAL R- EVOLUTION
· 2011 – Forza originaria
Intervista con Jaka (Giuseppe Giacalone)
Davide Ciao Jaka. Ben tornato con “Invincible Soul”. Cos’è un’anima invincibile?
Jaka
Ognuno di noi è un’anima invincibile. Anima invincibile vuole significare che ognuno di noi è come il sole, siamo oscurati dalle nuvole, ma dietro le nuvole il sole splende sempre. Noi ci identifichiamo continuamente con le nuvole, che sono i nostri oscuramenti temporanei, ma in realtà la nostra vera natura è quella del sole, ed è ciò che dobbiamo scoprire. Continuare a rimuginare sulle nuvole è solo una perdita di tempo, Invincible Soul è un viaggio in direzione del sole, o quantomeno un percorso in musica che inizia ad assaporarne il calore.
Davide Le tue canzoni affrontano tematiche diverse, ma come riassumeresti il filo conduttore principale che le lega? Cosa, in questo momento della tua vita artistica e della tua fase artistica ti premeva di affrontare sopra tutto?
Jaka
Questo disco in realtà è un “concept album”, un’esplorazione delle mie radici sia terrene che spirituali. Parte infatti dalla mia natia Sicilia con “C’è nu jardinu” ed arriva a “Fermati, osserva, respira”, cioè al momento in cui ti accorgi che tutto ciò che cerchi fuori in realtà lo hai già dentro, quindi forse a dire il vero, il disco finisce dove il vero viaggio inizia ahahah! In questo momento della mia vita non mi sono chiesto cosa mi premesse affrontare, ho semplicemente lasciato che i brani e i testi sgorgassero spontaneamente. Non ho pensato a tavolino “ora parlo di questo”, ma ho espresso semplicemente quello che sentivo in quel momento. Sono come un attore che ha girato 13 film senza copione. Per questo forse l’album è così vario, ma il filo conduttore si è manifestato alla fine.
Davide Ci sono molti ospiti nel tuo disco, nazionali e internazionali. Ci presenti per intanto la tua band? Saranno gli stessi musicisti che ti accompagneranno dal vivo?
Jaka
“Invincible Soul” è un album quasi interamente suonato dal gruppo che prima col nome di Fire Band e ora con quello di Michelangelo Buonarroti mi accompagna da lunghi anni ormai nei miei live e in studio. I pezzi sono più caldi con gli strumenti veri. In Tour quest’anno saremo sia con la live band per i palchi più grandi che in dancehall showcase io e una corista per le situazioni più agili o con i Sound Systems . In entrambi i casi chi conosce Jaka dal vivo sa che il nostro è uno show ad alto potenziale energetico, ricco di comunicazione e coinvolgimento.
Davide Molte le collaborazioni, tra cui (in ordine di apparizione nella track-list) Roberta Prestigiacomo, Mistilla, Brinsley Forde (ex Aswad), Queen Mary, Hi-Kee, Donald D. Crissing & Dre Love, Ice Mc… Che significato hanno per te il cosiddetto featuring in generale e in particolare il condividere/cantare insieme a qualcun altro le tue canzoni?
Jaka
Come si può ben notare non sono featuring di nomi ad effetto, ma sono persone che considero grandi artisti. Puoi avere anche Sizzla, Capleton, Shaggy e chi vuoi te in un disco, basta pagare. Magari manco li vedi e li conosci, tu mandi l’assegno e ti arriva il featuring. Io adoro fare musica insieme agli altri e mi piace anche la varietà di voci e colori diversi in un brano. In questo disco ci sono parti che ho scritto io ma ho fatto cantare ad altri. Per me non è importante segnare ma vincere la partita, e la palla te la passo volentieri se fai goal, Queen Mary ad esempio ha cantato “Close To me” mille volte meglio di come avrei potuto fare io. Per me un vero featuring è quando c’è uno scambio di energia tra te e gli altri e non solo qualcosa che prendi e la appiccichi li. A me ha dato la stessa intensa emozione aver duettato con autentiche leggende come Brinsley Forde o con cantanti emergenti come Roberta Prestigiacomo perché entrambi hanno messo un pezzo della loro anima in quello che hanno fatto.
