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Intervista con Oderigi Lusi

13 min read
 
Il giovane compositore campano vince la prima edizione del premio internazionale di composizione per la danza con 'Il nuvolo innamorato', balletto dedicato alla fiaba di Nazim Hikmet
Oderigi Lusi vince il concorso 'Moderato danzabile'
  
Con Il nuvolo innamorato, balletto in unico atto ideato e musicato da Oderigi Lusi, il giovane compositore vince la prima edizione di Moderato danzabile, concorso internazionale per la composizione musicale per la danzaOderigi Lusi (nato il 21 novembre 1972) è uno dei maggiori talenti della musica colta italiana, autore sempre alla ricerca di nuove possibilità di connessione tra generi "alti" e "bassi" e tra diverse forme d'arte. Il nuvolo innamorato è la più recente dimostrazione del suo orizzonte compositivo e della spazialità che anima la sua scrittura.
Il progetto è ispirato a Il nuvolo innamorato, la fiaba del poeta turco Nazim Hikmet (1902-1963), nata da memorie d’infanzia (la nonna di Hikmet era solita raccontare al piccolo Nazim antiche storie) e da una lettura appassionata delle fiabe folcloristiche del suo paese. Dichiara Lusi: "L’idea di musicare la fiaba per farne la colonna sonora di un balletto è scaturita dall’immenso potere evocativo di questo racconto. La musica “descrive” i colori dei luoghi fantastici, le gesta e il carattere dei singoli personaggi della fantasia di Hikmet che attraverso i danzatori prendono forma umana. Una storia che proietta il pubblico nei luoghi magici della fiaba e magari consente, per un po’, ai più grandi di tornare bambini". Al seguente link un estratto audio (virtual instruments) della partitura del balletto: http://www.youtube.com/watch?v=MC4h1B7ovMo

La composizione per orchestra sinfonica e ensemble etnico non è lontana dal clima "sincretico" che animava Notes From A Logbook, il fortunato disco d'esordio di Oderigi Lusi pubblicato dalla Ethnoworld nel 2007, che spaziava tra riferimenti classici, jazz e world music.

La premiazione di Il nuvolo innamorato si è tenuta giovedì 5 Gennaio 2012 presso il Ministero dell'Università e della Ricerca – Accademia nazionale di danza  – Istituto di Alta Cultura, Largo Arrigo VII, n° 5 , Roma.
 
Oderigi Lusi official website:
 
Synpress44 Ufficio stampa:
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao e innanzi tutto congratulazioni per l’importante riconoscimento che hai ottenuto con “Il nuvolo innamorato”. Cosa significa per te aver vinto questo premio internazionale di composizione musicale per la danza?
 
Oderigi
Grazie mille! Ovviamente fa sempre piacere ricevere dei riscontri positivi sui propri progetti.  Più che il premio in sè, consistente nella scrittura delle musiche che apriranno il prossimo luglio l’evento Roma in danza 2012 presso il Teatro dell’Accademia Nazionale di Danza di Roma, è particolarmente soddisfacente il momento della condivisione della propria sensibilità con quella di altri artisti. Non ho mai creduto sinceramente in “classifiche” per quanto riguarda l’arte (anche se in passato ho preso parte a diversi concorsi soprattutto pianistici e vincendone diversi). Devo dire però, che il concorso ha nella sua fattispecie dei lati positivi che sono rappresentati, appunto, dall’incontro e dalla condivisione di diversi mondi, propri ad ogni singolo partecipante. Il concorso rimane in sintesi un modo per confrontarsi, cercando di carpire l’essenza del messaggio degli altri artisti (quando esiste). La condivisione e il confronto  sono due chiavi essenziali per accrescere la propria sensibilità e personalità.
 
Davide
Perché hai scelto Hikmet e in particolare questa sua favola, “Il nuvolo innamorato”?
 
