ARMODUE
Intervista a Pierpaolo Beretta e a Luca Attanasio
Armodue è un nuovo sistema musicale che adotta una scala cromatica microtonale innovativa, basata su 16 note per ottava (scala esadecafonica), invece che sui classici 12 semitoni. La musica ottenuta con Armodue è stata quindi definita col neologismo “esadecafonia”. Ciò è possibile suddividendo in maniera diversa gli intervalli o le altezze delle frequenze che contraddistinguono una nota musicale dall’altra. Armodue è un’idea di Pierpaolo Beretta (nato a Como nel 1958), successivamente sviluppata con Luca Attanasio (Como, 1971), entrambi musicisti italiani, le cui biografie – insieme a dettagliatissime altre informazioni e brani musicali dimostrativi – si possono leggere su www.armodue.com o dal sito in costruzione http://www.esadecafonia.it/
PIERPAOLO BERETTA
Musicista fin da giovanissimo, suona il basso elettrico per anni in diversi gruppi in Italia ed all’estero. Più tardi, autodidatta, suona le tastiere e compone brani di musica leggera.
Dal 1986 possiede uno studio di registrazione ed una etichetta discografica denominata “Cronos”.
Nel 1990 fonda la “Baradello Edizioni Musicali”. Nel 1995 comincia a teorizzare un nuovo sistema musicale con un numero di note diverso da 12. Egli sa che un nuovo sistema musicale con 16 note potrebbe essere quello che coniuga le maggiori potenzialità con le minori difficoltà di approccio e di esecuzione, dandogli il nome di “Armodue”. Nel 1999 l’incontro con Luca Attanasio, l’ottima intesa e l’inizio della fase pratica e della sperimentazione.
LUCA ATTANASIO
Nato in Italia nel 1971, inizia a studiare pianoforte all’età di otto anni, ricevendo i primi rudimenti musicali dalla famiglia. Sotto la guida di due valide insegnanti (la seconda delle quali concertista a livello internazionale) sostiene gli esami di conservatorio del corso di pianoforte – in qualità di privatista – distinguendosi nell’esame di armonia complementare per i brillanti voti conseguiti. Tuttavia già nella prima maturità – intorno ai vent’anni di età – lascia gli studi classici di conservatorio per dedicarsi come autodidatta alla formazione musicale che più lo appassiona: il Jazz, il filone Latino-Americano, la musica da film non più eseguendo brani in ambito strettamente pianistico, ma anche aprendosi alle grandi possibilità offerte dalle tastiere, dagli organi e dai sintetizzatori. Ma è soprattutto per l’improvvisazione il suo maggiore interesse, unita ad una continua ricerca nel campo dell’Armonia Contemporanea. Collabora all’armonizzazione e all’arrangiamento dei brani di un musical che lo vede anche nei panni di tastierista del cast – “Troppo soli per parlarne” -, rappresentato al Teatro Sociale di Como con grande afflusso di spettatori. Svolge varia attività concertistica con altri musicisti.
L’INTERVISTA DavideUna debita premessa: sui vostri siti c’è una risposta precisa e molto tecnica ad ogni domanda che vi si potrebbe fare in merito ad Armodue e alle nuove regole musicali che comporta… (ed è quindi un invito a visitarli che io rivolgo ai musicisti più preparati). In questa intervista, però, si potrebbe cercare di riassumere in breve e con maggiore semplicità per tutti (o quasi) la vostra notevole invenzione.
La nuova ripartizione della vecchia scala di 12 toni in 16 mi ricorda molto gli esperimenti microtonali di Alois Haba, il quale si fece costruire un pianoforte con accordatura in quarti di tono, e compose difficilissimi (soprattutto da suonare) quartetti d’archi per sesti di tono. Anche Scriabin, mi pare, fece qualcosa con l’armonia nucleopolare.
La microtonalità, invero, è stata variamente perseguita nel corso del Ventesimo Secolo, dal futurismo all’elettronica. Chi o cosa ha ispirato la vostra ricerca in tal senso, fino alla definizione di una precisa scala di 16 microtoni (o da voi battezzati “eka”)?
Pierpaolo BerettaI sistemi microtonali non sono certo una novità… e sono tutti molto interessanti dal punto di vista della ricerca.
Armodue nasce a livello teorico verso il 1995.
