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Intervista con Ottodix

17 min read
 
OTTODIX – “LE NOTTIDI OZ”􀀁
Top Music Records / Self- 2009
Ottodixè lo pseudonimo del progetto solista di Alessandro Zannier,crocevia tra synth pop d’ispirazione wave elettronica e musica d’autore in italiano.L’immaginario si collega a Goldfrapp, Bjork, Massive attack, Depeche Mode eGarbo. L’album “Le Notti Di OZ” è frutto di dueispirazioni – una teatrale e una pop – unite tra loro quasi per magia. Da unaparte il presente iper-tecnologico, fatto di rapporti interpersonali sempre piùvirtuali, di mode, costumi, amori ed oggetti che si consumano e si dimenticanoa ritmi vertiginosi; dall’altro il mondo delle fiabe, le atmosfere dei film diTim Burton, del teatro, del cinema muto primi ‘900, che in film come Metropolisdescrivevano già allora le ansie e gli entusiasmi dell’era industriale cosìcome noi oggi viviamo le ansie e gli entusiasmi dell’era elettronica. “LeNotti Di OZ” contiene 13 brani, due dei quali vengono riproposti incoda al cd come “bonus tracks”, con la partecipazione di ospitid’eccezione; Madaski (Africa Unite) e Georgeanne Kalweit. Altre versioni conGarbo, Luca Urbani (Soerba), Flavio Ferri (DeltaV), Eugene, saranno pubblicatea parte successivamente. Il singolo estratto, “I-Man“,è un sarcastico affresco dell’uomo “hi-tech” odierno, superaccessoriato e con poca personalità. “Sono partito conl’intento di fare un disco di puro elettro pop prendendo rumori, suoni
elettronicidistorti, mischiandoli con arie da grandi orchestre stile Debussy, violini,carillons, xilofoni, in un soundtrack tra passato e futuro, per parlare delpresente. Durante i lavori è nato parallelamente il soggetto teatrale “LeNotti Di OZ – Il sogno di un avatar”, riassunto nel booklet del cdsotto forma di filastrocca, in cui i molti personaggi che popolano le canzoni acquistanoun’altra dimensione e vivono una loro storia vera e propria in una cittàvirtuale tra fiaba e incubo. Nella fiaba, il personaggio di Oz non sa di essereun “avatar” guidato da un burattinaio in carne e ossa, ma ne avvertel’inquietudine, prigioniero del suo mondo di “moda e dittatura”, incui si perseguono ideali e valori fasulli. Nella città virtuale”Babilon” di stampo futurista, Oz interagirà con vari avatarprotagonisti con lui della vicenda, da “Joker”, il manipolatore diburattiniavatar, a “Effimera”, la femme-fatale di corte, fino a”Cassandra”, anima gemella con la quale Oz manderà infine in tilt ilsistema. È un album/soggetto, pieno di metafore, citazioni e allusioninascoste. Oz è anche il mio avatar in questa avventura discografica e il suonome (Ottodix-Zannier) è una sorta di mio alter ego, che suona magico esurreale, oltre che un omaggio al Mago di Oz, uno tra i viaggi immaginari piùbelli della mia infanzia.” Alessandro Zannier
Ufficio Stampa: ManuelaLonghi
 
 
 