Oderigi
Hikmet rappresenta uno dei poeti più importanti del ‘900 e la sua storia “sofferta” causata dalla prigionia e dall’esilio, rendono la sua arte di uno spessore notevole e nello stesso tempo di ricezione immediata. Conoscevo le sue poesie, ma non le sue fiabe, sinceramente. Sono venuto a conoscenza di quest’ultime grazie alla mia compagna Alessia, che mi ha consigliato di scoprire il mondo “magico” delle favole del poeta turco, sia come lettura, che come spunto per “creare” qualcosa di nuovo. Tra le tante (tutte bellissime) ho scelto “Il Nuvolo Innamorato”, la più famosa di Hikmet, per due motivi principali: 1) durante la lettura, il potere evocativo del racconto mi faceva letteralmente “vedere” i luoghi e i personaggi creati dalla fantasia dello scrittore. Il passo successivo è stato semplicemente quello di creare una colonna sonora che accompagnasse queste “visioni” evocatemi della fiaba, appunto. E devo dire che tutto questo processo di scrittura si è svolto in modo relativamente semplice e naturale, quasi come se la musica che ho buttato giù fin’ora, fosse stata già contenuta nel racconto stesso: bisognava solo “tirarla fuori”; 2) Il messaggio del “Nuvolo Innamorato” è qualcosa di universale e trascendentale, con un suo risvolto mistico, aggiungerei “[…]Le persone care, gli animali buoni e i bravi Nuvoli non scompaiono mai. Chi ama, non muore […]”. Consiglio a tutti la lettura.
 
Davide
Gianni Rodari suggerì che la fiaba era il luogo di tutte le ipotesi, essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, per aiutare il bambino a conoscere il mondo. Allo stesso modo potremmo dire della musica come aiuto per  l’uomo a conoscere il mondo per strade nuove o diverse?
 
Oderigi
Certamente sì. La musica è sia un mezzo di espressione/comunicazione che di conoscenza. Indagare, per conoscere e studiare le varie espressioni musicali del genere umano, attraverso i vari secoli, vuol dire apprendere la storia e l’evoluzione di diverse civiltà, non solo da un punto di vista musicale. Senza dubbio la musica in questo senso è una chiave di lettura, come possono essere le altre espressioni artistiche. Un vero e proprio passpartout che apre le porte su strade alla fine non così nuove o diverse: quella della conoscenza intesa anche nel senso più “esoterico” del termine.
 
Davide
Tutto che quel che suona è musica. Sei d’accordo con questa affermazione di John Cage? O faresti comunque dei distinguo…?
 
Oderigi
Se interpreto questa affermazione di Cage (sforzandomi nel farlo) facendo un discorso per cui l’uomo contemporaneo si trova inserito in un cosmo dove tutto quello che lo circonda fa parte di sè e del suo mondo (nel bene e nel male), allora  tutti i suoni (intesi anche come rumori e inquinamento acustico), le immagini, le forme, sono riconducibili a espressioni artistiche quali la musica, la pittura, la fotografia, la scultura etc. Se seguo invece il mio modo di pensare all’arte come qualcosa di più “puro”, allora non posso che non essere in disaccordo con il compositore americano. Per quanto mi riguarda, credo che la “purezza” dell’arte (intesa sia in senso estetico che come onestà intellettuale) sia il  veicolo e la chiave per indicare la strada. Non credo assolutamente nelle artefazioni “borghesi” tipiche di certi linguaggi contemporanei.
 
Davide
Nell’opera sono previsti anche strumenti della tradizione turca come l’oud o il duduk o la zurna o altro, nonché forme musicali etniche, abbellimenti o forme compositive tipiche della musica ottomana?
 
