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Benaresyama XXVIII

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Benaresyama
Capitolo XXVIII


La Notte aveva finalmente inghiottito la Metropoli : nei vicoli, ubriachi e cani famelici rovistavano in cumuli di spazzatura onde trovare il sostegno per andare avanti un giorno ancora, bersagliati da una pioggerella sottile e insistente che pareva non potersi più arrestare, con la Luna che a fatica riusciva ad risplendere tra le coltri in cui le nere nubi la relegavano. Nemmeno ventiquattr’ore prima, quando l’aurora non aveva mostrato il dolce viso al mondo , era bastato un trillo e una frase per riportare un duro guerriero al passato : nell’oscurità della camera dove si era assopito con la sua signora , le finestre imperlate di gocce come ormai avveniva da troppo tempo e dove si udiva solo il flebile respiro dei dormienti e il ticchettio persistente delle intemperie , il telefono prese a squillare, come presagio spietato : poco dopo, un piccolo bagliore rosso che costituiva la pupilla dell’uomo, iniziò repentinamente a balenare. Posandosi la mano sul viso , massaggiandosi la cicatrice che lo solcava duramente e acuendo l’udito imponendo a se stesso di rassegnarsi al fatto che la telefonata non fosse solo un residuo di una qualche visione notturna , afferrò l’apparecchio e , con voce ancora distorta dal riposo , domandò : " Si…? Chi è a quest’ora ? Ci sono dei problemi ? "
Dall’altro capo dell’apparecchio si udì, poco prima che la linea venisse tagliata bruscamente : " I lupi sono a caccia… "
Dilatando le pupille sperando di aver capito male , riprese : " Cosa? Ma chi è lei…? Pronto ? …" Imprecando , battendosi la mano sulla fronte , scostò lentamente la coperta cercando di non svegliare la moglie ; questa, nel dormiveglia da cui non era riuscita a sfuggire , interpellò stancamente il marito : " E’ successo qualcosa …?"
" No, niente , non preoccuparti , hanno bisogno di me alla base per un controllo , o qualcosa del genere." Ribatté l’uomo mentre si vestiva in fretta indossando l’uniforme militare, con le insegne che ne definivano il grado.
Brontolando con poca convinzione , la donna constatò : " Possibile che anche dopo il congedo ti debbano svegliare nel cuore della notte? Devi andare a cambiargli i pannolini… ? "
" Ma cosa dici ?" si discolpò ridendo , " Continua a dormire , invece di parlare a sproposito . " E così dicendo si accomiatò baciandola in fronte, mentre la donna si lamentava affermando quanto fosse poco carino trattarla come una bambina alla sua età.
Tuttavia, non appena sgomberato la stanza , il sorriso che ne aveva addolcito i lineamenti si mutò in un’espressione tesa. Montato in macchina, ordinò al computer di indirizzarsi al "Magazzino" , un luogo che da molto ipotizzava di non dover sfruttare oltre : abbandonando tutte le incombenze della guida al computer di bordo, si addossò al sedile per cercare di riposare e meditare , allarmandosi dopo aver notato la postura che aveva assunto, identica ai giorni in cui aveva combattuto: ciò che lo turbava era il fatto che non erano poi molte le persone a conoscenza dei codici, ed ancora meno quelle che avrebbero potuto avvalersene : era impensabile che fosse stato Rick a telefonare , anche lui si era congedato e viveva tranquillo con sua moglie; stesso discorso si poteva fare per Eriq e Thierry , mentre Worf era morto… All’appello mancavano solo Gray e Benares, l’uno ucciso in missione, l’altro scomparso chissà dove…Eppure, l’accento era sembrata simile…Forse era un’imboscata , nella sua vita non si era certo astenuto dal farsi nemici mortali , e non che fosse così difficile estorcere codici alle persone : magari erano stati catturati tutti, torturati , e lui era l’ultimo sulla lista… Comunque non l’avrebbero trovato impreparato : tra tutti i codici che potevano ottenere dei sicari, quello era certamente il più controproducente …
Infine, dopo una trentina di minuti di viaggio, il veicolo si arrestò davanti ad una costruzione massiccia : si trattava di un immenso blocco di cemento armato irrobustito , di un’altezza corrispondente a due piani e mezzo di un palazzo normale e lungo trecento metri, con una piccola entrata al centro del lato anteriore : tuttavia , attorniato com’era da altre costruzioni simili adibite a chissà quali scopi, riusciva in qualche mirabile modo a passare inosservato. Avvicinandosi , una voce gracchiante chiese l’identificazione , sganciando da un piccolo terminale piccole sonde : queste, scandagliando la superficie dell’occhio meccanico , computarono i dati in archivio, per dare quindi il benvenuto al loro padrone : " Buonasera Comandante Coen , risale a molto tempo addietro l’ultima volta che si è presentato : spero che non ci siano problemi."