OTTODIXBiografia
 
Ottodixè lo pseudonimo del progetto solista di AlessandroZannier, crocevia tra synth pop d’ispirazione wave elettronica emusica d’autore.
L’immaginariosi collega a Goldfrapp, Bjork, Massive Attack, Depeche Mode e Garbo. Da tuttoquesto e da molto altro Ale Zannier, artista visivo oltre che musicista,arrangiatore e autore, attinge per creare le sue articolate trame, unite tramusica e parole, arrangiamenti e canto.
Ottodixesordisce nel 2002 come autore, tastieristae backing vocal. Nel 2003 il debutto con il CD ” Corpomacchina “,seguito dal relativo tour ’03-’04” transitato a Trieste (I-Tim Tour’04 ),Bologna e Roma affiancando i tedeschi Melotron. Nel 2004 viene dato alle stampel’EP “104”
Nel2005, varie vicissitudini portano Alessandro a prendere in mano totalmente lesorti del progetto; si consolida anche un’interessante intesa con Garbo,tanto che le frequentazioni di Ale & band con lo storico cantautore sifanno sempre più assidue. Ottodix presenta all’ “I-Tim Tour’05” il brano “Ossessione“, anticipazione del nuovoalbum, supportato da un videoclip girato tra Roma e New York, con il regista MaurizioTiella.
Garboaffida il suo nuovo live a Ottodix che lo riarrangia in chiaveelettronica. 
Il2006 scorre all’insegna del sodalizio artistico con Garbo nel “GialloelettricoTour”, che riscuote un buon successo anche grazie al nuovo “soundOttodix “, attraversando con soddisfazione buona parte dell’italicoterritorio. A Ottobre 2006 parte la promozione dell’album “Nero“e del singolo ” Ossessione “; buone le recensioni di “Nero”,anche su XL di Repubblica, che segnala il brano ” Pensieronero “tra i top 40 download internazionali del mese di Novembre. Il video di “Ossessione“viene trasmesso sull’allora All Music e il sito di MTV dedica uno special”Scommettiamo su…” a Ottodix.
InDicembre viene presentato il doppio CD tributo a GarboCongarbo“,nel quale Ottodix interpreta ben due brani, accanto ad artisti comeBoosta (Subsonica), Krisma/Battiato, Andy(Bluvertigo), Meg, Madaski (AfricaUnite), Baustelle, Delta V e G.Kalweit (ex vocalist di DeltaV), incidendo”Grandi Giorni e Cose Veloci“.
Nell’Arile2007 inizia il tour collegato al progetto “Congarbo“, con Ottodixsempre a fianco dello storico autore. Il singolo scelto per rappresentarela compilation sarà proprio “Grandi Giorni“, musicato da Ottodixe duettato nel video dallo stesso Garbo e G.Kalweit. Nelfrattempo viene pubblicato il secondo singolo “Cuore/Coscienza“,sempre tratto da “Nero” e accompagnato da un video costatomolto in termini di studio e preparazione, con scenografie, costumi, disegni emontaggio curati dallo stesso Ottodix affiancato nell’operazione dalregista Maurizio Tiella e dall’attrice svizzera Eva Allenbach
NelGennaio 2008 si torna in studio mentre l’attesa per il nuovo album cresce,nonostante il “Nero Tour” sia ancora in corso. Parte l’11Aprile ’08 il primo vero e proprio giro di concerti totalmente gestiti da Ottodix,con varie tappe, tra le quali la partecipazione al DepecheMode Party di Milano(Rollig Stone) in una serata che resterà memorabile.
Ottodixin Ottobre riparte con la band composta daMauro Franceschini (percussioni – tastiere), Rocco Prete (tastiere – cori) eAntonio Massari (chitarra) annunciando un mini tour promozionale e il singolo”Fiore Del Male“, larga anticipazione dell’album “LeNotti Di OZ“, che si preannuncia ricco di suggestioni teatrali ecinematografiche: una fiaba moderna e virtuale con atmosfere ispirate allafantascienza ed al cinema muto, con special guest d’eccezione come Madaski,Garbo, Luca Urbani e G.Kalweit.  Dopo uno stop di duemesi Ottodix si congeda da Discipline per iniziare una nuovaesperienza con la Top Music, con la quale annuncia il nuovo singolo +videoclip “I-Man“, l’album “Le Notti Di OZ” eun tour promozionale partito a Marzo 2009. Il brano si fa subito notare su VirginRadio e Radio 105, mentre fioccano le recensioni positivesull’album; il fantascientifico videoclip diretto da Marco Marchesiviene trasmesso a lungo da AllMusic, MTV BrandNew, MatchMusic eSky
Finitala prima tranche di vari showcase nelle FNAC e in piccoli locali, vieneannunciato l’attesissimo tour 2009/’10, inaugurato il 19 Settembre, data in cuiAle Zannier in veste di artista visivo, viene invitato al FestivalInternazionale Della Filosofia di Modena ’09, dove a Sassuolo (MO) suona einaugura la sua personale mostra Sogno di un Avatar”, ispirata a“Le Notti Di Oz”, riscuotendo molta attenzione e interesse dai media. Asupporto promozionale delle 20 date la band annuncia il nuovo singolo “Strananotte“,entrato nella Top Ten italiana di Musica Indie e accompagnatoda un raffinato videoclip girato in una Zurigo notturna e inquietante… iltutto supportato da una lunga serie di interviste radiofoniche ( da Radio 24 a Radio Rai International…)
Ottodixannuncia per Maggio il quarto singolo tratto da “Le Notti Di Oz“, “Joker/MeaCulpa“,e la presentazione del videoclip (anteprima esclusiva su Rolling StoneMagazine) al Depeche Mode Party di Milano del 01 giugno 2010, ripresointeramente dai fan da cui verrà tratto il DVD “Autobootleg“,arricchito con un documentario di 36 minuti e 4 bonus live in studio; un DVD abassa qualità, realizzato grazie alle riprese fatte con telefonini, videocameree materiale trovato in rete, che ha suscitato molto interesse al M.E.I. 2010, dov’èstato presentato; ne viene estratto il singolo “Rabarbaro Rabarbarolive studio session
 
