Bono on Bono
“Conversazioni con Michka Assayas”
(Sperling & Kupfer)
“Paul Hewson on Paul Hewson”, così sarebbe stato il titolo più corretto a questo libro..
Michka Assayas, ha raccolto tutte le interviste da lui realizzate a Bono Vox, dal 1980 (quando lavorava per la rivista musicale parigina “Le monde de la Musique”) ad oggi. Il risultato è una unica intervista lunga 326 pagine, in cui è possibile conoscere Paul Hewson, vero nome di Bono Vox, voce degli U2.
La fiducia che da subito è riuscito ad ottenere nei confronti della band e dei suoi manager, ha permesso a Michka di essere molte volte in una posizione privilegiata rispetto ad altri giornalisti, e ad avere confidenze a cui Paul, difficilmente si lascia andare.
Stupisce molto scoprire un Bono Vox, triste e preoccupato, ma i temi che vengono toccati sono molto seri, e l’atteggiamento in realtà è solo molto rilassato e aperto. Possiamo così sentirlo tranquillamente parlare delle difficoltà adolescenziali, iniziate a 14anni quando viene meno la madre, e aggravati con il difficile rapporto con il padre, il quale ostenta un carattere duro e chiuso, per averne un idea vi riporto una frase relativa ai primi successi del figlio: “Ah, Dio deve avere il senso dell’umorismo, ha dato fin troppi soldi, tra tutti i miei figli, proprio a quello che non gliene frega un c…o, adesso divertiamoci a vederglieli sprecare”.
Si legge che fino all’ultimo Paul ha cercato di migliorare il rapporto con Bob Hewson, ma non c’e’ riuscito nemmeno quando, nel 2001, lo assisteva sul letto di morte, malato di tumore. Questo ha fatto avere a Bono un grosso crollo, e questo da un impronta tutta nuova all’ultimo album “How To Dismantle An Atomic Bomb”, appunto la bomba nella mente di Bono, ed in particolare la canzone “Sometimes You Can’t Make It On Your Own”, dedicata proprio al padre, il cui video racconta quando si trovò a vagare per le vie di Dublino, triste e svuotato di tutto.
Poi scoprirete il fantastico rapporto con ALI, sua compagna di classe al liceo, ora sua moglie e madre dei suoi 3 figli, alla quale deve la sua equilibrità emotiva e che lo ha trascinato a sensibilizzarsi ai problemi che riguardano la povertà nel mondo, in particolare verso i bambini.
Alla domanda se mai la Band avesse passato dei periodi di difficoltà, possiamo leggere che nel tour megagalattico come fu Zoo-TV che con le decine di megaschermi e addirittura le Trabant (Le auto in uso nella vecchia Europa
dell’Est) appese sul palco ed utilizzate come proiettori mobili, ha dato pochi introiti nonostante l’elevato successo, proprio per le eccessive spese, e ha fatto temere la bancarotta.
Non manca però l’ironia e la follia di Bono che esce più avanti nell’intervista.
Posso dire che dal libro salta fuori un Bono più simile a noi che ad una rockstar, come noi con i suoi problemi, le sue insicurezze e le difficoltà di tutti i giorni, nonostante la grossa differenza di zeri tra i nostri ed il suo conto in banca!
Credo che una spiegazione a tutto questo derivi dal luogo che ha mantenuto, insieme alla band, come residenza, Dublino, dall’essersi tenuto fuori dallo show business, e dall’amicizia che lega dall’infanzia i 4 ragazzi di Dublino, e che, ancora come una volta, si divertono a suonare e mettere in musica ciò che li turba o li affascina, riuscendo ad esprimere energia ed emozioni sempre nuove.
Rimanendo così semplici e naturali.
Grazie Bono e grazie Michka, per averci parlato così intimamente di Paul Hewson!
Vi riporto infine alcuni passaggi che troverete sul retro della copertina.
Sull’Infanzia:
“Dopo la morte di mia madre, credo di aver torturato mio fratello e mio padre. Tre uomini nella stessa casa. Ci sono stati momenti terribili, davvero. Il peggio che si possa tirare fuori da tre uomini!”.
Sugli U2:
“Sono un pessimo chitarrista, ed un pianista ancora peggiore. Se non avessi avuto vicino The Edge non avrei avuto speranze. Se non ci fossero stati Larry e Adam, quella melodia non avrebbero messo radici. Devo contare sugli altri, e lo faccio molto bene.”
Sull’immagine:
“La rock star che ho messo insieme per me è un identikit. La giacca di cuoio di Elvis Presley, i pantaloni di pelle di Jim Morrison…”
Sulla Famiglia:
“Quando annunciai a mio padre che Ali era incinta, si mise a sghignazzare.
Gli domandai: “Perché ridi?” rispose: “Vendetta.”
Sul rock’n’roll:
“La mia definizione di arte è questa: infili le mani sotto la pelle, ti spacchi lo sterno, ti sfondi la cassa toracica. Sei pronto? O il rock’n’roll per te è solo un paio di scarpe e un taglio di capelli?”
Sull’ingiustizia globale:
“Stiamo parlando di giustizia, non di carità. Dobbiamo organizzarci.”
Mauro Massari