Oderigi
La strumentazione prevista per il “Il Nuvolo Innamorato“ è rappresentata da un’orchestra sinfonica e un ensemble etnico con Nay, Duduk, Darbuka, Bendir, Bongo, Tef, Oud, Chitarra Battente,Tanbur e Viela. Da un punto di vista formale, il lavoro si basa sulle forme tipiche della musica colta occidentale, in modo particolare il Rondò e il Poema sinfonico, con un impianto armonico/melodico sia tonale che modale. Anche se, più in dettaglio, in una scena del I° Quadro intitolata “ Seifì il Nero presso il Paese del Flauto” ho fatto riferimento al “Makam” per quanto riguarda l’impianto modale della melodia con il relativo sviluppo sia melodico che ritmico. Il “Makam” turco rappresenta un sistema che regola una serie complessa di regole nella scrittura della musica classica di matrice ottomana. Melodicamente si basa sulla sovrapposizione di un pentacordo e di un tetracordo preceduti da una nota fondamentale (tonica). Tutto ciò non si può liquidare con un semplice utilizzo di un sistema modale “occidentale”, ma non è nella mia intenzione utillizzare rigorosamente il sistema musicale della musica classica turca nella stesura di questo lavoro. L’idea di base è quella di colorare l’orchestra sinfonica con “sfumature etniche” , facendo appello alle forme e alla nostra scrittura musicale europea con ovvi riferimenti stilistici a Korsakov e Ravel su tutti. Dimenticavo! All’interno del lavoro sarà inserita una Ninna nanna tradizionale turca (Dandini Dandini Dastana).
 
Davide
Oggi sono le musiche etniche a influenzare le musiche occidentali. Una volta, e non fino a molto tempo fa, fu il contrario. Rimanendo a esempio in Turchia, esiste ancora oggi uno spettacolo teatrale tipicamente turco che si chiama Ortaoyunu, simile alla commedia italiana dell’arte nella recita a soggetto e nella tipologia fissa dei personaggi. Sembra che la sua nascita fosse avvenuta attraverso i loro contatti con genovesi e veneziani. Nell’Ottocento ebbe sempre più seguito in Turchia l’opera lirica italiana e gli stessi compositori turchi, influenzati dalla musica italiana, cominciarono a comporre le proprie opere (la prima fu del 1845 di Hayrullah Efendi). Insomma, la musica italiana o un ben riconoscibile gusto musicale italiano nella  musica ha per alcuni secoli influenzato la musica mondiale. Cos’è oggi italiano nella musica? Secondo te cos’è oggi una musica contemporanea di gusto italiano?
 
Oderigi
Intanto credo che una vera e propria scuola musicale “nazionale” italiana non sia mai esistita in senso stretto. La nostra penisola culturalmente è sempre stata caratterizzata dalle singole sfaccettature, tipiche delle diverse zone geografiche. Anche nel corso degli anni, attraversando soprattutto il Rinascimento si sono sempre distinte diverse “scuole” con delle caratteristiche ben precise (vedi la scuola Napoletana e Veneziana, per esempio). Fatta questa premessa, mi piace pensare e identificare un’eventule scuola musicale nazionale con quella Napoletana che, con i suoi cinque secoli di storia circa, ha annoverato durante gli anni  compositori anche non partenopei (su tutti Rossini che, personalmente, ritengo il più “italiano” dei compositori) che meglio hanno espresso secondo me lo spirito italico. Il Maestro Roberto De Simone, credo che incarni e abbia incarnato negli ultimi anni ciò che di italiano ancora c’è nella musica contemporanea.
 
Davide
La danza, una forma di poesia a sé con il movimento, come disse Diderot… Oppure: la musica è poesia, la poesia è musica. Insomma, tutto può addivenire a uno status di “poesia”. E allora cos’è per te poetico, cos’è per te la poesia al di là delle forme d’arte e dei mezzi prescelti?
 
Oderigi
La natura! Trovo la natura quanto di più poetico ci possa essere: rappresenta la materializzazione della poesia stessa. Quando qualsiasi forma di espressione artistica si avvicina anche minimamente all’esaltazione del bello attraverso un’elevazione spirituale, cosa che nostra Madre Terra ci ripropone da millenni, allora la poesia prende forma. “[…] Non ascoltare i consigli di nessuno, se non del vento che passa e ci racconta la storia […]”. Quanto ha ragione Debussy!
 
