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Il Serpente

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Il Serpente
Il lato nascosto delle cose
(Alessandro Troisi – Edizioni Il Foglio)

Ognuno di noi almeno una volta si è posto quesiti sul significato della propria vita ed ha cercato di darsi un’immagine di Dio. Il Serpente nasce proprio da queste domande, dall’esigenza di riordinare i pensieri sui perché che ci assillano. É il tentativo di dare una risposta di senso compiuto a quesiti della sfera metafisica che normalmente giudichiamo trascendere dalla nostra volontà.
Da cosa nascono i nostri interrogativi sul creato e su dio? Dalla necessità di trovare noi stessi e di dare una spiegazione all’ esistenza e alle nostre esperienze. Creare un diario è stato necessario per organizzare gli appunti delle mie riflessioni, fissare idee ancora da digerire per potervi ritornare in seguito.
Il perché del titolo? Contrariamente a quanto si possa pensare, la simbologia del serpente, al di là della connotazione negativa diffusa, simboleggia il sapere profondo. Da una lettura più attenta della metafora del “Giardino dell’Eden” il serpente deve infatti essere rivalutato come il “portatore di Conoscenza” per Adamo ed Eva.
L’analisi della copertina da già un idea dello scritto: l’Ouroboros, il serpente che si morde la coda, nella tradizione rappresenta la ciclicità degli eventi: si ricongiunge a se stesso formando una sorta di cerchio magico all’interno del quale si può inscrivere il cammino sapienziale dell’uomo. Il neofita che cerca “la verità” è rappresentato dalla stella a 5 punte con un vertice rivolto verso l’alto, a simboleggiare la sua tensione verso la ricerca spasmodica di Dio. A corredo del neofita stanno i simboli alchemici dell’opera e degli elementi di natura, attraverso lo studio dei quali si potrà giungere a carpire la “Quintessenza”, la pietra filosofale degli alchimisti. Il rosso e il blu simboleggiano la dottrina dei contrari che regola l’apprendimento durante il percorso dell'”opera”, il viola al centro è la sintesi del bipolarismo che porta alla consapevolezza, il verde in basso nello spazio dedicato al lume, rappresenta la condizione di chi inizia l’opera: questa precisa tonalità risulta infatti dal negativo del viola ottenuto come media del gradiente di rosso e blu puri.
Se ci addentriamo nello studio delle religioni e delle filosofie, presto ci rendiamo conto di vivere in un mondo illusorio fatto di “verità costruite”, nella “dimensione di MAYA” come direbbero gli Induisti.
Se vogliamo diradare la coltre dell’apparenza siamo costretti a mettere in discussione tutto ciò che la nostra educazione e la morale comune ci hanno insegnato.
Il cammino è scomodo, faticoso e crea confusione, ma la prosecuzione del percorso ripaga dei patimenti.
Il mio scopo, attraverso la stesura de “Il SERPENTE” non è piazzarvi innanzi una serie di dogmi, ma destare in voi curiosità e spirito critico, dando magari una mano a trovare la vostra strada. Ricordatevi che la realtà si vince trascendendola.


Alessandro Troisi

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