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Noi consumatori

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Noi consumatori

Vorrei consigliare e porre l’attenzione su di un argomento che indirettamente riguarda tutti "noi consumatori" .
La pretesa di un mantenimento prolungato che accomuna chi compra e chi vende prodotti alimentari freschi, sta trascinando il mercato dei produttori allo studio quasi forzato di soluzioni alternative che non hanno nulla a che vedere con il mantenimento di tradizioni, profumi e usanze che invece, con sempre nuove leggi capestro, si tenta in tutti i modi di far scomparire. Purtroppo il consumatore è "complice" consapevole di tutto questo danno alla qualità che si sta perpetuando scegliendo sempre più spesso fra due prodotti a disposizione quello industriale a "lunga conservazione" piuttosto che "uno artigianale" a costi, e quindi prezzo più elevato.
Avremo il futuro che ci meritiamo perché chi produce nulla può senza compratore.
Questo articolo che segue è estratto da un sito per la tutela dei consumatori di cui consiglio la lettura condividendone appieno le idee .

http: //www.consumer.bz.it/
Centro tutela consumatori

Gli alimenti transgenici
La cucina: meglio artistica che artificiale


Le ripercussioni dell’ingegneria genetica sui prodotti alimentari sono del tutto imprevedibili, ma comunque assai inquietanti. Ormai, infatti, tutte le piante coltivate a scopi alimentari sono oggetto di manipolazioni e ibridizzazioni genetiche di ogni genere. I primi dei prodotti finali ottenuti con questi nuovi metodi, tra cui l’ormai celebre "superpomodoro" a maturazione ritardata coltivato negli Stati Uniti, stanno già arrivando sulla nostra tavola, ma molti altri sono in procinto di ottenere l’omologazione per poi essere lanciati definitivamente sul mercato. Un primo settore di grande diffusione dell’ingegneria genetica è quello degli enzimi alimentari, utilizzati per produrre il formaggio, il pane, la birra, il vino e cosí via, e particolarmente idonei per conseguire quello che è poi il vero obiettivo e motore principale di queste innovazioni tecnologiche, vale a dire l’utile economico. Le imprese industriali che puntano sull’ingegneria genetica applicata alla produzione alimentare, infatti, si aspettano enormi guadagni e nuove quote di mercato, e già oggi nel grande settore agroalimentare si vanno affermando i grandi monopoli delle multinazionali. Per i prossimi anni, le previsioni di mercato parlano esplicitamente di fatturati nell’ordine di vari miliardi di dollari. Evidentemente, non ci eravamo accorti che la natura non è all’altezza dei criteri di "ottimizzazione" di un buon fornitore di prodotti alimentari, e che quindi deve essere "migliorata" dall’uomo. Da qui la necessità – si dice – di eliminare le carenze qualitative delle materie prime naturali, aumentarne la produttività ed accelerarne i processi di produzione. Infine, le nuove tecniche di ingegneria genetica avrebbero pure il vantaggio di offrire ai consumatori nuove "emozioni gustative", spianando la strada ad una "moderna cultura alimentare".
Ma se gli alimenti di cui ci cibiamo provengono da un laboratorio genetico, è ovvio che hanno perduto del tutto la loro genuinità, poiché una farina di mais ibridizzato o un pomodoro transgenico hanno delle caratteristiche non naturali, ma semplicemente programmate in laboratorio e prodotte con modificazioni genetiche. Inoltre, con queste nuove tecniche le varie sostanze alimentari di cui l’organismo umano necessita non vengono piú assunte nella loro combinazione naturale, bensí isolate l’una dall’altra, manipolate e consumate come tessere di un improbabile mosaico. Da un lato, queste nuove diete utilizzano un numero di ingredienti sempre piú ristretto, dall’altro le manipolazioni transgeniche fanno sí che il nostro corpo assuma delle sostanze del tutto estranee alla gamma dei prodotti tradizionalmente presenti nell’alimentazione umana. I pericoli che queste tecniche comportano per la fisiologia alimentare e l’integrità fisica degli esseri umani sono ancora tutti da valutare, ma in ogni caso i molti problemi ancora aperti lasciano presagire diversi effetti negativi. Già oggi, infatti, si riscontrano effetti collaterali legati soprattutto alla tossicità, all’insorgenza di allergie, all’azione cancerogena di talune sostanze, all’alterazione dei valori nutrizionali e a diversi disturbi della digestione.

unsere Initiative
(Image Greenpeace Int.)
la nostra iniziativa
Mailto: centro.consumatori@dnet.it

Gianluca Missiroli

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