La rivista Ascension Magazine, nel suo decennale,inserisce Le Notti Di Oz tra i top album del decennio, mentre loJesoloMusicFestival lo premia quale album più originale dell’anno.
Il tour è tuttora in corso e si annuncia per la stagione 2011la messa in scena del concept album con uno spettacolo tra concerto e teatromultimediale, nonché l’uscita entro l’anno del quarto album da studio. 
 
UfficioStampa: Manuela Longhi
Foto,News, Tour e molto altro su www.ottodix.it 
 
TRACKLIST:
1.Nuovi Frankenstein
2.I-man
3.Rabarbaro rabarbaro
4.Joker
5. Io e Cassandra
6. Strananotte
7. Effimera
8. Sogni di un avatar
9. Fiore del male
10. Insonnia
11. Tanz tumb tumb
12. Treno che passa
13. Le notti di Oz
14.Nuovi Frankenstein (feat. Madaski)
15.Insonnia (feat. G. Kalweit)
 
Hanno suonato:
Alessandro Zannier: voce,strumenti, programmazione
Nicola Casellato: viola,violino
Madaski: voce
Georgeanne Kalweit: voce
 
 
Intervistacon Alessandro Zannier
 
Davide 
Ciao Alessandro.Anzitutto complimenti per questo bel disco, entrato nella mia personaleclassifica dei migliori lavori italiani degli ultimi anni. Espressionismo,dadaismo, il decadentismo della fragile Repubblica di Weimar: cosa c’è diaffine tra Ottodix e il pittore Otto Dix? 
 
Alessandro
Ciao Davide. Onoratodel blasone di cui investi il mio piccolo delirante album. Rispondo subito allatua domanda: sono principalmente un artista visivo, prestato da anni allamusica elettro pop col piglio quasi del performer, dell’intruso in unambito che non mi apparteneva, al solo scopo di tornare nel dibattitoartistico dalla porta di servizio in veste di musicista con una sua credibilitàacquisita altrove. Un gioco ironico e cervellotico in puro stile Duchampiano.Inoltre mi sono specializzato anche in sede di tesi (Belle Arti a Venezia)sulle avanguardie storiche. L’incanto, quindi, per quell’epoca di eccessi,sperimentazione, rigore e onestà intellettuale, è per me fonte inesauribile d’ispirazione,pur puntando a una rilettura in chiave contemporanea, ovviamente.
 
Davide
Siamo i nuoviFrankenstein / nell’immensa Babilon / Copia-incolla e muovi il mouse /  eai tuoi ordini ci avrai… carte senza identità / tra la rete e la realtà / epensiamo di pensare…” L’uomo oltrepassa da sempre ogni limite. Frankensteinè la scienza-tecnologia che si avvia verso l’autodistruzione. 
La Rivoluzione Industriale, il positivismoscientifico e gli imperialismi portarono al decadentismo tra la finedell’Ottocento e l’inizio del Novecento.  “Le notti di Oz” stannoavvisando il crollo della rivoluzione elettronica? Cosa pensi del nostro tempoe di quello che verrà?
 