Dapprima semplicemente come tentativo di creare un nuovo sistema musicale in grado di poter generare nuovi intervalli e quindi nuove melodie ed armonie.
Sin dai primissimi tempi volevo che questo sistema musicale rispondesse a questi due requisiti fondamentali:
1) aggiungere il minor numero possibile di complicazioni e solo se strettamente necessarie, sia a livello di utilizzo dei nuovi strumenti musicali che a livello di nomenclatura nuova;
2) avere un sistema funzionale, cioè in grado di potere essere usato da tutti i musicisti con relativa facilità.
Ciò che sembrò rispondere meglio a questi due requisiti fondamentali fu la scala generale di sedici note, la quale coniuga la massima creazione di nuove armonie con la minore difficoltà di approccio.
A questo punto occorreva dare un nome a questo nuovo sistema musicale: un nome semplice e sufficientemente facile da ricordare. Armodue mi sembrò il nome giusto e che richiamasse ciò per cui è stato creato – un secondo modo di comporre e suonare musica, realmente diversa.
Abbiamo quindi dotato Armodue di tutti gli ingredienti necessari per un futuro utilizzo da parte di musicisti e compositori: degli strumenti musicali nuovi in grado di riprodurre esattamente la scala di sedici note.
Infatti, con non poca fatica, abbiamo progettato e poi realizzato i primi strumenti musicali esadecafonici: una chitarra ed una tastiera.
Non vi è stato un ispiratore in particolare, diciamo piuttosto che Armodue è una risposta concreta a chi vuole sperimentare nuovi orizzonti in campo musicale.
Davide
Perché avete lavorato su una suddivisione esadecafonica con esattamente 16 note e non di più? Esiste un limite di percepibilità (oltre che di funzionalità) della microtonalità? Vi sono altre scale microtonali nella storia della musica? In cosa si differenzia essenzialmente quella esadecafonica?
Pierpaolo BerettaSecondo noi ha il pregio di avere “solo” quattro note in più, di possedere intrinsecamente la caratteristica molto interessante di poter ripartire l’ottava (cha in Armodue si chiama decima) in due parti esattamente uguali e, forse, il più grande pregio di un sistema microtonale, di poter essere suonabile da tutti con l’utilizzo di strumenti non molto diversi da quelli tradizionali.
DavideSu Vitaminic si può ascoltare dell’ottimo, etereo e affascinante materiale musicale ottenuto con l’esadecafonia ( indirizzo http://stage.vitaminic.it/main/aeterna/all_tracks ) a nome di Aeterna. Invero, anche ottime composizioni. E’ un vostro progetto? Cosa state facendo, come compositori e musicisti, oltre a dedicarvi al progetto esadecafonico?
Pierpaolo BerettaSì, Aeterna è il nome che abbiamo scelto ed oltre al sottoscritto ne fanno parte Luca Attanasio ed il chitarrista Dario Gadosa. Per quanto mi riguarda, al momento, Armodue assorbe tutte le mie risorse ed energie; Dario e Luca svolgono anche attività di insegnamento musicale e di musicisti.
DavideMa torniamo ad Armodue. Che differenza intercorre tra la scala di sedici note equalizzata, la semi-equalizzata e quella, sempre di sedici note, basata però sugli intervalli puri o “just intonation”?
Luca AttanasioLa scala esadecafonica equalizzata è sicuramente la più pratica, pensando anche a strumenti come le chitarre, che sono di più facile progettazione con una ripartizione proporzionale delle larghezze dei tasti. Tuttavia le altre due scale di Armodue, ovvero i temperamenti “semi-equalizzato” e “just intonation”, sono di estremo interesse quanto a purezza di intervalli. In passato il compositore Nicola Vicentino ideò un temperamento equalizzato che ripartiva l’ottava in 31 note, basandosi su un ciclo di quinte leggermente raccorciate. Questo temperamento non è stato colto nel suo carattere rivoluzionario: ha delle caratteristiche straordinarie ed uniche quanto alla purezza degli intervalli e alle possibilità armoniche. In seguito usarono questa accordatura anche Vitus de Trasuntinis e Christiaan Huygens. Riguardo la scala a 31 note, non conta tanto a mio avviso che le note in un’ottava siano 31, contano piuttosto gli intervalli che si ottengono; in particolare le quinte, le terze e le settime di estrema purezza. Armodue “semiequalizzato” e just intoniation sono delle accordature di sedici suoni non equalizzate che – in un certo senso – fanno risorgere l’idea del Vicentino riguardo al temperamento nuovo, e nel contempo mettono in risalto la purezza delle armoniche superiori. Soltanto che invece di 31 note se ne hanno appunto 16 (la compatibilità c’è: le 31 altezze si distribuiscono su un registro di suoni dimezzato, dal momento che sedici è quasi la metà di trentuno. Armodue è in assoluto il temperamento più compatibile con la scala del Vicentino). Insomma, ci sono tutti i vantaggi del temperamento ideale a 31 note – a livello di armonie, scale e melodie – però in più vi è la praticità di utilizzo, vi è la concreta agibilità degli strumenti. Oggigiorno infatti non è pensabile adottare 31 note per ottava in strumenti acustici di tipo tradizionale: sono davvero troppe!