Davide Quando e come ti sei innamorato della musica reggae, raggamuffin, rocksteady e dintorni? E soprattutto perché ti sei appassionato alla musica e alla cultura giamaicane?
Jaka
La prima volta che ho ascoltato Bob Marley avevo 10 anni ed è stata un’esperienza mistica, l’ho sentito vibrare dentro questo sound, come quando riconosci qualcosa che ti appartiene a pelle. Nei primi anni 80 suonavamo funky rock e reggae ma in Sicilia arrivavano ancora pochi dischi del genere e conoscevo solo pochi artisti; è stato nel 1989 andando a vivere a Londra e partecipando al mio primo Notting Hill Gate Carnival che ho approfondito questa musica e questa cultura e scoperto quanto fosse vasta e affascinante. Nel 1991 sono andato in Jamaica per la prima volta e ho visto come li la musica fa davvero parte della vita della gente e di come il Reggae sia la voce di un popolo, ma anche un suono che si adatta molto al mio carattere rilassato. Il reggae è musica, ma viene da un retroterra culturale che è bene conoscere se vuoi comprenderlo veramente.
Davide Alborosie, Jahmento, Lorrè, Shakalaska band, Hi Kee & Fikusazzah Band, Trinakriù e certo ne sto tralasciando molti altri, in Sicilia si fa molta musica di qualità a base di reggae, raggamuffin e dancehall. Cosa c’è di affine tra le due isole? La sicilia per cultura, paesaggi, mentalità, ha detto qualcuno, è il terreno ideale per il reggae, Sei d’accordo?
Jaka La Jamaica e la Sicilia hanno molte cose in comune, per quello in Jamaica mi sento a casa, e per questo appena ai giamaicani dico che sono siciliano loro rispondono “Respect!”. Io sono molto felice della crescita del reggae in Sicilia non ho desiderato altro che tutta la mia vita, cantavo in dialetto già in un epoca in cui nell’isola nessuno era interessato al reggae, eppure continuando a farlo non ho mai perso la speranza che un giorno questa musica sarebbe stata apprezzata nella mia terra, e ora ai concerti le mie canzoni e quelle di altri artisti siciliani del genere le cantano migliaia di persone e anche i bambini. Gli artisti reggae siciliani sono molto bravi e la scena può ancora crescere se si procede nella direzione dell’unità e non della divisione, e intendo a fatti e non a parole, uniti ci si arricchisce, divisi ci si indebolisce, se ognuno tenta di proteggere solo il suo orticello alla prima carestia si morirà di fame ma se facciamo un deposito comune di risorse e condivisione allora si progredirà e questa cultura metterà solide radici; uno dei grandi drammi della Sicilia è sempre stato quello di non valorizzare abbastanza le sue risorse culturali e di importare da fuori ciò che in realtà produce meglio da dentro. Per me la Sicilia è il terreno ideale per il reggae, come per qualcun’altro lo è il Salento o l’Inghilterra, quindi io dico quello che è per me e non ciò che deve essere per gli altri.
Davide Perché in copertina hai associato la fenice al Fiore della Vita. Un auspicio che l’attuale civiltà umana si risvegli a uno stato di coscienza più alto, da un qualche lungo sonno? Come immagini il futuro?
Jaka
La fenice è un simbolo di rinascita e rinnovamento, il fatto che sia attorniata dalle fiamme la ricollega ancora di più a figure sacre come quella del “Garuda”, e ha quindi un forte potere simbolico. Credo che stiamo vivendo tempi terribili e violenti, in cui il materialismo aberrante sta cercando di sopprimere ogni forma di umanità. Allo stesso tempo stiamo assistendo a uno straordinario risveglio spirituale da parte di sempre più persone. Crollate tutte le ideologie illusorie che sono belle idee ma che non corrispondono alla realtà e assistendo allo sfacelo della nostra società materialista, ci accorgiamo che solo una profonda evoluzione interiore può portare a un cambiamento concreto nella nostra persona, nella nostra famiglia e nella società. Il fiore della vita l’ho utilizzato perché come tutti i mandala sacri oltre a essere una rappresentazione grafica dell’universo e dunque della nostra autentica condizione, in questo caso rappresenta anche l’interdipendenza di tutte le cose ed è un simbolo che appartiene a differenti culture e si trova in differenti epoche in tutte le parti del mondo, dall’Africa al Tibet, fino in Toscana dove è stato ritrovato su una stele etrusca del V secolo a.C. in quel di Paganico, in una zona dove spesso mi reco a passare del tempo.
