KULT Underground

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Federico Mori

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Federico Mori

Innanzitutto ciao e complimenti per il tuo piazzamento. Noi ci conosciamo da tempo, ma magari qualcuno che legge l’intervista gradirebbe comunque sapere qualcosa su di te. Ti vuoi presentare?

Ti ringrazio, e come l’anno scorso ti giro i complimenti per "l’Adepto", che ho apprezzato molto. Parlando di me, iniziamo col dire che sono classe ’80, reduce del liceo classico L.A. Muratori dal quale sono uscito un paio di anni orsono con mia somma gioia, sebbene non posso negare che il frequentare tale scuola abbia comunque fatto bene alla mia preparazione culturale, oltre al fatto di avermi permesso di frequentare corsi di alcuni professori per i quali nutro una profonda stima. Attualmente frequento la Facoltà di Economia Aziendale di Modena, che ritengo un buon compromesso tra ciò che mi sarebbe piaciuto fare e un lavoro ben retribuito, ehehe . Per quanto riguarda il resto, sono impegnato in tutta una serie di attività collaterali che assorbono il mio tempo libero senza pietà : dopo l’uscita del demo del mio ultimo gruppo , i Seas of Fate – di cui ero principale compositore – ho abbandonato temporaneamente la musica per ricaderci ultimamente; ho ripreso a programmare , cercando di approfondire la conoscenza soprattutto di alcune librerie grafiche, come le OpenGl; ultimamente, stanno cercando di inserirmi in un gruppo di discussione di prossima nascita… Che altro? Come vedi , oltre alla collaborazione con la tua rivista cerco di coniugare tutta una serie di attività che spero mi permettano di crescere come persona, ma che spesso faccio fatica a gestire: probabilmente dovrei sapermi dare una regolata in termini di tempo, ma appena mi appassiono a qualcosa è difficile staccarmi, almeno per le prime due settimane.

Che effetto fa arrivare primo al concorso di 8KO- anche quest’anno, tra l’altro con un tema diverso dalla prima edizione?

E’ un effetto molto particolare, se devo dirla tutta. Questo è dovuto fondamentalmente alla tormentata genesi di A Flesh Feast , scritto e corretto negli ultimi tre giorni validi per la consegna: inizialmente – parlo di molto tempo addietro, circa all’uscita del bando del concorso – avevo intenzione di presentare due racconti, che rappresentavano forme molto embrionali di A Flesh Feast. Il fatto è che quest’estate una serie di problemi di salute – ora risolti – mi hanno portato alla conclusione di dover dedicarmi prima alle cose più importanti , e dopo a quelle più o meno secondarie : provando a scrivere la prima stesura di uno dei due racconti, e constatando i pessimi risultati raggiunti ( io che mi sforzavo per aggiungere riga su riga giusto per il gusto di arrivare ai mitici 8k…) decisi che forse non era il caso di partecipare giusto per fare presenza , e fino a settembre evitai accuratamente di riprovarci. Certo è che negli ultimi giorni del concorso tutta una serie di coincidenze mi hanno portato a riconsiderare la mia posizione nei confronti di un concorso a cui comunque tenevo a partecipare, e da lì è nato A Flesh Feast. Vincere questo concorso è stato molto importante , ha significato in qualche modo una sorta di passaggio a cui non mi sono sentito di mancare, e a cui sono stato fiero e onorato di partecipare come protagonista.

Cosa c’è dietro A flesh feast? Ovvero, cosa ti ha ispirato il racconto?

Parafrasando uno dei vincitori de "Il Sogno di Holden" , volevo fare capire la differenza che passa tra chi compone ascoltando i Tool, e chi compone ascoltando i Voivod. Ovviamente sto scherzando, ma devo ammettere che senza i Voivod , non ci sarebbe stato nessun racconto : vedi , è stato proprio l’ascolto casuale di una loro canzone contenuta in una raccolta – e di cui peraltro ignoro il nome- che mi ha spronato a partecipare: come al solito, comporre qualcosa per me significa sfida con me stesso e le mie capacità , e questa volta la sfida è stata cercare di ricreare le emozioni che un pezzo come quello che ascoltavo in loop mentre scrivevo riusciva a trasmettermi. Ho cercato di ricreare la furia, la follia e la malattia che si respirano in un pezzo di una malignità unica , e spero di esserci , anche se in minima parte, riuscito. Oltre a questo , c’è sempre la necessità di confrontarsi con la realtà , con problemi di ordine etico e morale, senza contare il fatto che ho cercato di mantenere una concezione dell’horror su binari piuttosto psicologici , sulla base del fatto che faccio piuttosto fatica e non amo troppo scomodare "mostri" più tradizionali dell’uomo, ehehe.

Hai avuto modo di leggere i giudizi… c’è qualcosa che ti ha colpito particolarmente, in positivo e/o in negativo?

Mhà, penso che un po’ tutti i giudizi mi abbiano colpito , infatti non nego che la cosa che amo di più di questi generi di concorsi è la possibilità di avere un giudizio diretto : alla fine si scoprono altre letture possibili di quello che hai creato , altri punti di vista, e questo lo trovo di un’importanza fondamentale per crescere. Andando nel dettaglio, non nego che mi abbia fatto molto piacere il voto di Raffaele Gambigliani Zoccoli , autore che stimo molto e il cui giudizio ho molto apprezzato. Molto belli anche quelli di Gabriella Guidetti e di Enrico Miglino, senza dimenticare quello di Doriano Rabotti, che ha segnalato la questione – non credere, spinosa anche per me – di un linguaggio molto carico. Come già detto, cerco di fare tesoro di tutti questi giudizi , non dimenticando quelli meno lusinghieri , che comunque sono sensati e sui quali ho avuto modo di riflettere molto, soprattutto su quello di Francesca Orlando, che mi ha fatto più volte porre la domanda di quanto mi avesse dominato la voglia di creare l’effetto forte al di là della gestione di una storia piacevole.