DavideOltre a voi, quali altri compositori o musicisti hanno ad oggi fatto uso dell’esadecafonia?
Pierpaolo BerettaPurtroppo non molti. Posso citare il chitarrista jazz Fabio Minardo ed il compositore Fabrizio Fulvio Fausto Fiale. Quest’ultimo, ha recentemente scoperto il nostro sito, si è entusiasmato e si è divertito ad improvvisare dei brani con Armodue (circa una ventina). Ho ascoltato molto attentamente questi brani e, anche se appaiono forse un po’ troppo improvvisati, secondo noi dimostrano senza ombra di dubbio lo spessore di Armodue oltre che quello di Fabrizio. Vi sono delle idee in questo lavoro che reputiamo assolutamente geniali e veramente molto, molto innovative.
Davide
L’esadecafonia è suonabile contemporaneamente a strumenti a 12 note, senza cioè dare una sensazione di stonatura? Ovvero, nella nuova suddivisione esadecafonica, vi è comunque la disponibilità di suonare accordi e note corrispondenti al sistema cromatico dodecafonico / dodecatonico o la ripartizione in sedicesimi di tono comporta una divisione delle frequenze tale da non coincidere con quelle normalmente create intorno ai 440 hertz del diapason (il La sopra il do centrale)?
Pierpaolo BerettaSe intende brani in cui vengono suonati simultaneamente strumenti tradizionali e strumenti esadecafonici direi di no. Comunque i due sistemi hanno quattro note in comune, per esempio la nota “7#” di Armodue corrisponde al “la” di 440 Hz.
Davide
Con il temperamento esadecafonico si può suonare ancora o può avere ancora senso parlare di accordi, per esempio, di do diesis minore o si bemolle maggiore, di diminuite o che? Cosa succede sul piano armonico?
Pierpaolo BerettaAbbiamo notato, ma la ricerca è ancora in corso ed aperta a tutti, che esisterebbero delle scale “similmaggiori” e “similminori” che cioè danno un po’ l’impressione della scale tradizionali; inoltre sembrerebbero esserci anche delle scale “neutre” che non sembrano rievocare né le une né le altre. Dal punto di vista armonico sarei tentato di dire che potrà succedere di tutto e di più, nel senso che non vi è alcun vincolo di nessun tipo alla creatività dei compositori. Luca Attanasio ha studiato ed è approdato a ciò che lui ritiene possano essere le basi armoniche di Armodue, ma tutto ciò con molta umiltà e con la consapevolezza di non voler ripetere gli errori del passato…
DavideAvete dovuto approntare anche un nuovo sistema di notazione, creando un nuovo rigo (il tetragramma). Può spiegarlo? Inoltre, avete riattribuito un nome alle note?
Pierpaolo BerettaSì, il tetragramma (rigo musicale composto da quattro linee) risponde in modo perfetto alle esigenze di Armodue: se in futuro vi saranno musicisti che studieranno l’esadecafonia, si potranno accorgere con sorpresa e, speriamo, soddisfazione, che non occorre studiare il setticlavio; il sistema di scrittura rimarrà il medesimo in tutte le decime.
Per quanto riguarda i nomi delle varie note, abbiamo pensato di semplificare il lavoro usando dei numeri.
DavideE’ cambiata anche la nomenclatura degli intervalli? Esiste ancora tra loro una serie di rapporti definibili nel sistema tonale quali consonanza o dissonanza perfetta o imperfetta, tonica, dominante o sottodominante eccetera?