Il futuro? Dipende dal presente. Causa e conseguenza; quello si manifesterà in futuro non è altro che il frutto di ciò che stiamo pensando e facendo ora, e dipende da noi, solo da noi.
Davide Il reggae diventerà una forma di lotta, se non è già accaduto, disse Bob Marley. Per te è così, una forma di lotta? Di lotta per raggiungere cosa e in che modo?
Jaka
Per una risposta simile ci vorrebbe un libro intero. Posso provare a sintetizzare dicendo che la musica è una forma di energia e questa può influenzare il nostro sentire. Il reggae non è solo una musica di protesta contro una società ingiusta e disumana ma è anche una musica spirituale che invita alla pace interiore e alla meditazione. Ma non dimentichiamo appunto che il reggae è una musica, ma chi agisce sono le persone e quindi l’uso che se ne fa dipende dal livello di coscienza delle persone.
Davide Ho letto che conduci laboratori ricreativi nei quartieri fiorentini e nei campi Rom. Ce ne parli? Di cosa si tratta?
Jaka
Al momento seguo questi progetti dall’esterno, ma per tanti anni ho lavorato in strada a stretto contatto con queste realtà, tra cui anche il carcere minorile di Firenze dove per diversi anni per conto della “Coop. Cat” ho tenuto corsi e laboratori di Reggae e Rap. Ho sempre usato la musica come uno strumento terapeutico e non solo ricreativo in contesti estremamente disagiati come le periferie della città. Mentre un certo Rap scala oggi le classifiche raccontando storie che creano falsi modelli di vita e false aspettative, noi abbiamo dato voce alla vera essenza di questa forma espressiva, attraverso un percorso spontaneo e diretto con i ragazzi e le ragazze in strada. Per anni avevamo un Sound System con mixer e microfoni montati su un camper, arrivavamo nei quartieri e partiva la Jam, i ragazzi si esprimevano e questo li aiutava a prendere coscienza di sè. Questa attività faceva da catalizzatore per un tipo di contatto a raggio più ampio, e dopo poco ci chiedevano loro stessi di fornirgli ogni tipo di informazione che potesse aiutarli ad a orientarsi nella giungla della vita, dalle informazioni sulle offerte di lavoro a quelle sulla pericolosità di certe sostanze, o sulla prevenzione sessuale e via così.
Davide Cosa ti fa scegliere, nel cantare un testo, ora l’italiano, oppure il siciliano, oppure l’inglese o la lingua creola giamaicana, il patwa
Jaka
Non le scelgo a tavolino, infatti in questo disco ci sono tutte le lingue che hai appena menzionato! Le canzoni nascono spontaneamente in una lingua o in un altra e a quel punto vado in quella direzione. Sai quante volte produttori e amici mi hanno consigliato di tradurre alcuni miei pezzi dal siciliano all’italiano scommettendo che così potrebbero avere più successo? L’unico adattamento del disco dal dialetto originale all’Inglese è stato fatto in ” unky reggae party”, ma tu ce la sentiresti “A Erice” o “Duci” in italiano? Io sono flessibile ed elastico ma amo le cose vere, non le cose forzate. Ci tengo a dire anche che “Invincible Soul” è un album distribuito dalla coraggiosa “Audioglobe” di Firenze con cui abbiamo ormai da anni un rapporto di distribuzione discografica ma soprattutto di stima reciproca, e questo mi garantisce la massima libertà espressiva.
Davide Anche se nel cuore non hai mai lasciato la Sicilia, le tue radici, perché hai deciso di vivere altrove, in Toscana in particolare?
Jaka Motivi personali fondamentalmente. E comunque adoro la Toscana, è una terra magica e meravigliosa, anche se in Sicilia negli ultimi anni passo sempre più tempo… chissà che un giorno non vi faccia ritorno… in ogni caso essendo un mistico non mi identifico con un luogo ma considero l’intero universo la mia casa. Ogni momento in cui sono presente nel momento presente, ecco quella è la mia casa. L’anima invincibile è la mia vera casa.