Davide
I poeti sono imbottigliatori di nuvole (Dino Segre)… Cosa sono invece per te i compositori e i musicisti?
 
Oderigi
A me piace molto l’idea di pensare ai musicisti e ai compositori in particolare, come imbottigliatori di “immagini”. La musica come linguaggio ha un forte potere evocative, ma, nello stesso tempo, ha la capacità di bloccare delle sensazioni  e delle emozioni che possono scaturire da un’esperienza (un viaggio, la lettura di un libro etc.), prima della scrittura stessa. In sintesi, credo che i compositori siano dei fotografi e dei pittori le cui fotografie e i cui dipinti sono fatti di suoni.
 
Davide
Quali compositori classici o meno pensi ti abbiano più influenzato nella composizione?
 
Oderigi
Ravel, Prokofieff, Korsakov e Bartòk su tutti. Da pianista non posso non farti I nomi di Liszt e di Chopin…e poi c’è il sommo, il più grande di tutti: Bach!
 
Davide
E nel rock, nel jazz o in ogni altro genere?
 
Oderigi
Nel Rock? Se rispondo Stravinsky de “Le sacre du printemps” vale come risposta? Potrei farti il nome dei King Crimson però, che attraverso la genialità di Fripp hanno sempre messo avanti a tutto la sperimentazione e la ricerca sonora.
Nel jazz senza dubbio la “spiritualità” di Coltrane. Personalmente trovo “A love supreme” il punto più alto della musica afro-americana dove l’Uomo incontra Dio.
 
Davide
Ti garba la definizione di “musica colta” a seguire quella che fu classica? Cos’è o cosa significa per te il sincretismo in musica?
 
Oderigi
Sì, mi potrebbe “garbare” la definizione. È importante sapere in che contesto ci si muove. Spesso può servire per avere un punto di riferimento. La cosa interessante credo sia invece quella di carpire il messaggio poetico di ogni genere più che etichettare i generi stessi. Riuscire a fondere la poesia dei diversi linguaggi, questa per me è la cosa interessante: ecco cosa rappresenta, personalmente, il sincretismo in musica, aldilà delle contaminazioni dei linguaggi.
 
Davide
Torniamo a “Il Nuvolo innamorato”: verrà rappresentato? Ci sarà anche il cd? 
 
Oderigi
Sì, il lavoro sarà rappresentato. Allo stato attuale sto valutando varie alternative per la “prima”. Ma darò notizie più precise a riguardo in futuro. L’idea è di pubblicare un DVD del balletto. Inoltre la stessa Colonna Sonora sarà usata in forma da concerto per mettere in scena una Favola Musicale per voce recitante e orchestra dove la favola di Hikmet sarà appunto raccontata. Di quest’ultima versione sarà pubblicato un cd, il cui booklet conterrà dei disegni che rappresentano i luoghi magici e i personaggi della fiaba.
 
Davide
Cosa stai facendo ora o per il 2012?
 
