Si intitola "Una stella di nome Henry" l’ultimo romanzo dell’irlandese RODDY DOYLE, autore di famosissimi capolavori come "The Commitments" o il noto "Due sulla strada".
Sono il racconto storico e lo stile epico che occupano la gran parte del libro. Henry, il giovane protagonista, diventa infatti un combattente per l’indipendenza dell’Irlanda e partecipa in prima linea alla rivolta contro gli inglesi del lunedì di Pasqua 1916, quella che segnò il passaggio alla lotta armata dei patrioti irlandesi.
Per quanto riguarda la rivolta irlandese, lo scrittore ha pagine decisamente amare: ogni rivoluzione finisce premiando gli opportunisti, quelli che in realtà non avevano altro scopo che diventare i nuovi potenti. Purtroppo il nostro Doyle certo si lascia leggere, ma manca il cuore, e la celebre ironia, che ha sempre caratterizzato tutte le sue opere, si fa latitante. Cuore che però, per fortuna, ricomincia a palpitare quando, accantonata la storia, l’autore ritorna alla vita, a quella reale, alle sue casette dei sobborghi dublinesi, ai suoi amici del pub. È infatti proprio questa la parte più bella del romanzo.
Henry Smart è un bel giovanotto dagli occhi azzurri, che ha alle spalle un’infanzia da scugnizzo nel corso della quale ha esercitato come mendicante, come procacciatore di pantegane per i combattimenti dei cani, come ladro e fin anche come padre adottivo del fratellino Victor. Per le strade di Dublino impara il difficile mestiere del vivere, con un padre di professione buttafuori di un bordello e killer.
Henry, pagina dopo pagina, indossa sempre lo stesso cappotto, oramai impastato dagli odori della vita, del sangue, della polvere…Ma per lui e per il piccolo Victor quell’odore è non altro che il sapore dell’affetto…Un cappotto che ci dice insomma molte più cose di una rivoluzione!
Una stella di nome Henry
Francesca Orlando