Davide I dreadlocks, nazireato o meno, il reggae come musica dei rastafari per definizione, il tuo stesso nome d’arte Jaka che rimanda a Jah (Dio)… In che rapporto sei con il rastafarianesimo, anche se per molti africani o giamaicani dovrebbe esserne esclusa la partecipazione ai bianchi? Cos’è per te la spiritualità, cos’è Dio? Qual è il tuo modo “vitale” di intendere il rapporto con la Creazione?
Jaka
Ogni definizione mi limita. Rispetto tutto e tutti ma credo che definire le cose attraverso la mente ordinaria e dualistica non porterà mai ad una autentica conoscenza della realtà. Invece di continuare ad affermare solo il nostro ego ammantandolo dei più nobili ornamenti religiosi o politici, dovremmo iniziare dalle cose più semplici, a rispettare gli altri, e a coltivare amore e compassione, invece di indulgere nel creare solo nuove occasioni di divisioni tra gli uomini, e quindi creando ancora più limitazioni e sofferenza. La spiritualità per me non è una questione razziale, culturale, o religiosa, bisogna andare all’essenza; mi chiedi di parlarti di cose delicate ma non mi sento un teorico, io non guardo quello che una persona dice o professa, ma quello che fa e come si comporta. Fare i piatti e pulire i cessi con presenza, amore e devozione può essere un atto più spirituale che pregare con la mente rivolta altrove.
Davide Domani?
Jaka Tutto cambia. Chi lo sa? Non faccio programmi a lungo termine e nella vita mi piace non avere limiti di possibilità. Del domani non v’è certezza, mi godo il momento e ti ringrazio per avermi fatto delle domande interessanti in questa intervista. Invito tutti quelli che fossero interessati alla nostra musica a visitare il nostro sito www.iljaka.it oppure www.facebook.com/jakaofficial e se l’album vi piace a sostenere la musica indipendente, anzi interdipendente, e a dargli forza concretamente.
Davide Riccio, di Torino, educatore, musicista polistrumentista, compositore, scrittore e giornalista. Svolge l’attività di educatore. Ha pubblicato poesie e racconti su svariate antologie e riviste dal 1985 ad oggi.
Suoi libri: Povertissement (Genesi editrice, 2006), Sversi (Libellula Edizioni, 2008), Neumi – Cantus Volat Signa Manent (libro illustrato con cd musicale, Genesi editrice, 2011), Bowie.It – Italian Bowie (e-book Kult Underground, 2019), Solo a Torino (Albatros, 2019), Raccolti (Oedipus, 2019), “Poesie fuoriporta” (Campanotto Editore, 2019), La banca dei reincarnati (romanzo, Genesi editrice, 2021), Poi Sia (Genesi editrice, 2021), “Il Musico – Una storia ritrovata”, biografia di David Rizzio, prefazione di Sergio Soave (Genesi, 2022), “A qualsiasi titolo” (Genesi, 2022), “Italian Bowie – Tutto di David Bowie visto in Italia e dall’Italia” (Arcana, 2023).
Dal 1999 ha collaborato con quotidiani e periodici (Torino Sera, La Val Susa, Oblò). Dal 2004 scrive di musica e cura interviste con gruppi musicali e musicisti italiani e internazionali per la e-zine Kult Underground.
Dal 2013 ad oggi ha realizzato programmi radiofonici tematici come autore e speaker per la webradio torinese Radio Banda Larga, RadioArte e Webradio Network.
Dal 2010 ha curato o preso parte ad alcuni cortometraggi e lungometraggi di fiction e documentari come regista, autore o co-autore, attore o voce narrante. Suona e compone musica, ha pubblicato lavori come ospite, a nome proprio o con l’aka DeaR o in diversi gruppi e progetti. Suoi ultimi lavori sono il doppio cd “New Roaring Twenties/Human Decision Required” (New Model Label, 2021) e “Out of Africa” (Music Force, 2021), “Mon Turin” (Music Force, 2022), “DeaR me!” (2023).
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