PAOLO RIGOTTO
L'anticonformista autore torinese presenta ufficialmente dal vivo al Caffè del Progresso il suo nuovo disco: martedì 22 maggio un travolgente concerto tra rock e sarcasmo, humour e impegno.
UOMO BIANCO
"Uomo Bianco è l’uomo della civiltà occidentale, in senso molto allargato. È l’arrogante amministratore del pianeta, o almeno uno dei più esosi. Sono bianco, quindi con imbarazzo riconosco di essere io stesso l'Uomo Bianco". Non usa mezzi termini Paolo Rigotto per presentare il leitmotiv del suo nuovo disco: Uomo Bianco è infatti un atto d'accusa – demenziale più che vibrante, pungente più che solenne – nei confronti della cività occidentale, dei suoi nuovi simboli, dei suoi disvalori e del suo bianco protagonista. 12 canzoni che usano il sarcasmo e la provocazione come chiave di lettura di un mondo in disgregazione: come sostiene l'autore sono "piccoli esorcismi, un mio personale requiem a lieto fine per una civiltà apparentemente agli sgoccioli".
Paolo Rigotto è una personalità estremamente interessante, che ha fatto dell'eclettismo la sua personale direzione musicale. Batterista della Banda Elastica Pellizza, dei Syndone e di altre formazioni e artisti ai quali presta la sua professionalità didrummer, Rigotto torna a un anno di distanza dal suo felice debutto Corpi celesti, un esordio che ha colpito favorevolmente la critica grazie a una cifra stilistica che prosegue nel nuovo album, nato in collaborazione con Controrecords e New Model Label e prodotto da Francois Veramon, ricchissimo, poliglotta e imbarazzante alter ego dell'autore…
Martedì 22 maggio 2012 al Caffè del Progresso in Torino, Rigotto ha suonato dal vivo per la prima volta i brani del suo ultimo album Uomo Bianco accompagnato dalla sua band al completo: Silvio Vaglienti alla chitarra, Roberto Cannillo alle tastiere, Francesco Borello al basso ed Elvin Betti alla batteria. Il nuovo album dell'eclettico artista torinese, pubblicato da Controrecords e New Model Label, è disponibile in cd ed in tutti gli store digitali.
Info:
Paolo Rigotto:
http://www.rigotto.it
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Controrecords:
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Ufficio Stampa Synpress44:
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Biografia
Paolo Rigotto è nato a Torino il 18 dicembre 1973. All'età di 12 anni si avvicina alla registrazione multitraccia e alla programmazione di sintetizzatori e sequencer. Primi esperimenti e composizioni. All'età di 18 anni si avvicina allo studio della batteria con i maestri Dario Bruna e Marco Volpe. Frequenta seminari di Giulio Capiozzo, Ellade Bandini, Tommy Campbell, Tullio de Piscopo e Walter Calloni e corsi di musica d'insieme con i maestri Tessarollo e Chiricosta.
Coinvolto fin da adolescente in vari progetti musicali (sia come tastierista che come batterista) attualmente le sue principali collaborazioni sono quelle con Banda Elastica Pellizza (premio SIAE Tenco 2008); la reunion dei Syndone (la gloriosa prog band del compositore Nik Comoglio); il cantautore Francesco Stabile. Collabora inoltre con due ensemble di ricerca musicale ed inserimento sociale: il CLGEnsemble di Dario Bruna e il progetto Groove 'n' Therapy di Albino Vicario.
Nel 2010 il brano Scheda Madre vince il premio La musica elettronica italiana nel 2061, promosso dal Festival Club To Club in collaborazione con il Comitato Italia 150. Scheda madre è uno dei dieci brani che compongono il suo primo album solista Corpi celesti, realizzato nel 2010 e uscito all’inizio del 2011. Grazie all'esperienza con il gruppo Banda Elastica Pellizza (che ha visto questa band impegnata sui palchi di Premio Tenco, MEI Faenza, Caterraduno 2009) e alle interessanti collaborazioni con personaggi quali Roberto "Freak" Antoni, nasce il progetto solista di Paolo.
