A PASSO DI MARCIA
Letto oggi, 21/04/2006, in Ceglie Messapica (BR)
Cesare Vergati usa il primo piano e lo sfondo, e fa dei suoi personaggi famiglia di idee, al punto che con una trilogia (intitolata la trilogia dell’eco), ha voluto consegnarci prima il sogno – col romanzo “A sorpresa” – poi la visione, con questo suo ultimo “Soldato a veli”.
Attendo il terzo libro, adesso, immaginando un disvelamento che con la sorpresa ed i veli abbia a che vedere. Penso, così, al cinema. Se il primo è stato un romanzo in poesia e il secondo un romanzo in teatro, il terzo può esserlo in technicolor? Oppure in pittura?
Il movimento cadenzato (il passo della marcia) uccide attrae basisce; e la scrittura diventa neuronica, alta, innervata, solida, compatta. Pietra angolare.
Mattone dopo mattone, cemento dopo cemento, costruisce il suo cosmo visionario, fluido e mai deterrente. Mai attrito compare. Mai dubbio assolutista completamente pervade.
La scrittura accende gli occhi alla scoperta: la dissoluzione dei veli, o almeno la loro apertura , l’innalzamento alla divina e troppo umana verità.
Una scrittura a tratti mistica, come prece a qualche Supremo Artista, al suo programma di Armagheddon (o Har- Magheddon).
Geova, Cristo e il mondo con i suoi soldati e i suoi generali, i figli ed i padri. La violenza della quale i Testimoni di Geova ci hanno indicato la data di nascita, dalla quale c’invitano a stare in guardia.
Una lunga tradizione giudaico- cristiana ed un’infinita lotta dell’uomo- soldato sulla terra di Satana. Sant’Agostino parlò del soldato dopo una lunga, estenuante lotta; nel testo- romanzo guerra o battaglia.
Tutti questi elementi mistico- confessionali ritrovo, insieme ad una pacata, “eretica” critica degli stessi; al sistema del doppio, racchiuso nella finora incompleta, per i lettori, trilogia.
Da “A sorpresa” al “Soldato a veli”, un primo doppio: donna- soldato; vittima- abusatore inconscio, legato alla sua “ignoranza” ed animale- materia- carne.
La sorpresa qui è l’esser basito, a passo marziale, del personaggio di fronte ad una verità che non vuole vedere e che è troppo semplice e lapidaria per essere scorta. Sono i sensi che ingannano. Avevano ingannato l’io narrante del primo testo, ingannano l’io narrante del secondo; ed entrambi sono anime scomode.
E la poca coscienza- conoscenza per noi tellurici possibile diviene, perciò sorpresa.
Spalancati teneva gli occhi, non di terrore, non di orrore, bensì di sorpresa (pag. 43).
Siamo ciechi all’obbedienza e sconoscenti la nostra avventura sulla terra.
La donna e il soldato, il padre ed il soldato, le fiere e il soldato, l’amore di lei e l’amore di lui… Il bacio da lei voluto- subìto e il bacio da lui dato- scolpito […] lui il soldato, traditore invero, la baciava delicatamente sul viscido carneo dell’essere e dicendole solennemente, il respiro affannoso, rumoroso quale un rantolo nelle narici, “Sei arrivata, finalmente”, e la squasciava tra le mani (pag. 67).
Il volume è corredato da una postfazione, constante di una conversazione dell’autore con Ugo Ronfani. Di seguito, della stessa, potete leggere i pezzi della voce dello scrittore Vergati, da me selezionati al fine di tutto quanto mi pare esser d’importanza.
[…] I due romanzi: “A sorpresa” e “soldato a veli”, con soggetti tra loro in opposizione, sono destinati a confluire nell’ultimo romanzo della “trilogia dell’eco”, per cui si potranno intendere pienamente gli aspetti complessivi delle tre opere compresi in una evidente unità di stile, di scrittura e di temi […] La frammentazione della scrittura, che rimanda ad un discorso sulla memoria, è […] solo apparente […] Si tratta in parte di una scrittura sensitiva […] di una scrittura musicale che fa leva essenzialmente sulla forza materiale, fisica, profondamente corporea delle parole […] La presenza della violenza viene […] stemperata dallo stile in prosa poetica che assume il testo, che ha in gran parte un andamento lirico .
La summa è nient’altro che se stessa, comunque; e non privatevi di libri come quelli di Cesare soltanto per un tentativo di bassa arte amanuense. Non si possono proporre con semplici recensioni testi capaci di navigare come globuli rossi del nostro sangue.
Persino l’autore, con le autentiche esplicitazioni, non riesce a dare l’idea degli universi compatti creati col suo lavoro, densi del tutto delle vite da lui così meravigliosamente tracciate. Ma essere scrittori è proporre e per altri produrre emozioni, infine, sempre e soprattutto. Ed essere lettori è lasciarsi trascinare dal mondo cromatico, senza fermarsi a nessun “commento” dell’attimo, neppure e persino se giunto dall’autore.
È, questo, il mistero glorioso doloroso e gaudioso della letteratura.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE.
Cesare Vergati, plurilaureato e fine studioso italiano, ha ottenuto per il romanzo “A sorpresa” [1] la traduzione in russo [2] . Egli è una delle forze, a mio parere, dell’editoria indipendente e, quando da autrice si ha la fortuna di conoscere autori del suo spessore e calibro, si riesce a non perdere la fiducia nella resistenza e forza dell’arte narrativa agli abusi di pattume, scaricati, dai grandi editori soprattutto, nel grande circuito distributivo.
Un grande saluto al grande Amico Cesare.
Cesare Vergati “Soldato a veli. Romanzo in teatro”, ExCogita Editrice, Milano, 2006.
Il volume porta a corredo una conversazione dell’autore con Ugo Ronfani.
La veste grafica ho avuto modo di apprezzarla ed approvarla con la recensione al primo volume della trilogia vergatina. Con questo secondo testo essa diventa, con accorgimenti minimali, sempre più incisiva e volta alla sostanza del fatto- libro- idea.
La copertina sembra costruita sul contenuto del libro e lo accompagna nella sua essenza, senza fronzoli, con tutto il rispetto. La casa editrice dimostra, ogni volta, d’essere e saper essere la famiglia del libro.
[1] Da me recensito sul n. 129 di Kultunderground
[2] Edizioni Neva