Luca Attanasio La nomenclatura degli intervalli è in ultima analisi lasciata ai compositori che si cimentano con Armodue, anche se noi proponiamo una nomenclatura generale tipo: intervallo di due eka, di tre eka ecc. (dove l’eka è un semitono rimpicciolito al 75%). Se prevarrà una logica armonica tendente ad assimilare Armodue al buon vecchio sistema a dodici suoni, allora avrà senso parlare di seconda minore, neutra ecc. altrimenti sarà meglio voltare pagina del tutto.Direi invece che sono abolite le funzioni tonali tipo la tonica, la dominante ecc: in Armodue perderebbero di significato poiché le scale utilizzabili non sono necessariamente simil-diatoniche o di sette suoni. In Armodue succede qualcosa di particolare riguardo agli intervalli: l’intervallo equiparabile alla settima minore ed il suo rivolto, la seconda maggiore, risaltano immediatamente per la loro purezza in ordine alle armoniche e si impongono come cardini nella costruzione di scale ed accordi. L’orecchio lo percepisce subito: è”amore a primo udito”, se così si può dire… La quinta di Pitagora come capofila delle armonie può andare in pensione: in Armodue la quinta è diversa dal solito e si ripartisce in tre intervalli uguali. Ecco, qui sta il fulcro di tutto il sistema, secondo quanto ho sperimentato.
DavideL’esadecafonia, sicuramente possibile su strumenti fretless, è stata ad oggi da voi applicata anche nella costruzione di altri strumenti musicali, per esempio, la chitarra? Nel caso della chitarra, sarebbe applicabile con diversa accordatura o con un numero maggiore di tasti, quindi più stretti?
Pierpaolo BerettaLa chitarra prototipo che abbiamo realizzato insieme con il liutaio Walter Prandini, per non creare troppi problemi alla mano sinistra dei chitarristi, è stata studiata spostando il ponte indietro rispetto alla posizione normale. Questo accorgimento si è tradotto in una tastiera della chitarra con tasti delle stesse dimensioni (né più stretti né più larghi) di quelle convenzionali.
Davide
Come già dimostrano le scale modali di altre culture, rimane sempre di fondo una fruibilità tonale o tendente alla tonalità entro le dodici note. L’orecchio umano, la sua mente, pur con modalità diverse, sembra normalmente ricercare “gratificazione” o “risoluzione”, sicché anche la scala dodecafonica, la musica seriale o la atonalità, pur rimanendo nel temperamento dodecatonico, non si possono certo definire “popolari”. O è davvero, secondo lei, questione di assuefazione? La microtonalità complica ulteriormente questo discorso. Secondo lei, c’è qualcosa di fisiologico nel rapporto tra l’uomo e il temperamento equalizzato a dodici note o può essere veramente questione di (ri)assuefazione a secoli di cristallizzazione a “Bach” ed anche a un prima di Bach?
Pierpaolo Beretta
A questo proposito abbiamo effettuato un piccolo esperimento. Io e Luca siamo rimasti per qualche ora ad improvvisare usando Armodue. Quando abbiamo riassettato il sintetizzatore sulle frequenze convenzionali abbiamo notato una certa “stonatura” di queste ultime.
Quindi la risposta è sì.
Vi è una “cristallizzazione a Bach” così come la definisce lei, e l’assuefazione ad Armodue è consequenziale all’utilizzo del medesimo.
DavideAd oggi, la tastiera esadecafonica è ancora solo un prototipo, reale o virtuale, o sta per essere finalmente commercializzata? State ancora cercando di risolvere ogni problema pratico di attuazione attraverso vari accordi con Aziende già affermate nel campo? Esiste, inoltre, un vostro software che possa servire per suonare l’esadecafonia?
Pierpaolo Beretta
Al momento la commercializzazione di tastiere Armodue è ancora lontana. Le aziende italiane, e ci duole dirlo, hanno risposto in modo piuttosto freddino, probabilmente perché la commercializzazione di questi nuovissimi prodotti non desta in loro alcuna speranza di veder ripagati i costi di produzione e distribuzione.
Esiste un software che è scaricabile da un link ad un sito esterno al nostro che tratta di musica microtonale posto sulla nostra home page: http://www.xs4all.nl/~huygensf/scala/ con il quale e con l’utilizzo di un computer è possibile riprodurre tutte le sedici note di Armodue con un convenzionale sintetizzatore (dal DO al MIb).
Davide riccio