Corpi celesti è un crocevia di generi musicali che spaziano dall'electropop al prog rock, sempre con una velata quando non esplicita (auto)ironia ed un uso divertito dell'elettronica. Canzoni brevi (raramente si superano i canonici 3'30'') ognuna delle quali rappresenta una chiave di lettura alternativa della musica pop di oggi. A partire dalla primavera del 2011 il disco trova la sua realizzazione dal vivo grazie alla collaborazione con i musicisti Felice Sciscioli (Treni all'Alba), Silvio Vaglienti, Francesco Borello (Funk Anonymus).
Nel 2012 l’atteso ritorno con Uomo bianco: nato in collaborazione con la Contro Records di Davide Tosches e la New Model Label di Govind Khurana, il secondo album solista di Rigotto conferma le intuizioni del precedente e valorizza la vena caustica e provocatoria.
Paolo Rigotto:
Comunicato Stampa a cura di
INTERVISTA
Davide
Ciao Paolo. Un disco che allo stesso tempo è serio e divertente, due qualità che è raro trovare insieme. Parlaci di questo figlio, di come l’hai concepito, di come è andata la sua gestazione e di come infine l’hai partorito… Per altro in modo "eutocico" o "fisiologico" oppure "distocico", “travagliato” o “complicato” da qualcosa in particolare…?
Paolo
Dunque, potrei cercare su Wikipedia il significato delle parole eutocico e distocico, ma preferisco credere che siano due ere geologiche pregiurassiche.
Ad ogni modo trattasi di parto naturale prematuro con primo svezzamento al seno, con travaglio mediamente lungo, caratterizzato da doglie particolarmente motivate e ripetute. Questo mio secondogenito è nato per caso (non uso precauzioni in musica) da una immagine: quella di me, bianco come un santo, nudo in copertina. Titolo: uomo bianco. Per fortuna la copertina l'ho cambiata, il titolo no. E da questo titolo, in modo secondo me inconscio, sono nate spontaneamente le tematiche del disco, senza avere avuto inizialmente la pretesa di legare tra loro le canzoni che lo compongono. Ma poi ne è uscito un concept.
Davide
Ora che l’hai partorito e ha cominciato ad andarsene per il mondo, cosa farai per il suo futuro e cosa gli auguri?
Paolo
Lo porterò in giro, poco alla volta vorrei farlo viaggiare un po' dovunque; al momento sta conoscendo Torino e la sua cintura, ma ci si allargherà. Ho quattro apostoli (Francesco Borello, Roberto Cannillo, Silvio Vaglienti ed Elvin Betti) che mi aiutano a portare il Verbo alla gente ma , se necessario, porto la parabola dell'Uomo Bianco anche da solo, vestito di tunica e laptop.
Gli auguro un po' di radiopopolarità, telegenicismo e fanzinaggio. Insomma, tutto ciò che un buon padre desidererebbe per il figlio.
Davide
Proviamo a prevenire il complesso del primogenito o l’incapacità di sentirsi amati… Ci fai un riepilogo dei momenti più importanti del precedente “Corpi celesti”, che ha compiuto sicuramente un anno o qualcosa di più?
Paolo
indubbiamente il momento del concepimento è stato uno dei più appaganti, come al solito. Il riscontro positivo di stampa e web sono stati una manna dal cielo (ma com'è che oggi sono mistico?) e la nascita del gruppo, con concerti annessi, una bella egosoddisfazione. Corpi Celesti mi ha permesso di iniziare a bussare alle porte del mondo della diffusione musicale, di capire come funziona e di rendermi anche conto di quanto sia poca cosa registrare un disco, rispetto a tutto ciò che devi fare dopo se vuoi che il tuo lavoro abbia un senso.
Grazie a Corpi Celesti, che è un disco che a me piace ancora molto, tante persone che non sapevano chi io fossi ora lo sanno. Poverette.
Davide
Dell’Uomo Bianco possiamo dire malissimo, ma una cosa bisogna riconoscergliela: è capace anche di ironia e di autoironia… Se però, parafrasando Paul Valéry, l'io è detestabile (cosa che sta capitando sempre più spesso in questo occidente dall’io sempre più insufflato e inflazionato), amare il prossimo come se stessi diventa davvero un'atroce (auto)ironia. Cos’è per te l’uso dell’ironia?
Paolo
Per me è sempre stato un modo di parlare di cose che diversamente mi avrebbero messo in seria difficoltà.
