Fabio Folgheraiter è sicuramente uno dei più esperti conoscitori delle dinamiche del Welfare State; co-fondatore del Centro Studi Erickson, direttore della Rivista “Lavoro Sociale”, professore all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano è un divulgatore attento delle problematiche inerenti al lavoro sociale e osservatore preciso dei mutamenti che l’organizzazione di questo tipo di lavoro ha subito negli ultimi anni.
Con questo libretto di poco più di un centinaio di pagine, Folgheraiter invita a riflettere sulle implicazioni che la crisi economica ha provocato nel modo di concepire lo “stato assistenziale”.
Spesso si considera la crisi attuale come un fenomeno che, riducendo la disponibilità economica, ha messo in crisi radicalmente anche la capacità dello stato di erogare servizi alle persone in difficoltà; pur essendo in effetti questa affermazione senza dubbio vera nel versante delle nuove povertà, che riguardano purtroppo un numero crescente di popolazione, l’autore invita a riflettere su come la crisi, nel versante opposto della concezione di “stato sociale” e di organizzazione dei servizi sociali, può diventare un’opportunità di stimolare nuove forme di aiuto e nuovi stili di vita, non più centrati solo sulla soddisfazione dei bisogni economici , ma sulla qualità delle relazioni, sull’impegno comune, sulla ricerca di valori condivisi, che forse il Welfare State, concepito come un ente sovra sociale che risolve tutti i problemi degli individui, non erano stato in grado di realizzare.
In questo senso, il titolo, “sorella crisi”, cerca di aiutare il lettore a intraprendere un percorso di riflessione su come “non tutto il male viene per nuocere” e su come ogni crisi porti in sé un’opportunità di elaborazione di risposte nuove e, magari, migliori rispetto al passato.
Il volume è diviso in due capitoli, che provengono da relazioni che l’autore ha sviluppato in due convegni: il primo capitolo, “La crisi come opportunità”, nasce da un convegno di Sociologia svoltosi a Bologna nel Febbraio del 2012; il secondo, “Terapie povere, ma belle”, è una rielaborazione del capitolo introduttivo del libro “Natural Helpers” del 2011 della Erickson.
La prima parte fotografa, quindi, la realtà della crisi attuale che investe, secondo l’autore, non tanto alla radice il concetto di Stato Sociale, quanto piuttosto una visione sbagliata di questa realtà; nato forse nell’ottica utopistica che lo Stato potesse garantire la felicità dei cittadini erogando servizi di ogni tipo davanti ai multiformi bisogni della gente, oggi la concezione di Welfare State si riequilibra intorno ad obiettivi più “ragionevoli”, ma non meno essenziali. In un’ottica relazionale lo Stato non si sostituisce più ai cittadini, ma si pone a fianco, stimolando partecipazione, presa in carico dei problemi, reti di relazioni positive fra Associazioni e famiglie in grado di aiutare meglio chi è in difficoltà. In tanti casi, infatti, il bisogno sottostante a molti problemi non è tanto quello di avere contributi economici o servizi tecnici, quanto piuttosto una rete di relazioni solide a cui potere fare riferimento.
La seconda parte esemplifica, nella concretezza del lavoro sociale che l’autore conosce molto bene, tante strategie di risoluzione di problemi che richiedono un coinvolgimento della comunità e non tanto l’uso di tecnologie sociali o di investimenti economici: la “povertà” di certe strategie sociali non sminuisce la loro efficacia, anzi stimola risposte più profonde ai problemi che vengono presentati. Basti pensare, ad esempio, alla figura dei “Natural Helpers” , cioè tutte quelle risorse umane (volontari, vicini di casa, famigliari) che girano intorno alle persone vittime di disagio sociale e che spesso, in modo più efficace di tanti “professionisti del sociale”, sono gli unici in grado di risolvere a fondo i problemi delle persone che conoscono.
In generale il libro si presenta come una raccolta interessante di spunti di riflessione utilissima a chi lavora nel sociale, ma anche a studenti, a famiglie, a insegnanti e a formatori; la competenza di Folgheraiter, oltre che le sue doti sintetiche, offrono un panorama molto completo e suggestivo di quello che è la condizione attuale della concezione dello “Stato Sociale”, ripensato non tanto in una prospettiva astratta, quanto piuttosto nella situazione di oggi, che insieme a grandi difficoltà può presentare appunto anche tante opportunità positive. Proprio questi atteggiamenti positivi e di speranza verso la situazione odierna rendono ancora più questo libro una lettura in grado di dare un modo diverso e nuovo di vedere il mondo intorno a noi e di recuperare, in questi momenti a volte difficili, anche un modo più sereno e più ampio di osservare quello che capita intorno.