" Figuriamoci se devo dare preoccupazioni anche alle macchine… " controbatté sarcastico al terminale : " Su, apri la porta, non ho tempo da perdere."
" Come desidera " replicò la macchina , facendo scattare la serratura rumorosamente . Imboccando la porta , si trovò in un’anticamera separata dal resto della costruzione da uno spesso muro antiproiettile : dall’altra parte di questo, si potevano intravedere file e file di legname , trucioli e polistirolo , gettati nella penombra del luogo.
Osservando la scena, Coen ordinò : " Luci ! Codice 2 ! " : scorrendo nelle guide ai suoi lati , la visione che era programmata sul vetro lasciò il posto a quello che effettivamente era presente nel capannone : al posto del legname vi erano rastrelliere piene di tutti i tipi di armi : fucili a ripetizioni erano mischiati a razzi anticarro , pugnali da combattimento a pistole pesanti , munizioni in quantità spropositata a spade antiche . Non facendo neppure in tempo a scendere per una scaletta in metallo , un piccolo automa inserviente gli si fece incontro .
" Comandante, posso fare qualcosa per lei? " si informò reverenziale .
" Fammi un rapporto dettagliato della situazione, dopo di che portami una delle mie sacche , quelle molto capienti , intesi? " intimò il comandante.
" Dalla sua ultima visita la situazione non è cambiata : nessun tentativo d’intrusione , sono state portate a termine le negoziazioni di routine con i conseguenti rifornimenti e la manutenzione delle armi è stata portata avanti con la consueta devozione : ogni singolo componente della sua collezione e attualmente funzionante ad un efficienza misurabile tra il 93 e il 100 per cento, in dipendenza dalla complessità dei meccanismi . Spero di aver svolto un lavoro che l’aggradi ".
" Ottimo lavoro, le direttive fino alla mia prossima visita saranno le medesime . Ora vai a prendere la sacca e appronta un montacarichi ."
Dopo che l’automa ebbe annuito, il comandante Coen si dedicò alla cernita e alla valutazione delle armi : cosa sarebbe potuto servire ? L’unica cosa certa con quel codice era la quantità spropositata di armi che venivano richieste : probabilmente due o tre componenti della task force si erano ritrovati in pericolo, non c’era altra spiegazione . Avendo inserito nella sacca alcuni fucili e pistole automatiche con le relative munizioni , passò alle armi pesanti : un Vulcan , mitragliatore pesante ; qualche unità anticarro e antiaereo; mine antiuomo e granate . Passando davanti ad una copia del coltello da guerra che Benares aveva sempre utilizzato ebbe un sussulto : la lama risplendeva vogliosa e nera, mentre dal para nocche punte in una lega che univa in maniera devastante titanio e diamante avevano l’aria di risuonare violente: lo impugnò titubante , gettandolo dentro per non avere da vederlo ancora.
Lasciandosi alle spalle la zona dove teneva alcune armature da sommossa non prima di avere scelto equipaggiamenti appropriati , indicò l’uscita alla macchina che portava un peso eccessivo per una persona normale . Con la pioggia che continuava a scendere persistente , il bagagliaio venne riempito con cura da un paio di automi , che si accomiatarono dal loro padrone come si addice a macchine simili : poco dopo , la macchina partì nuovamente, puntando sull’obbiettivo che le era stato assegnato e che era stato definito anni addietro . Mentre le vie continuavano a passare in un carosello sfuocato dalla stanchezza propria della notte, Coen si preparò a spiacevoli possibilità : indossò sotto i vestiti un’armatura pesante in Kevlar rinforzato , nelle fondine ripose due automatiche di grosso calibro , si riempì le tasche di caricatori , indossò degli artigli per il corpo a corpo : nel caso in cui si fosse trattato di un’imboscata , i sicari avrebbero avuto una pessima sorpresa.
La zona definita per l’incontro era un vicolo in uno dei settori periferici della città : per situazioni simili era improbabile pensare di riunirsi in una qualche costruzione militare , dando nel occhio e magari facendosi scoprire da qualche giornalista che sarebbe stato difficile da eliminare senza insospettire l’opinione pubblica.Quando si trattava di portare a termine qualche lavoro sporco, era decisamente più comodo riunirsi al buio di un vicolo , definire i dettagli in fretta ed eseguire gli ordini , uccidendo eventualmente chi curiosava eccessivamente facendo in modo di far assomigliare il tutto in una tragedia : eventuali implicazioni militari sarebbero certo state molto più difficili da individuare .
La macchina arrivò quindi nel vicolo : lasciando alle sue spalle l’entrata , sfiorando un immenso bidone ricolmo di spazzatura che rappresentava l’unica forma di addobbo del luogo , si fermò poco più avanti , lasciando comunque accese le luci, proiettanti un profondo cono di luce per molti metri e coprendo di nero la figura di Coen , mentre il suo impermeabile veniva lambito dalle gocce provenienti dal cielo.