Da giovane ero troppo timido per dire ad una ragazza in modo convincente: “mi piaci, facciamo l'amore”, quindi ironizzavo sul fatto che avessimo organi riproduttivi diversi. Non faceva un grande effetto sulle donne, ma sviluppando la tecnica ho scoperto che l'ironia è un modo infallibile per dire ciò che si pensa. L'ironia, in teoria, fa ridere, per cui il bersaglio delle tue invettive, o anche il solo ascoltatore, è disposto a subire le tue parole perchè è ripagato dal fatto che lo fai divertire. Ed è in questo modo più disponibile all'ascolto e (quando necessario) alla comprensione.
Davide
Perché spesso la musica cosiddetta demenziale è invece tra le cose più intelligenti? C’è qualcosa che non quadra nel termine…
Paolo
L'autoironia è sempre vincente: “riconosco le mie deficienze e sono abbastanza intelligente da riderne”.
E il demenziale è, innanzitutto, autoironia.
A questo proposito apro una parentesi: la definizione, e quindi la nascita del rock demenziale è merito del maestro Roberto Freak Antoni, mio vate(r) e da qualche tempo mi permetto, spero non a sua insaputa, di considerarlo anche caro amico. Il demenziale è, secondo le sue parole “esasperazione dell'idiozia e della retorica fino a renderle evidenti, e in tal modo combatterle”.
In questo senso mi riconosco in parte nella definizione di demenziale, ma per altri aspetti del mio lavoro sono restìo ad etichettarmi come artista demenziale. Piuttosto rock Grottesco, non so se esista già, ma mi piace il termine.
Davide
Superata la soglia dei 7 miliardi alla fine del 2011.. Solo quando l'ultimo fiume sarà prosciugato, solo quando l'ultimo albero sarà tagliato, solo quando l'ultimo animale sarà ucciso, solo allora capirai (uomo bianco) che il denaro non si mangia. Si sta secondo te avverando la profezia degli Indiani Cree del Canada oppure non daremo loro neanche questa soddisfazione?
Paolo
Credo che l'Uomo Bianco sia orgoglioso almeno quanto avido. Nel momento in cui la nostra società occidentale tirerà economicamente le cuoia, diremo “siamo stati sopraffatti dalle sconsiderate e bellicose economie emergenti”.
La verità è che l'uomo, la comunità, il paese, lo stato, il pianeta, l'universo eccetera, non hanno nulla a che vedere con il principio del denaro. La natura ha già provveduto affinchè non mancasse nulla di ciò che è realmente necessario, tutto il resto è un'invenzione dell'uomo annoiato.
Ogni passo in avanti del cosiddetto progresso è del tutto superfluo ai fini dell'equilibrio del Cosmo. E il commercio solidale, la società sostenibile, le energie rinnovabili e tutto il resto sono pezze che l'uomo cuce sulla terra per riparare alle devastanti lacerazioni che lui stesso ha provocato.
Davide
Voglio capire meglio il messaggio più segreto della tua copertina… il pianeta terra gira sulla orbita ellittica dell’asse del water (ma c’è attenzione anche all'eclittica e la sua relazione con l'asse di rotazione, il piano orbitale e l’inclinazione assiale… si vede da come hai disposto l’angolazione dell’equatore… La terra si trova dunque al perielio del solstizio d’inverno, 21 dicembre, e sta per finire in un cosmico cesso come da profezia Maya (per altro si vede sul mappamondo proprio il continente del Sudamerica su fino al Messico…) Più che l’entrata nell’acquario, mi pare un bell’ingresso nel Tanquarium, l'originale acquario–sciacquone da installare direttamente sopra il water domestico…
Paolo
Io ho fatto tutto questo? Sai che non avevo associato l'asse del water all'asse di rotazione? Geniale. Per quanto riguarda l'inclinazione, se davvero come dici tu si trova nella posizione del perielio del solstizio d'inverno, è dovuto al fatto che era l'unica posizione in cui non si vedessero i due grossi buchi ai poli del mappamondo, quelli necessari al supporto da tavolo.
Ma questa è la risposta per gli amici. Per la stampa sarebbe meglio dire: ho ovviamente cercato attentamente attraverso testi di astronomia e rari scritti maya l'esatta posizione della terra nel giorno previsto per la fine del mondo. Non a caso il perielio della terra è in asse con il perineo del water.