Alessandro
Difficilmente sareiesaustivo in poche righe, comunque hai centrato il fulcro della tesi di questo”album-operazione”. Io non giudico, però suggerisco un parallelismo inquietantetra inizio ‘900, mito del progresso, delle grandi metropoli come concentrazionidi capitali e di affari, mito della macchina, positivismo irrazionale erelative totalitarie, sanguinarie conseguenze, con l’odierna, irrazionale corsaal potenziamento della tecnologia, del digitale, della comunicazioneinterpersonale virtuale senza contrappeso alcuno nella vita reale.
L’accelerazionetipica di quell’epoca è in potenza centuplicata oggi con la capacità deisoftware di offrire ogni poco tempo risultati strabilianti e mezzi impossibilida dominare sapientemente del tutto, perché non c’è il tempo necessario. Iltempo. Sostanzialmente Le Notti Di Oz è una riflessione sul recupero del temponecessario per dominare la tecnologia, ma anche per avere un tempo d’introspezione,analisi e quindi scelta più consapevole di “cosa” e “quanto” usufruire dellemirabolanti tecnologie a disposizione.
Il rischio è lacultura spiccia del copia-incolla, dell’approfondimento frugale, si riflettenei rapporti umani sempre più filtrati da paraventi “epistolari digitali” equindi giochi di specchi e di personalità falsate o alter ego. Una schizofreniacollettiva, insomma. A me non spaventa la tecnologia (faccio musicaelettronica), ma il fruitore impreparato e quindi manipolabile.
Credo che comunque,se non altro per una questione di moda, certi fanatismi o esasperazioniverranno ridimensionate.
Se faremo delleconquiste sagge nell’abbinare vita reale e benessere, natura e tecnologia, saràsicuramente perché ci verranno proposte come qualcosa di “cool”, come una nuovatendenza, più che per una scelta consapevole dei benefici;  meglio così cheniente. In guerra tutto è lecito.
 
Davide
Lou Reed, DavidBowie, Roxy Music ecc. Un tempo, il loro, veniva definito rock decadente, forse perché associato a “maledettismo” (e in questo rientrano anche i DepecheMode senza dubbio). Cosa ti affascina di artisti citati intorno alla tua musicacome Bowie, Depeche Mode, e poi Bjork, Garbo, Goldfrapp (oltre l’indubbio onoredi esservi associato)? 
 
Alessandro
Con Garbo ci hoanche lavorato, con gli altri c’è l’evidente comunanza del piacere di usare unaccordo minore piuttosto che maggiore, o l’evocazione visiva delle atmosfere,ma soprattutto il giusto mix tra ricerca, sofferenza interiore, sperimentazionee intrattenimento. Ammiro soprattutto la capacità di essere sofisticati econtemporaneamente  di essere fruibili abbastanza facilmente. Perquesto nonostante il mio background diverso, ho scelto i paletti della musicapop per esprimere o suggerire la mia arte, anche quando vuol essere piùelaborata. Sono fuggito dagli ambienti “colti”, ma mercificati e supponenti dellegallerie d’arte per respirare lontano dalla loro vuota speculazione, nellasperanza di tornarci un giorno con un linguaggio mio personale, maturatoaltrove, nella musica ad esempio. Mi sembra un modo più contemporaneo diintendere la trasversalità delle arti; non una “tecnica mista” nell’eseguireun’opera, ma nello stile di vita stesso che si conduce. E anche qui Duchampaveva visto lungo (ma anche Bowie…).
 
Davide
Nelle bonus tracksMadaski e Kalweit hanno riproposto due canzoni (Nuovi Frankenstein e Insonnia).Invece i remakes o remix di/con Delta V, Garbo e Soerba dove si possonoascoltare? Che significato ha per te che altri rimaneggino il tuomateriale? 
 
