Davide
Ciao Chiara e grazie per quest'ora di musica piacevole e raffinata. Sette anni fa il tuo esordio con “Libero arbitrio” e nel mezzo molte esperienze, collaborazioni e progetti diversi, anche nel cinema e nel teatro musicale. Come sei artisticamente cambiata nel frattempo e quali punti fermi sono rimasti?
Chiara
Credo si possa parlare di “evoluzione” o “maturazione” artistica. “Libero arbitrio” era un disco appartenente all'area più indie-rock, “Elemento H2O” è più legato alle atmosfere jazz, alla canzone d'autore, al pop elegante. In entrambe i casi posso dire di sentirmi me stessa, la mia natura di ricercatrice vocale e musicale è ben espressa, la contaminazione la fa da padrona, la ricerca d un sound ben preciso e “nuovo” (mi auguro) mi caratterizzano.
Davide
Oltre alla crisi sociale, politica ed economica in cui ci stiamo trovando ormai da lungo tempo, c'è stata anche una tua crisi personale, e per aiutarti a superare tutto questo hai sentito il bisogno di scrivere e cantare le tue nuove canzoni. Ma poi, a ben guardare nel significato della parola, è sempre tempo di crisi. O, almeno, lo è se badiamo all’etimo: Crisi, dal greco antico, ‘scelta’. Quand’è infatti che non si è costretti a scegliere o che non sia conveniente farlo? Se non scegli, sarai scelto. Ma, per intanto, cos'hai scelto attraverso queste crisi e questo lavoro?
Chiara
Questa è una bellissima domanda, caro Davide! Esattamente, questa “crisi” mi ha portata a scegliere ciò che forse non riuscivo a scegliere di fare per i troppi impegni, per la necessità di lavorare, per l'insieme di progetti o situazioni nelle quali ti ritrovi, sentendoti poi imbrigliato in un qualcosa che non ti appartiene più. Mi spiego meglio. Io ho scelto, sì. Di fare la mia musica. Stop. Ho abbandonato i progetti di cover, standards, bellissimi, che mi hanno dato tanto in tutti questi anni, ho lasciato andare le situazioni musicali e lavorative che non mi convincevano più. Ho ridotto anche i miei impegni sull'insegnamento per potermi dedicare quasi interamente alla scrittura, alla sperimentazione, alla ricerca del mio sound, vocale e musicale. La “crisi” naturalmente ha investito anche la mia persona, umanamente parlando, conducendomi a scelte di vita ben precise. Ora sono felice. “Elemento H2O” è conseguenza, colonna sonora e felice esito di tutto ciò.
Davide
Un disco che ti porta nel territorio a te più congeniale: a cavallo tra jazz e canzone d'autore, pop e ricerca, tra le leggendarie jazz vocalist del passato e le grandi interpreti rock americane. Quali?
Chiara
Bè, io sono un'artista assolutamente “contaminata” da moltissimi ascolti di natura differente.
Le grandi jazz vocalist, in particolare Ella e Nina Simone, ma anche le più attuali Dianne Reeves e Cassandra Wilson, mi hanno sicuramente accompagnata nel mio percorso musicale, ma accanto ad esse intravedo figure di spicco della canzone americana, songwriters meravigliose, come Joni Mitchell, Rickie Lee Jones, le più attuali Sheryl Crow e Alanis Morissette, la canzone d'autore italiana (i genovesi in particolare), Sting e i Police, Noa e la musica etnica (adoro l'India…), ma anche la musica elettronica, Bjork e i Portishead, per tornare al tango di Piazzolla, al rock dei Metallica e dei Led Zeppelin, a artiste indie del calibro di Fiona Apple e P.J. Harvey. E poi il blues e i raffinatissimi Duke Elington, Coltrane e Mingus. Insomma, di tutto un po'.
Davide
Hai dedicato una canzone a Parigi. E Torino, cos'è per te questa nostra piccola Parigi?
Chiara
A Parigi sono stata una volta soltanto, ma l'ho fotografata nella mia mente, legandola ad emozioni ed impressioni che ho dipinto in questa canzone. Parigi è magica, romantica, rocambolesca, cistercense. Torino non è così dissimile dal cuore della Francia. Torino è elegante, assolutamente viva, si respira molta musica, parecchia arte e tanto desiderio di esplodere. In senso positivo, ovviamente. È un folto sottobosco di talenti emergenti. Amo Torino, profondamente. La frequento spesso, ci suono volentieri. Mi piace respirarla. Il video di “Leggera” l'abbiamo girato lì!
Davide
Ma anche una domanda sulla tua città. Quale luogo in particolare o storia e quale personalità legata a Saluzzo ti sono più cari?
Davide
Componi al pianoforte? Come procede di solito il tuo lavoro di composizione, per altro armonicamente ben strutturato? È l'accordo, l'armonia che ti aiuta a trovare la melodia o privilegi la linea melodica su cui intervieni successivamente con l'arrangiamento da un punto di vista armonico?
Chiara
Si, compongo al pianoforte, compagno prezioso… Generalmente è l'armonia a condurmi alla ricerca di linee armoniche nuove e interessanti per me, spero anche per l'ascoltatore…
Melodia e testo nascono contemporaneamente, con i dovuti aggiustamenti. Tendo a non modificare troppo la linea iniziale. Generalmente la prima registrazione casalinga (ovvero, io, pianoforte, gatto e registratore vocale) è sempre la più magica. Su quella scia magica parto, poi intervengono gli arrangiamenti del caso. A volte l'idea armonica non è mia, ma di qualche collega. Melodia e testo, invece, sono sempre miei.