Davide
Parlaci di Davide Tosches e della Contro Records…
Paolo
Una bellissima persona e una bellissima etichetta, il tutto a pochi chilometri da casa mia. L'etichetta è giovane, in tutti i sensi, ma ha già un rooster di tutto rispetto. Se non fosse stato per il web forse non lo avrei mai conosciuto, ma a volte internet e Facebook hanno anche una reale utilità.
Un plauso a Davide, non solo per l'etichetta ma anche per la sua produzione artistica personale, estremamente curata e di gran gusto.
Davide
Nella lotta tra te e il mondo, stai dalla parte del mondo, semplificò forse un po’ troppo Frank Zappa. Non l’ho condivisa o capita perfettamente ancora oggi, ma è di Frank Zappa e lo stesso ti chiedo: tu da che parte stai?
Paolo
È un bel casino. Perchè non posso non stare anche dalla mia parte. Ma poi, che lotta e contro quale mondo? Se per mondo si intende il nostro pacioso pianeta azzurro-verde, contro cosa si dovrebbe lottare? E se per mondo si intende la gente che lo abita, se lotta contro di me potrebbe anche avere delle buone ragioni. Che ovviamente non condivido.
Davide
Chi è Francois Veramon, ma soprattutto perché gli manca la cédille e ha il cognome di un analgesico a base di paracetamolo e propifenazone?
Paolo
François (ce l'ha la “ç”) è un ricchissimo multilingue che vive tra Nizza e Nizza Monferrato. Ha ereditato una fortuna da suo nonno farmacista (Viamal Veramon) e da anni si dedica alla produzione di opere editoriali di notevole spessore, tra cui ricordiamo l'Analisi grammaticale della Divina Commedia, Il Nome della Rosa senza punteggiatura, e La Bibbia con la parola Creato sostituita in tutto il testo dalla parola Moquette. Si è innamorato della mia musica e forse anche di me, e pur non sapendo nulla di rock ha deciso di produrre il disco Uomo Bianco.
Davide
Non ti ho letto tra i crediti dell’ultimo dei Syndone, La bella e la Bestia…
Paolo
A dire il vero ho saputo dell'uscita di un nuovo CD Syndone da Facebook; non sento Nik (Comoglio) da molto tempo e i miei impegni musicali (compresa la Banda Elastica Pellizza) mi hanno tenuto lontano dal progetto, per cui immagino che la band abbia optato per un nucleo di musicisti più disponibili di me. Conoscendo i precedenti, è sicuramente un disco di ottimo livello, ma non l'ho ancora sentito.
Davide
In musicoterapia si dice che il suono aiuti la scoperta del sé e dell’altro? Com’è che invasi e sovraffollati come siamo oggi dai suoni mi pare che siamo ancora lungi (e forse anche di più rispetto al passato) da queste scoperte?
Paolo
Forse è proprio il sovraffollamento sonoro (al quale in parte io stesso contribuisco) a rendere meno ricettiva la gente alla scoperta dell'identità sonora dell'altro. C'è così tanta musica nel mondo che è davvero difficile notarla, ogni suono è un movimento terrestre, umano oppure no, e fissare l'attenzione su una parte di questi suoni è sempre più impegnativo, distratti come siamo da questa infinità di sollecitazioni.
Davide
La musica non può cambiare il mondo, però può cambiare la musica… Anche in Italia?
Paolo
Sì. Sarebbe ora che produttori, discografici, distributori, agenti e quant'altro capissero che è nel loro interesse smettere di vendere musica di consumo e cominciare a vendere la musica giovane (quella molto più giovane di me) come arte. E lo stesso dovrebbero fare i giovani artisti e musicisti: creare arte, non più consumo. Al giorno d'oggi ci può essere più mercato (ed è un discorso anche squisitamente commerciale) nel vendere arte piuttosto che suoni usa e getta. L'arte è un investimento, acquista valore con il passare del tempo, ha canali ovunque e in molti casi sono ancora inesplorati. Mentre il mondo della musica di consumo è ormai inflazionato, pieno di rifiuti che non si sa come smaltire.
Davide
Cosa seguirà?
Paolo
Per adesso mi preparo una pasta al pesto, poi seguirò le idee che mi daranno i carboidrati.
P.s. a parte gli scherzi, se seguite i miei movimenti su Facebook o sul mio sito saprete dove suono, e quindi potrete, volendolo, evitarmi accuratamente.