Oderigi
Per quest’anno conto di finire Il Nuvolo. Manca ancora una mezz’ora di musica, più o meno. Spero sia tutto pronto quanto prima. Poi c’è sempre il mio precedente lavoro “Notes From A Logbook” al quale mi sto dedicando di più, soprattutto nell’aspetto live che avevo un po’ trascurato dopo la sua pubblicazione a causa di altri impegni.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Oderigi Lusi è nato il 21 novembre 1972.
Inizia gli studi di pianoforte in tenera età. Dopo un'interruzione per gli esami di maturità entra al Conservatorio Statale di Musica "D. Cimarosa" di Avellino per il corso di composizione che segue fino al compimento inferiore. L'originaria passione strumentale lo orienta definitivamente verso gli studi pianistici che completa con il massimo dei voti e la lode sotto la guida del M° Carlo Alessandro Lapegna allievo e rappresentante della Scuola Pianistica del M°Vincenzo Vitale.
Nel Maggio 2008, dopo aver sostenuto un'audizione d'ingresso, viene ammesso al Berklee College of Music di Boston (la più grande scuola del mondo per l'insegnamento della musica contemporanea) dove sta attualmente sviluppando lo studio del jazz e dell'arrangiamento e in particolare della composizione di musica applicata alle immagini.
Oderigi Lusi si esibisce sia da solista che in formazioni da camera su tutto il territorio nazionale e ha partecipato a vari Concorsi e Festival nazionali e internazionali. È stato vincitore dei numerosi concorsi pianistici:
 La grande sensibilità musicale, la preparazione tecnica e la conoscenza armonica vedono l'eclettico musicista irpino impegnato anche in campi musicali che vanno oltre il "genere" classico. Dal '97 al '00 Lusi è il pianista della Swing Time Big Band del M° Renato Gaudiello con la quale tiene vari concerti di Musica Jazz.
Anche in ambito Etnico e Rock l'attività del pianista è molto intensa.
Ha partecipato a varie tournèe con formazioni nazionali quali i Blue Tango eseguendo brani dal lavoro discografico "Tra l'Africa, il Jazz e altre storie" di suddetta band; ha accompagnato Giovanni Mauriello storica voce della Nuova Compagnia di Canto Popolare nella sua tournèe europea.
Ha fatto parte, dal 2004 al 2008, della line-up degli OSANNA gruppo storico del Rock Progressive partenopeo come pianista e tastierista e con i quali ha preso parte a numerosi festival e concerti rilasciando diversi dvd e cd.
Ha pubblicato con i Malaavia il lavoro discografico "Danze D'incenso" prodotto dall'etichetta milanese Maracash. Il cd è stato considerato dalla critica del settore uno fra i migliori lavori in ambito progressive, e non solo, degli ultimi periodi. Oltre ad avere suonato in "Danze d'incenso", O. Lusi. ha curato la composizione di parte delle musiche, gli arrangiamenti, le orchestrazioni e la produzione artistica.
Il lavoro è stato seguito da una relativa tournèe che ha visto la band aprire concerti di gruppi quali PFM e YES (Voghera luglio 2004).
Ha lavorato da Agosto 2005 a Febbraio 2006 come Maestro sostituto e di sala all'Opera lirica contemporanea Federico II, l'ultima danza scritta da Antonio Maiello.
In Luglio 2007 viene pubblicato dall' Ethnoworldmusic di Milano il suo primo lavoro discografico “Notes From a Logbook”. Il lavoro, utilizzando le parole del critico e giornalista musicale Donato Zoppo , “è un affresco sonoro lussureggiante ed esotico, spesso malinconico e crepuscolare, una finestra su culture e profumi del Mediterraneo” dove diversi linguaggi sonori (classico, jazz, world music) si mescolano tra di loro.
Discografia personale:
·                     ODERIGI LUSI – Notes from a logbook (Ethnoworld);
·                     MALAAVIA – Danze d'incenso (Maracash);
·                     RITMI GLOBALI EUROPEI – Compilation;
·                     NOBODY'S LAND act 2 – Compilation (Electromantic Music);
Collaborazioni Discografiche:
·                     OSANNA – DVD Concerto per Scampia – (Suoni del Sud) ;
·                     OSANNA – DVD Concerto per Scampia 2 – (Suoni del Sud);
·                     LUCIANO CERIELLO – Big Jim & Barbie (Afre Music);
·                     LUCIANO CERIELLO – Il Canto della Vita (Afre Music);
·                     CIRO CAPANO – Differentemente… (Edizioni Spai);
·                     LUCIANO “VARNADI” CERIELLO – Radio Varnadi (Afre Music);
·                     OSANNA – Prog Family – (Afraka);
·                     NO MORE RAINY DAYS – Omaggio a Paolo Di Sarcina (Polo Sud Records);

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