Sempre più frequentemente ci capita di dover "litigare" e nascondere password.
Questo per cercare di proteggere, sia i nostri dati; sia informazioni strettamente personali.
In un ambito di rete, ci si è accorti che i metodi tradizionali di protezione; non sono sufficienti.
Microsoft ha pensato a Kerberos, e tutto ciò che gli ruota attorno ed ormai sempre più spesso sentiamo parlare di policy, algoritmi, chiavi pubbliche, ecc.
E’ per questo motivo che sono in fase di notevole sviluppo le BioAPI, legate alla programmazione della biometria applicata alla sicurezza.
Ben presto ci capiterà di impugnare il nostro mouse (Biomouse); aspettare un riconoscimento delle impronte digitali e finalmente osservare la nostra freccina muoversi libera nello schermo.
I sistemi impiegati per autorizzare e riconoscere una persona sono molteplici; e tutti si basano su tre caratteristiche: un database contenente tutti i dati biologici degli individui (come pressione, timbro di voce, caratteristiche della retina, ecc.), un’apparato di input/output in grado di gestire informazioni fisiologiche e un software di confronto/autorizzazione.
Così arrivando in ufficio potremmo subirci una scansione della retina per aprire la porta d’ingresso; un riconoscimento delle impronte digitali per marcare il cartellino, una scansione dell’iride per accendere il nostro pc, dei test sul timbro voce, movimento labbra e tipo di viso per accendere il monitor ed infine una guardatina alla geometria della nostra mano.
Ovviamente ogni sistema di rilevazione, basandosi su parti del corpo umano, deve tener conto di tutta una serie di tolleranze come: allergie (occhi rossi), assunzione di droghe, lenti a contatto, artriti alle mani, incidenti vari, ecc.
Quando un giorno per colpa di un torcicollo o di una bell’artrite alla mano, non potremmo accedere al ns pc; ringrazieremo le BioAPI e ce n’andremo dal ns amministratore di rete a farci fare una bella radiografia per ricreare il ns profilo utente. Visita medica compresa.
Oppure dovremmo lavarci le mani ogni 10 minuti, perché il sensore posto sulla tastiera non legge molto bene le nostre impronte.
A parte gli scherzi, è assurdo parlare di privacy e pensare che in un pc saranno contenuti tutti i miei dati biologici: fino al giorno in cui ci sarà la mappa del mio DNA, con scheduler automatico che mi licenzierà se sarò predisposto geneticamente a forme di patologie, depressioni o calcolando il periodo di rischio infarto liberandosi di me in anticipo.
Meditate gente, meditate.
Quando a scadere non saranno più le nostre password, ma le mani.
Fabio Trenti