Davide
Cosa precede o quand'è il momento in cui senti il desiderio di sederti al piano o davanti a un foglio per scrivere le tue canzoni?
Chiara
Ogni volta che mi siedo al piano per studiare o lavorare, avrei voglia di comporre. Lo faccio spesso nelle pause, tra un allievo e l'altro, oppure, la domenica, giorno di pace, per me.
È un desiderio continuo, direi, incessante. Mi fa sentire viva. Naturalmente compongo su fogli volanti, trovati qui e là per casa. Però ho la buona abitudine di registrare tutto.
Davide
Parlaci dei musicisti che ti accompagnano in questo disco.
Chiara
In “Elemento H2O” ho fortemente voluto circondarmi di meravigliosi musicisti, oltre che amici. La squadra che né è nata, è molto affiatata. Durante i live ci divertiamo parecchio. Il mio spirito è molto goliardico, ma anche loro non si tirano indietro… ah ah! Il primo a credere in H2O, oltre a Giovanni Gullino, produttore e responsabile della Geco Records, è stato Franco Olivero, nonché arrangiatore di quasi tutti i brani. Io e Franco abbiamo lavorato insieme in passato, in teatro. Il teatro, altra grande passione! E poi Enzo Fornione al panoforte, Marco Allocco al violoncello, Francesco Bertone al contrabbasso e basso elettrico, Paolo Franciscone alla batteria, Matteo Negrin alle chitarre e la speciale partecipazione di Riccardo Zegna, che è stato mio maestro ai tempi del conservatorio, uno dei più grandi pianisti jazz italiani, e Gianni Virone, una giovane promessa del sax. Sono musicisti che appartengono alla sfera jazzistica del basso Piemonte, tra Cuneo, Torino ed Asti. Ma si sono divertiti in questa avventura così fortemente intrisa di contaminazione. Qui il purismo non c'è e non mi interessa che ci sia.
Davide
Dindalan cita una ninna nanna in dialetto piemontese. Dindalan le mortie el can, can bucin ciamava giuanin, giuanin cutel taiaie la pel, la pel del luu, curucucuu. Perché? Un ricordo?
Chiara
Dindalan è un mantra, una ninna nanna, che mia nonna mi cantava da bambina. È il mio modo di ricordare questa figura così forte e importante per me. Nonna Margherita, speciale, appassionata, forte, indipendente. La ninna nanna non è mai un canto così allegro. Generalmente le ninne nanne popolari hanno testi anche terribili, dove si parla di morte, i bambini venivano spesso spaventati con le ninne nanne. Se non dormi, il lupo ti mangerà… Per me non esiste quest'idea così terribile di morte. La vita e la morte sono un tutt'uno. È una trasformazione. Il messaggio è positivo.
“Le stelle non si spengono , se le sai guardare”. C'è speranza. Almeno, per me.
E poi l'omaggio al mio dialetto, il piemontese. Suona bene, vero?
Davide
Molto. Suppongo che in copertina ci sia vicino a te una fata, o molto vi assomiglia. Sono esseri che tra l'altro hanno tradizionalmente come compito quello di vegliare sulle persone come angeli custodi. Che significato ha la tua?
Chiara
Si, è una fata, dipinta da Paola Rattazzi, la pittrice che ha curato la grafica del disco. Le fate sono esseri assolutamente affascinanti. Fate e sirene mi accompagnano da quando sono bambina. Rappresentano la magia delle cose, che spesso ci dimentichiamo di vedere. L'estrema razionalità ci inganna. Ci regala false sicurezze. Ma questo è una altro discorso.
Davide
Come insegnante di canto… Cosa ti preme anzitutto di insegnare con il canto o attraverso di esso, specialmente ai più giovani, ai bambini? E cosa sono per te la voce e il canto?
Chiara
La voce è l'espressione più intima di noi stessi. Il canto è la gioia di essere noi stessi. Ai miei allievi trasmetto questo, il rispetto per la propria voce, dunque lo studio della tecnica vocale, ma anche l'amore per la musica, la capacità di ascoltare, la disciplina e l'importanza dello studio. Per cantare non è sufficiente prendere un microfono in mano… Bisogna studiare e anche parecchio!
E poi è fondamentale conoscere il linguaggio musicale e saper suonare almeno uno strumento.
Credo di non amare i format televisi… Ma i miei allievi lo sanno… ah ah!
Davide
La musica avanti a tutte le cose, disse Paul Verlaine. E per te?
Chiara
Si, Verlaine la sapeva lunga in merito. La musica è avanti a tutte le cose. Sempre. E comunque.
Io ho sposato la Musica. (Questa è forte). Nel senso che la musica è la mia ragione di vita, il mio modus vivendi. Ma credo che tutti i miei colleghi la pensino come me. È totalizzante.
Chiara
L'acqua è pace, purificazione, emblema e simbolo di femminilità. Con “Elemento H2O” è cominciata la fase della ricerca, che non ha mai fine. Ricerca musicale, artistica, personale. Che succederà? Bè, intanto, promuovo “Elemento H2O”, del quale sono felicissima! Poi, tra dieci giorni sarò in scena con uno spettacolo teatral musicale, “Le donne di Kurt”, dedicato a Kurt Weill e Bertold Brecht, insieme a tre mie colleghe stupende, Francesca Monte, Marta Mattalia e Clara Dutto. A Cuneo. Spettacolo interessantissimo, che porteremo sicuramente in giro per l'Italia. E poi.. poi… si lavora già al prossimo disco! Che uscirà, spero nel 2015!
Grazie a voi, Grazie a te, Davide!
Davide
Grazie e à suivre…