Alessandro
Il remix di I-Mancurato da Flavio Ferri (DeltaV) e la versione cantata in trio da me, Garbo eLuca Urbani di “Rabarbaro Rabarbaro”, sono andati ad arricchire i CD singoli /EP che ho realizzato tratti da quest’album, per ridare valore a quelmeraviglioso, quasi perduto mondo delle B – Side, dei contenuti extra, che unavolta, collezionati tutti, restituiva un senso più completo al progetto di unalbum, a un periodi storico/musicale. Mi è stato detto se ero pazzo adescludere Garbo e Luca Urbani dalla tracklist ufficiale o a mettere i doppionidi Insonnia e Nuovi Frankenstein  identici, ma con voci diverse.  Horisposto che quando si lavora a un album per tre anni e mezzo e si hanno solo 2dischi alle spalle, è ancora tempo di presentare la propria versione originale,innanzitutto, e poi con lo spazio che resta, riproporre gli ospiti. Non volevolucrare o speculare sul loro nome, quindi ho preferito prima pubblicare latracklist completa del MIO album. Il brano di Luca Urbani e Garbo è finito sulsingolo / EP Strananotte (top ten musica indipendente 2010) ed è stato “passato”molto spesso dalle radio, quindi è stato ugualmente nobilitato e ha rinverditoil culto delle “extra track”.
 
Davide
Bellissime le fotodel cd e del booklet, tuoi artworks virtuali ispirati a Metropolis di FritzLang, ma credo anche al futurismo, all’uomo di latta del mago di Oz… Sonoimmagini in qualche modo legate all’industrializzazione e al lavoratoredell’industria di inizio Novecento. Lo stesso Frankenstein, in un’otticamarxista è stato simbolo del proletariato industriale, creatura senza un veronome e priva di individualità. Puoi spiegare perché ti sei riferito aMetropolis e in generale alle Avanguardie Storiche? 
 
Alessandro
Avendo già rispostosulle avanguardie storiche, approfitto per chiarire una cosa: l’evocazione delmago di Oz è una piacevole quanto palesata coincidenza, visto il tono “fiabesco– metaforico – politico” della mia fiaba. Oz è il nome dell’Avatar protagonistadella storia da me ideata ed ha le iniziali di Ottodix (mio alter ego inmusica) e di Zannier, mio cognome. Una scatola cinese di alias e significanti astrati quasi massonica. Tutto l’album e la fiaba – soggetto ne sono zeppi.
Alcune allegorieaddirittura mi sfuggono e mi vengono suggerite a posteriori, come la tua acutaanalisi della figura di Frankenstein, a cui io ho dato una connotazione diumanoide/assemblaggio frutto di parti provenienti da ovunque fuorché da sestessi. Di solito quando una storia si presta a questi nuovi rimandi vuol direche ha un buon plot. Buon per me, eh eh..
 
Davide
E poi il gotico,fiabesco, bizzarro, sublime Tim Burton, non solo regista, ma anche animatore edisegnatore… 
 
Alessandro
L’idea di dareall’ambientazione e all’immaginario della metropoli virtuale un aspetto”retrofuturista” è sicuramente generata dal mio background di “figlio dellafantascienza”, degli anime di Miyazaki (Conan) e del postatomico alla Dune, masoprattutto dall’incrocio tra la claustrofobia grottesca e kafkiana di Brazildi Terry Gillian con la fiaba nera di Tim Burton. Tim Burton è come me figliodei fumetti e della distorsione espressionista, capaci di dare quel tocco dibrivido e magia a tutte le fiabe illustrate che si rispettino.
La cosa che peròcercavo per Oz, per dare un tocco retrò e di fiaba sinistra, accostata al suonoattuale elettro – pop e rumorista, era una reminiscenza da grandi orchestrealla Debussy, che io amo. I film di Tim Burton si avvalevano spesso dellecolonne sonore di Danny Elfman, dal tocco inconfondibile, con cori “fantasmatici”e atmosfere gotico macabre, xilofoni, campanellini, carillon e grandi apertureorchestrali un po’ disneyane, se vogliamo.
Ecco una bellaalchimia, un bello spunto da Tim Burton per Oz.
 
Davide
Se Ilmeraviglioso mago di Oz (Ounce of Gold – Oncia d’Oro) nacque come allegoriadella politica monetaria degli Stati Uniti alla fine del 1800, cos’èesattamente l’Oz della tua storia?
 