Guardandosi intorno , tenendo una mano su una pistola e una pronta a far scattare gli artigli , si mise in attesa, lasciando passare i minuti . Improvvisamente si avvertì un rumore dietro di lui : voltandosi di scatto, fece appena in tempo a vedere un’enorme ombra nera che gli afferrava il collo sollevandolo di parecchi centimetri da terra. Artigliando con una mano il braccio che gli serrava la gola in modo da tenersi, estrasse la pistola quanto più velocemente potesse, puntandola alla testa dell’uomo, col volto congestionato per lo sforzo e per la mancanza di ossigeno che iniziava a farsi sentire.
Alcuni colpi vennero esplosi da brevissima distanza, ma l’uomo che gli si era avventato contro li evitò con un movimento irreale, per poi lasciare a terra Coen, che massaggiandosi la gola tossendo continuava a mantenere il tiro in direzione della silhouette nera che lo aveva attaccato, non avendo il tempo di domandarsi chi fosse.
" Noto con piacere , comandante, che la sua passione per le automatiche è rimasta immutata." Proferì divertita la sagoma : " tuttavia, devo osservare che anche a distanza di tanti anni non ha deciso di montare un occhio meno torvo. Immagino che sua moglie abbia smesso di questionare in proposito…"
" Benares , sei tu ? " E mentre parlava continuava a mirare all’uomo.
" Non ha importanza chi io sia. Ha portato le armi ?" Tagliò corto, dirigendosi verso la macchina.
" Si sono tutte lì dietro . " E così dicendo diede ordine alla macchina di aprire il bagagliaio , in modo tale che l’uomo potesse controllare il carico.
Buttando a terra i giubbetti antiproiettile affermando di non averne bisogno , passò brevemente in rassegna tutte le armi, facendo scattare grilletti , testandone la precisione , contando le munizioni: si fermò solo sul coltello da guerra che l’aveva fatto temere da tutti coloro che gli si erano frapposti , e , impugnandolo , provò un brivido che credeva perso per sempre.
" Lo sapevo, sei Ominae, vero? … Che fine avevi fatto? Perché hai richiesto quel mucchio d’armi e come diavolo pensi di portarle via da qui?" Vide l’ombra che gli si ergeva davanti minacciosa, lasciando nell’oscurità i lineamenti in maniera che non fosse possibile riconoscerlo , ma lasciando rilucere sinistramente il coltello.
" Ominae è morto , comandante. " Gli disse.
" Non scherzare…Riconoscerei la tua voce tra mille. Che ti hanno fatto, ragazzo? Perché la tua mano è gelida?"
" Ominae è morto. Questa notte, lei non ha visto nessuno. Non farà parola con nessuno di quello che ha visto, poiché lei non ha visto nessuno. Per quanto riguarda le armi , la ringrazio , mi serviranno molto per delle questioni che ho da soddisfare. Conto di sdebitarmi non appena ne avrò la possibilità. " Dopo aver raccolto tutte le armi nella sacca da guerra che il comandante aveva fatto preparare e averla afferrata sollevandola da terra, fece un cenno col capo a Coen e iniziò ad andarsene.
" Al diavolo le armi , Ominae ! Ascolta… Non so cosa diavolo ti sia successo , e non so contro chi ti andrai a battere con quel mucchio insensato di armi ; non dirmelo , se non vuoi , non ti costringerò . Però ascoltami … Quando sei scomparso , il governo ha fatto di tutto per insabbiare la faccenda: noi abbiamo cercato di fare valere tutta la nostra influenza , ma ci hanno imbavagliato impedendoci di agire come avremmo voluto : la squadra è stata sciolta, ci hanno più o meno gentilmente costretto a congedarci e ci hanno lasciato in un angolo a domandarci che fine potessi avere fatto: tuttavia , non abbiamo perso la speranza di ritrovarti prima o poi , ed ora sei qua… Non conta forse il fatto che tu sia vivo? Non puoi lasciare perdere ? Senza contare che Shina…"
" Silenzio." Lo interruppe bruscamente senza voltarsi :" Ominae è morto. Questa è una battaglia per i morti, e i morti non possono tornare a casa. Come le ho già detto , lei non mi ha visto. Se ne torni a casa e non faccia parola con nessuno di ciò che ha visto , altrimenti i morti torneranno a farle visita…"
Mentre si allontanava, la pioggia e la notte sembrarono fermarsi per un momento : solo quando la figura oscura fu scomparsa, Coen, si rialzò , il sangue che un tempo avrebbe ribollito ora ghiacciato dalla stretta di una mano che non sembrava di questa terra.


Federico Mori

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