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Invisible Monsters

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Invisible Monsters
(Chuck Palahniuk)

 

 

Vai a Brandy Alexander e alle sue tette Torpedo e alle sue labbra Plumbago.

Vai a Shannon e alla sua faccia mangiata dagli uccelli.

Vai a Evie, la migliore amica di Shannon e alla sua taglia numero quarantaquattro.

Vai a Manus e ai suoi giornaletti pornografici per gay.

Questi i quattro personaggi principali di Invisible Monsters. Quattro personaggi che si inseguono, si feriscono, si odiano e cercano di amarsi.

Perché forse è l’amore il motore di questo libro. Ma l’amore come non l’avreste mai immaginato.

Chuck Palanhiuk ci porta in un nuovo viaggio verso la scoperta di qualcosa di doloroso e profondamente umano. Quella verità che ognuno si porta dentro e che nasconde con nuove identità e nuove storie da raccontare.

Perché i mostri invisibili non sono solo quelli che si nascondono dalla società perchè deturpati o sfregiati, ma sono anche tutti quelli che ci circondano, nascondendo dietro la propria esteriorità le ferite e le cicatrici della propria anima.

Chuck traveste per poi smascherare i suoi personaggi. Gioca con l’identità sessuale di ognuno, con quello che ognuno crede e spera di essere, con una ricerca della libertà che si risolve nello spingersi nella parte opposta rispetto a quella che ci insegnano a seguire.

Per scoprire, di nuovo, chi siamo realmente.

In un mondo dominato dalla bellezza plastificata delle copertine, da un corpo sempre più costruito a tavolino, da continui interventi e continui miglioramenti forse la libertà consiste nel privarsi di tutto questo.

Nel privarsi della bellezza, dell’attenzione degli altri, dell’essere il centro del mondo.

Forse cambiare il mondo significa andare nella direzione opposta rispetto a quella in cui il mondo sta andando.

Dammi rabbia.

Flash.

Dammi dolore.

Flash.

Dammi libertà.

Perchè in ogni libro di Chuck le cose non sono mai come sembrano, e attraverso la sua scrittura e il suo modo di vedere, impariamo anche noi qualcosa di più sulla natura umana.

Il libro è scritto in maniera magistrale, Chuck usa il montaggio per costruire i suoi romanzi. Salta continuamente da un punto all’altro della storia, crea flashback, il tempo sembra qualcosa di quanto mai paradossale e confuso.

Vai di nuovo a Brandy Alexander, la regina suprema, che si spinge là dove non avrebbe mai osato spingersi.

Vai di nuovo a Shannon che vuole amarla anche se non potrà mai farlo.

E l’amore diventa sacrifico e rinuncia, diventa dolore e sofferenza.

Diventa tutto quello che non vorremmo mai diventasse.

E forse nel far questo possiamo, finalmente, scoprire qualcosa di nuovo e di ancora non scritto.

Perchè ognuno di noi è la storia che si porta dietro e quella che deve ancora scrivere.

Una storia qualsiasi.

E visto che il passato è alle spalle ce ne possiamo fregare di quello che siamo sempre stati anche perchè poi non interessa a nessuno.

Tutti hanno una loro storia.

Non ci rimane che pensare a quella che potremmo ancora essere.

Una storia.
E avere il coraggio di raccontarla.


Emiliano Bertocchi

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