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La fattoria degli animali esiste davvero!

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"La fattoria degli animali" esiste davvero!

Avete letto "La fattoria degli animali" di George Orwell? Lo sapevate che è stato uno dei libri più letti del Novecento?
E lo sapevate che la famosissima fattoria esiste davvero? La curiosa notizia è stata annunciata sul n. 2 del 2000 del settimanale "Diario".
Carlo Cavicchioli e Mario Dondero, un giornalista e un fotografico, si sono infatti messi sulle piste dello storico Brian Edwards che, dopo 14 anni di puntigliosi studi e ricerche, ha scoperto a Wallington, nella campagna inglese dell’Hertfordshire, a metà strada tra Londra e Cambrige, il modello che ispirò la "Fattoria degli animali", là dove i maiali, cioè gli stalinisti, presero il potere e lanciarono lo slogan, divenuto famosissimo, "Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri". Si tratta della BURY FARM, una complesso agricolo di 600 ettari, paesisticamente bellissimo, che sorge appena fuori dal villaggio dove lo scrittore aveva, come si suol dire, messo su casa e bottega e dove, nella chiesa di St. Mary, aveva sposato, nel 1936, Eileen.
Il vero nome di Orwell era ERIC BLAIR; era laburista e di ascendenze scozzesi ed era conosciuto soprattutto come il droghiere del posto: vendeva infatti uova delle sue galline, latte delle sue capre, bacon, crusca…Un piccolo commercio che appena bastava a pagare l’affitto del cottage dove abitava, che esiste ancora oggi, ben restaurato e circondato da una rigogliosissima siepe di rose, unica vestigia dei tempi di Mr. Blair.
Qui nacque il celebre pamphlet sul fallimento della rivoluzione sovietica, satira dello stalinismo talmente acuta che nessun editore volle pubblicarla fino al 1946.
Fu solo allora che gli arrivò, immediata ed abbondante, la ricchezza che gli permise di essere Orwell a tutti gli effetti. Scrisse allora l’altro suo libro famoso, "1984", affresco di una società del futuro che provoca l’annullamento dell’individuo. Ma era già ammalato di tubercolosi, malattia che lo portò alla morte a soli 47 anni.
Il nostro Eric Blair era infatti nato nel 1903, a Bengala, aveva studiato a Eton e poi si era arruolato nella polizia imperiale in Birmania. Al ritorno in Europa le sue simpatie per il socialismo democratico lo spinsero a vivere nei quartieri operai di Parigi e Londra e ad arruolarsi volontario nelle milizie repubblicane durante la guerra civile spagnola. Da queste sue esperienze nacquero "Giorni in Birmania", "Senza un soldo a Parigi e a Londra" e "Omaggio alla Catalogna", racconto appassionato delle ragioni repubblicane, ma soprattutto dei metodi usati dagli uomini di Mosca per reprimere la dissidenza e imporre la loro Realpolitik.
La sua rimase una voce isolata, eccentrica, in un’epoca in cui, come lui stesso testimoniò, "i giovani scrittori sciamavano verso il partito comunista, semplicemente per avere qualcosa in cui credere. Lì c’era una chiesa, un esercito, un’ortodossia, una disciplina".

Francesca Orlando

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