Intervista a Clelia Farris
Clelia Farris è la vincitrice del Premio Fantascienza.com, premio per romanzi inediti organizzato da Delos Books. Ciao Clelia, parlaci di te, dove vivi, che lavoro fai? Quando hai iniziato a scrivere e che significato ha per te la scrittura?
Ho iniziato a scrivere racconti intorno ai dodici, tredici anni; erano storie che oggi sarebbero definite di genere fantasy. Scrivere per me è un divertimento
ma vorrei che diventasse un lavoro, prima o poi.
“Rupes recta”, fresco di stampa, è il tuo primo romanzo o ti eri già cimentata in passato in altre produzioni di così ampio respiro?
Prima di Rupes Recta avevo scritto un altro romanzo di fantascienza, Quasar, che fu mandato a qualche casa editrice, senza fortuna. Continuo a ritenerlo buono, prima o poi lo rivedrò e tornerò alla carica.
“Rupes recta” è un romanzo di fantascienza, per quanto non manchi la componente del giallo, del thriller. Fantascienza, dunque. Perché questa scelta? Quando ti sei avvicinata a questo genere narrativo?
Mah! Io mi limito a pensare le storie, le scrivo, poi mi accorgo che si incasellano nel genere fantascientifico.
Hai partecipato ad altri concorsi letterari, prima di inviare il romanzo a Fantascienza.com?
Rupes Recta è stato mandato soltanto a Fantascienza.com; l?ho finito giusto in tempo per la scadenza del concorso e quando l?ho inviato, per via telematica, ero così agitata che invece di un singolo invio ne ho fatto dieci di seguito!
Cosa hai provato quando ti è stato comunicato che eri proprio tu la vincitrice?
Te lo dico in sardo: “agitorio mannu” cioè comportamento scomposto accompagnato da reiterate esclamazioni di incredulità e paura.
Secondo te cosa del tuo romanzo ha colpito maggiormente la giuria?
Non saprei. Anzi, mi ha stupito che abbia vinto, a causa del protagonista gay e delle tematiche insolite.
Cosa ha cambiato questo riconoscimento della tua attività di scrittrice, cosa pensi che ti porterà questa esperienza?
Non ho avuto la percezione di grossi cambiamenti, però la figlia dodicenne di un’amica auspica che il libro sia tradotto in giapponese e si vada tutti in Giappone per la presentazione.
Straordinario esordio letterario, accolto con ottime critiche. Di cosa parla il tuo romanzo?
Rupes Recta descrive il crepuscolo di un mondo, quello lunare, in parallelo col tramonto del mondo personale del protagonista. Gli omicidi seriali rappresentano
un po’ il punto finale di questa decadenza, ma sono anche la spinta che consente al protagonista di uscire dalla fissità dei suoi ricordi per riaprirsi alla vita.
Ho immaginato una società pervasa dalla freddezza nei rapporti umani ma anche vittima di una forte superstizione, al punto che i suoi abitanti sono costretti
a portare una maschera per proteggersi dal malocchio.
I Ricordanti, fra i pochi a saper leggere, sono necessari per mantenere la stabilità delle relazioni sociali dove ci si affida alla parola detta piuttosto che alla parola scritta.
Il protagonista, è un Ricordante omosessuale. Da dove nasce lo spunto per questo personaggio?
La figura del Ricordante è già stata usata dalla fantascienza. Ho difficoltà a trovare un punto d’origine del personaggio, la creatività segue strade poco battute, a volte un frammento di qualcosa letto o visto in passato si trasforma lentamente in un carattere definito. Il mio punto fermo era la volontà di scrivere qualcosa in cui la memoria avesse un ruolo preminente, perché rappresenta il punto unificatore della percezione umana.
L’omosessualità del protagonista, invece, è incidentale e necessaria a un tempo; non mi sono ispirata a nessuna mia conoscenza, se è questo che intendi.
Come nasce “Rupes recta” e quanto tempo hai impiegato a scriverlo?
Tempo trascorso a scrivere: dieci mesi circa. A pensarci, ogni momento libero.
Ti sei affidata a qualcuno per la revisione dell’opera?
Si, un “terribile” essere che legge e critica tutto quello che scrivo. Io cerco di oppormi finché posso, poi, qualche volta, cedo e riscrivo.
Hai seguito corsi di scrittura creativa? Pensi che la scrittura sia dote innata o che si possa imparare a scrivere?
Non ho mai seguito un corso di scrittura creativa. Certo, la tecnica si può apprendere ma il resto lo deve mettere chi scrive.
Che lettore hai in mente quando scrivi?
Me stessa. Quando scrivo devo appassionarmi alla storia, ai personaggi, perché se mi annoio non riesco a proseguire.
Tu che tipo di lettore sei? Quali sono i tuoi modelli letterari, quali i tuoi autori di riferimento?
Sono una lettrice vorace. Ma non credo di ispirarmi ad alcun autore, almeno non in modo consapevole.
Qualche anticipazione sui tuoi progetti futuri.
Per il futuro spero di riuscire a completare il romanzo su cui sto lavorando adesso, visto che ho riscritto l?inizio sei volte! Una storia intricata,
ambientata in Egitto, con ben sette personaggi principali.
Esordiente e autrice di successo. Il sogno di molti (di tutti) gli esordienti. Quale consiglio ti sentiresti di dare ai giovani aspiranti scrittori di
fantascienza?
Ai giovani direi di non farsi sminuire dalle critiche o esaltare dalle lodi. Inoltre, ma questo più che un consiglio è un augurio, di trovare qualcuno che abbia fiducia in loro.
Grazie per la disponibilità e ancora complimenti per questo meritato successo!
Stefania Gentile