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La narrativa poetica di Daniele Boccardi

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La narrativa poetica di Daniele Boccardi

Daniele Boccardi è morto suicida a trentadue anni e ha scritto cose stupende quando non aveva che sedici – diciassette anni, cose che oggi come oggi nessun grosso editore si sogna di pubblicare, presi come sono a rincorrere successi editoriali stile Fletti e Avoledo. Daniele Boccardi invece è uno scrittore vero, uno che le sue pagine grondano sangue ed emozioni, uno scrittore che vive la provincia come una reclusione forzata e che vorrebbe fuggirne ma sa che non può. Daniele Boccardi viene pubblicato soltanto adesso che è morto per merito di un attivissimo gruppo intellettuale che a Massa Marittima ha costituito il Fondo Boccardi. Ogni anno a massa Marittima viene organizzato un concorso letterario con la collaborazione di Stampa Alternativa e i migliori racconti finiscono in un’antologia pubblicata dal coraggioso editore viterbese. Daniele Boccardi è proprio il tipo di scrittore che ama Marcello Baraghini, uno che vive le cose che scrive e che scava nelle ferite aperte dalla sua vita per tirarne fuori poesia e narrativa.
Se volete leggere qualcosa di Boccardi vi consiglio alcuni titoli.
Racconti (euro 8,00 pag. 120 – La città del sole – Napoli) è il primo volume pubblicato ma ha il difetto di essere curato male sotto l’aspetto editoriale. Troppi refusi danneggiano la qualità della narrativa del giovane massetano che scrive storie di provincia minimaliste e intrise di poesia. I libri migliori di Boccardi di sicuro li ha pubblicati Stampa Alternativa. Racconti di Paglia è un Millelire che in ottantaquattro pagine di piccolo formato raccoglie sette storie tra le più belle che l’autore ha sctritto. Vite Minime invece è l’opera più compiuta, pubblicata nella collana Eretica con il sottotitolo Scritti diseducativi. Sono 220 pagine di narrativa per 10 euro e alla fine trovate anche un’interessante appendice poetica. Per cominciare ad avvicinarsi all’opera di Boccardi credo che sia il libro più adatto.
Da pochi giorni è stato pubblicato un nuovo Millelire Speciale che contiene una raccolta di aforismi intitolata Non so giocare a scacchi. Si tratta di brevi composizioni a metà tra il racconto brevissimo e il frammento poetico, sprazzi di luce e di genialità, conditi di filosofia del quotidiano e di apodittici discorsi esistenziali. Gli aforismi racchiudono tutta la poetica di Boccardi fatta di pura disperazione, di rifiuto di una vita troppo diversa dalla letteratura e della paura di qull’incolmabile salto tra parola e vita. Ma facciamo parlare i versi che è meglio. Boccardi è un ero poeta che conosce pure la filosofia.

La carne è debole
e non c’è che quella.

Bisogna saper gestire con intelligenza
la propria stupidità.

La minorità deve uccidere.
Solo i cretini sopravvivono alla propria minorità.

Quando, dopo il normale rapporto sessuale,
io trascuri la conseguente pratica igienica,
allora, al momento della minzione,
mi giungono dalle cellule sensoriali olfattive
noti odori e penetranti di quella cavità
che già mi dette piacere.
In altri termini, quando ho scopato
e non mi lavo, poi piscio,
e allora il mio cazzo puzza di fica.
(Altri termini).

Tutti gli inetti scrivono poesie,
pochissimi romanzi.
Raccontare è difficile.

Non è vero che ti abbia dimenticata,
ogni tanto ti dedico una masturbazione.

Se volete conoscere Daniele Boccardi inviate una mail a info@fondoboccardi.it, oppure consultate le pagine web: www.fondoboccardi.it. I libri li trovate anche su www.stampalternativa e nelle migliori librerie. E quando dico migliori parlo di quelle che non espongono solo cartonati Mondadori e simili.

Gordiano Lupi

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