Alessandro
Come dicevo, Oz èuna fortunata coincidenza, ma ragiona nell’ottica di quella fiaba o di quelladi Alice. I personaggi che popolano il racconto, sono tutti metafore positive onegative di tipologie umane precise, dalla femme fatale “Effimera” (la modaspietata dell’usa e getta e la mancanza di memoria storica, anche in amore),l’algida “Cassandra”, astrazione fatta di ideali, emarginata e presa inprestito dalla tragedia greca (Cassandra prevedeva il futuro funesto, ma eradestinata a non essere creduta), ma anche i “Nuovi Frankenstein”, “I-Man”,prototipi del suddito perfetto del sistema politico economico odierno. E perfinire il “Joker”, simbolo del potere arrogante, del mito della fortuna facile,della corruzione, circondato dai suoi fede-lissimi non-pensanti Frankenstein edal suo harem… Quest’ultima figura allegorica, oggi, è fin troppo eloquente enon serviva Cassandra per scorgerla all’orizzonte.
 
Davide
Un bravo artista, scrisseHermann Hesse,è destinato ad essere infelice nella vita: ogni volta che ha fame e apre il suosacco, vi trova dentro solo perle. Si può ancora vivere di sola musica o,meglio, di soli dischi in Italia? Com’è il tuo/vostro rapporto con l’industria,anzi con l’ormai archeologia industriale della musica?
 
Alessandro 
L’industria èmorta, continuare è un’utopia, quindi a volte può essere un terreno fertile peridee veramente originali, che non devono più temere di non avere “il singolo”giusto, altrimenti niente contratto discografico. Nessuno oggi dà più nienteall’artista, quindi tanto vale fare gli artisti puri senza compromessi esfruttare i canali promozionali on line con astuzia e pianificazione.L’importante è però l’onestà intellettuale, la disciplina, il sacrificio e ilricercare una propria personalità. Troppi ragazzini oggi, invece di fare lerivoluzioni necessarie ai loro 18 anni, ambiscono a incidere cover di branimelensi e datati, a partecipare a reality o a concorsi canori dove presentareun “inedito” è vista come un’impresa da temerari…
E se lo fanno è abase di cuore-amore e banalità sconcertanti. Quindi, poveri artisti sì, madistinguiamo una buona volta quali consolare e quali prendere a calci nelsedere… che è ora. Detto anche questo, ho un po’ di soldi da parte, che mi stomangiando inesorabilmente per proseguire nei miei progetti. Senza risorse èquasi impossibile partire. Solo oggi, per fortuna, iniziano timidamente a farsiavanti fonti di reddito dalla musica. 
 
Davide
C’è un tempo persuonare in studio, e c’è un tempo per suonare dal vivo… Cosa vi piace di più?
 
Alessandro
Ovviamente quiparlo per me, perché Ottodix è un mio progetto solista interamente sottoil mio controllo in studio, poi dal vivo si avvale di Mauro Franceschini(percussioni), Rocco Prete (tastiere) e Antonio Massari (chitarra) e diventavolentieri una band.
Amo molto ladimensione casalinga o dello studio, lo scolpire, tornire la “versioneufficiale” di un brano, che poi resterà nel tempo l’archetipo delle varieinterpretazione live. Amo quindi lo studio perché è un momento in cui si lasciaa qualcuno una traccia concreta del proprio ingegno e del proprio pensiero,nella speranza che magari con un po’ di fortuna ci sopravviverà.
Il live è fonte ditensione e di estremo divertimento. E una celebrazione più fisica e istintivadopo un momento di grande e lungo sforzo mentale e concentrazione.
Io, Mauro, Rocco eAntonio siamo molto amici; ci frequentiamo anche fuori dai palchi e ridiamocome pazzi.
 
Davide
È uscito anche undvd in tiratura limitata, “Autobootleg“, ricco di contenuti, intervisteecc. Ed è anche un dvd che testimonia i live del 2010 attraverso i contributifilmati provenienti da ammiratori di varie città italiane. Un bel modocreativo e collaborativo di consolidare il vostro rapporto con i fan, unoscambio che va oltre il mero oggetto (tipo maglietta o spilletta) o un’ancorapiù effimera chat. Com’è venuta questa idea? Chi sono in genere i vostri fan,cosa rappresentano per voi? E cosa rappresentate voi per loro?
 
