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Il dono dell’occhio e Gramaglie e frattaglie

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Il dono dell'occhio – Alfonso Guida
prefazione di Maria Grazia Calandrone,
Poiesis (Bari, 2011), pag. 82, euro 12.00;
 
Gramaglie e frattaglie – Fortuna Della Porta
prefazione di Lino Angiuli, con cd audio e illustrazioni,
LietoColle (Como, 2011), pag. 60, euro 15.00.
 
Abbiamo intenzione, oggi, di parlarvi di due poeti, più esattamente un poeta e una poetessa che a nostro avviso stanno tranquillamente fra le voci da seguire nel panorama delle poesia italiana moderna. Non a caso, infatti, le plaquette delle quali stiamo per riferire sono dotate di prefazioni accurate (a firma Calandrone e Angiuli). Classe 1973, nato a San Mauro Forte, provincia di Matera, cioè in un margine della Basilicata marginale, Guida, già vincitore dei premi “Bellezza”, “Montale” e “Laboratorio delle Arti”, ovvero penna che ha ottenuto tre dei maggiori riconoscimenti italiani per autrici e autori di versi, vive una poesia che è interamente assoggetta agli urti dell'esistenza e che con costanza cerca d'urta l'esistenze, accarezzandolo magari. La nuova plaquette di Guida, accompagnata dal sottotitolo significativo “(Quaderno n. 4 settembre 2010)”, singificativo in quanto ci fa capire come queste scritture abbiamo comune matrice spazio-temporale, potrebbe rappresentare felicemente l'urlo del silenzio. Ammonirci di non alzare la voce. Né quando si compiono azioni normali, come neppure quando cattolici e credenti 'devono' attendere il loro “Dio”. Mentre, si legge, il poeta si stringe in sé a raccontarsi l'essenze delle immagini recepite dall'esterno, sottratte alla vacuità dei nostri giorni. Tra giovani e donne in moto perenne. Tra ragazzi desiderati e avuti, a madri che nei campi della storia contadina sono volti scuri e chini a raccogliere. Attraversando Torremozza: il poeta nella marinara e jonica e sempre lucana Policoro incontra l'Ospedale pscichiatrico. Onestamente, quando il poeta c'ha regalato, nel vero senso della parola, questo libro “Il dono dell'occhio”, che non dimentichiamo ha una copertina a dir poco meravigliosa (un dipinto di Biagio Lieti che rappresenta un cavallo colorato), non c'aspettavano addirittura di sentire parole di questo tipo: “La tua voce lascia il fieno, la grotta / di Argo. Anche la mia casa è vuota. E in questo / momento piove. / E in questo momento il tuo / vecchio orologio mi scandisce. Torna, /  sussurra, di là dal muro, il compagno / che non vedo. E' un vecchio ragazzo un po' rauco. (…)”.   Ogni strofa, se è in un certo senso è possibile usare questo termine per una poesia che non sa mai la frattentazione, che non conosce logiche di riposo nel procedere e virare, sa, come la poesia più grande che potete conoscere, delle viscere del poeta e delle viscere del mondo. Le tensioni che avvertiamo nelle sezioni direttamente estorte ai passaggi nella residenza pscichiatrica, devono infine mantere accesa la battaglia col prima e col dopo. Dentro e fuori. Alfonso Guida è una delle maggiori voci poetiche viventi del Sud. Dall'ostile patria sanmaurese, che però fa spesso da culla all'artista che abbiamo recentemente potuto udire mentre leggeva Claudia Ruggeri – intepretando le volontà dell'autrice – la poesia di Guida non deve ragionare con la finzione. Fortuna Della Porta, con il suo recentissimo “Gramaglie e Ramaglie”, invece, che in allegato dona un cd con voce registrata dell'autrice e musiche di Carlo Lomanto, usa smontare la 'correttezza' della lingua italiana al fine di levigare uno stile disposto a reggere le convinzioni civili che le pagine ci spiegano. Indignazioni e girotodi, naturalmente, non c'entrano. L'unica affinità col presente presentissimo e con quello meno istantaneo, però, Della Porta la vuole con la potenza espressiva di quadri che hanno fatto fanno e faranno la storia dell'arte, opere pittoriche difronte alle quali non si può che respirare. Con parole rubate, è proprio il momento di dirlo, dal gergo praticato dal popolo. Con innesti di dialetto, certamente. Ma pure con un retroterra letterario che pizzica dalla tradizione persino più colta. Lino Angiuli, a favore della poetessa, nel passaggio più ispirato infatti dice: “Ne sortisce una sorta di action poetry la cui qualità interessante – a mio parere – mistilinguistica sapientemente organizzata e utilizzata dall'autrice, che di quella cifra sviluppa funzioni”. Guida ha letto Rosselli, Bellezza e Celan. Della Porta si deve leggere in chiave di Eliot e Michele Sovente fino a Gozzano. Guida e Della Porta, e il primo specialmente, meritano molto di più di quello che fino a questo momento hanno ricevuto. E il richiamo di Fortuna Della Porta alla non rassegnazione, espresso per mezzo di versi sublimati e anfibi, dovremmo apprezzarlo a colpi d'azione.             

 

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