Alessandro
Grazie per questadomanda. Non ho, non abbiamo molti fan, ma sono trasversali e accaniti, hannoun sito indipendente, fanno proseliti pian piano e litigano per noi, sentendosiquasi una piccola casta, nonostante stiamo parlando di musica pop e non diqualcosa di sofisticato e ostico all’ascolto. Vuol dire che la complessità, lastratificazione di rimandi e l’onestà della fatica suddivisa equamente tratesto, arrangiamento e musica è percepito e alla fine premia.
Ho quindi deciso direstituire, vista la grande quantità di materiale in rete a bassa qualità, realizzatacon telefonini, videocamere ecc, un lavoro palesemente “low – fi”, ma fatto daloro stessi. Coinvolgerli come in una battaglia comune con il mercatodiscografico. Un modo per tirarli a bordo della nave pirata Ottodix e di andareavanti, tutti assieme, anche con il loro contributo attivo. Mi sono fattoinviare varie riprese fatte dai fan del live di Milano del 01.06.2010, seratamemorabile e grande palco con video – show disponibili.
Ho scelto l’audiomigliore, l’ho restaurato con grande fatica e ho montato personalmente iltutto.
La cosa piùcoinvolgente per loro è stata la mia richiesta di auto intervistarsi parlandodi Ottodix… i fan che raccontano il perché della loro fedeltà al mio progettomettendoci direttamente la faccia. Ho scelto le più rappresentative e le hoinserite nel documentario di 36 minuti che va ad arricchire gli extra e chemostra i backstage dei videoclip, il tour, le camere da letto, gli hotel, ilfurgone, casa mia, lo studio, la sala prove, tutto ciò che sta dentro”l’officina”. Per finire abbiamo suonato live in studio 4 brani che normalmenteeseguiamo poco dal vivo, a qualità video alta, e ne abbiamo estratto il clipche accompagna nella promozione il singolo “Rabarbaro Rabarbaro”.
Al MEI a Faenzal’operazione ha riscosso un notevole successo, infatti ho già scorto unproliferare di iniziative analoghe, ma più artefatte. Se si vuole fare un verobackstage con spirito alternativo bisogna avere il coraggio di apparire incanottiera e ciabatte, barba incolta, anche in contrasto con le geometrieelettroniche e sofisticate del progetto… non il contrario, come spessoaccade.  Molti gruppi ci guardano con sufficienza perché troppoperfettini, arrangiati ad hoc, gelidi (il solito cliché dell’elettronica:musica fredda) meticolosi e senza palle; poi vengono a vederci dal vivo ecambiano totalmente idea.
È anche vero che ainostri concerti difficilmente c’è la calca.
 
Davide 
Chi non desideranulla, spera nel nulla ed ha paura del nulla, non può essere un artista (Anton Cechov). Tucosa desideri più di tutto, in cosa speri più di ogni altra cosa e di cosa haipiù paura?
 
Alessandro
Io desidero vivereper accumulo e mai per sostituzione di esperienze. Mi piace l’idea di crescereavendo sempre coerenza d’intenti e obiettivi, gli stessi amici del liceo, lastessa moglie, gli stessi gusti, ma tutto di giorno in giorno più arricchito daaltre sfumature, esperienze, che affinano e migliorano chi sei sempre stato.Voglio che ciò che faccio continui a coincidere con quello che sono.
Temo la fine dellecose, in generale, delle passioni, delle idee e della vita. Temo la fine inogni sua forma, insomma, per questo sono molto nostalgico. Oz è il mio alterego nella fiaba e soffre, infatti, di nostalgia; un reato che nella metropolidel diktat economico è perseguibile perché chi si affeziona anche al vecchionon continua a consumare per forza il nuovo senza ragionarci.
 
Davide
Cosa succederà nel2011?
 
Alessandro
Oz sta trovando lasua dimensione naturale, quella per cui era stato concepito e per cui avevosteso l’omonimo soggetto “Le Notti Di Oz – Il Sogno di un Avatar”. Sto realizzandouna versione teatrale della fiaba, raccontata in chiave concerto-teatromultimediale, con tecnologie molto affascinanti e scenografie virtuali. Unpiccolo progetto che si spera possa girare da settembre nei piccoli e mediteatri in Italia. Nulla di sicuro, ma ci si prova.
In quel periodo,poi, uscirà anche il quarto album, che avrà delle suggestioni  diverse, maaltrettanto specifiche.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Alessandro
Grazie a te, delledomande appuntite
 

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