Hai letto gli altri racconti che si sono classificati nelle prime dieci posizioni? Cosa ne pensi?

Si, ho avuto modo di leggere l’e-paperback del concorso: quello che mi è più piaciuto dei racconti è l’estrema varietà della produzione , che hanno permesso di fare una carrellata a trecentosessanta gradi su quello che è l’horror o comunque l’inquietante. Godibilissimo ho trovato il racconto di Federico Malavasi, molto piacevole "Una scalata al buio" e "Un semplice pensiero trasversale". Ho apprezzato anche la produzione di Christian Bencivenni , sebbene piuttosto lontana dai miei usuali canoni di lettura. Personalmente, sarei curioso di leggere anche gli altri racconti che non sono comparsi nella rosa dei migliori dieci , magari sulle pagine di Kult Underground.

Lo scorso anno, durante la prima edizione del concorso, tu non solo hai vinto ma ti sei anche piazzato come terzo con Ratava, il tuo secondo racconto presentato… quale dei tre testi credi migliore, o quale, in generale, ti è piaciuto più scrivere?

Mi prendi un po’ alla sprovvista… diciamo che ognuno rappresenta una parte importante di quello che sono io come persona: De Civitate Dei tratteggia un lato della mia etica e della mio rapporto con l’essere umano, Ratava è una summa della mia concezione della realtà, A Flesh Feast…probabilmente una parte della mia rabbia e paura. In quanto tali, mi è molto difficile optare per l’uno o per l’altro, anche se devo ammettere che sono particolarmente legato a quest’ultimo racconto, soprattutto perché rappresenta una sorta di bancone di prova per un prossimo progetto e una sorta di passaggio tra fasi e periodi differenti. Sarà retorico, ma è comunque difficile scegliere tra i tuoi pargoli.

Chi segue KULT Underground sa che stai portando avanti da tempo un intrigante racconto a puntate… che cosa, nello scrivere mese dopo mese una storia così articolata e complessa, può averti maturato in questo anno?

Fondamentalmente la possibilità di avere quel minimo di tempo per documentarmi in modo tale da costruire una storia il quanto più possibile verosimile e solida, senza contare il fatto che bene o male, col passare del tempo si tende ad essere influenzati da tutti gli avvenimenti che ci circondano e che ci coinvolgono , finendo per influire in un modo o nell’altro nella creazione della storia medesima, e costringendoti a pensare a come inserirli in maniera logica e non campata in aria. Parlando dello stile, certamente è molto difficile gestire tutto quello che scrivo al mese in maniera decente, ma spero che parte del processo di maturazione stilistica che sto cercando di intraprendere mi permetta di tenere un livello standard che se non è certamente alto , sia almeno godibile e renda interessante per il lettore quello che scrivo: spero che questo , insieme al fatto che ritengo comprensibile che scrivere 25/30 kb al mese sia uno sforzo mentale non da poco, mitighi i giudizi su uno stile spesso fangoso, a volte più limpido.

Tu hai partecipato anche al concorso artistico "Il sogno di Holden" con un’opera un po’ diversa dal solito… una poesia racchiusa in un ipertesto multimediale… vuoi raccontare ai lettori come è nato questo esperimento, o vuoi dare loro dei suggerimenti su come arrivare a rendere un testo più "tridimensionale", se mi concedi il termine?

Già, Up-Side Down, che se non sbaglio è presente all’interno del cd del concorso. Anche in quel caso si è trattato di un esperimento più che altro : il tutto ha avuto inizio con l’idea di creare un ipertesto sulla base del motore di Kult: il testo di partenza si presentava sotto forma di introduzione, che terminava su una serie di link che riportavano la dicitura "SOGNO!", accedendo ai quali si entrava nelle varie sezioni del ipertesto medesimo. Il bello è che questa forma, sebbene abbia rappresentato lo scheletro di base per Up-Side Down era comunque profondamente diverso da questo: non era in primo luogo sotto forma di poesia, ma come una specie di "racconto scombinato". Solo successivamente, imparando a gestire meglio la programmazione ( a dirla tutta, penso che se tu o qualche altro programmatore esperto vi trovaste di fronte al codice del programma, come minimo vi prenderebbe un attacco di riso) e avendo a disposizione qualche software per la creazione di filmati avi , ho deciso di tentare l’esperimento, che, sebbene non abbia portato ad alcun premio, sono stato felicissimo di portare a termine. Per quanto riguarda eventuali suggerimenti, non mi ritengo la persona più adatta a fare da "consulente" : l’unica cosa che posso dire è di provare a battere strade nuove, almeno di tanto in tanto: oltre a spezzare la routine , l’innovazione ti arricchisce veramente come persona.

Ripetendo quanto probabilmente molti sanno già, tu scrivi da moltissimo tempo… e hai collaborato anche con altre iniziative editoriali elettroniche… vuoi ricordare qualcosa, o fare qualche considerazione sugli eventuali cambiamenti di prospettive o di panorama che ci sono ora rispetto ad allora?

Mi chiedi una cosa molto complessa, sostanzialmente una panoramica di quasi 6/7 anni , ovvero quando realtà editoriali come Kult Underground o anche il mio acerbissimo Fresh Dream si muovevano ancora sulle BBS ( probabilmente i più giovani non sanno nemmeno cosa siano , sigh!) , e Internet era ben lungi dal diventare quel fenomeno ormai di massa che negli ultimi 2/3 anni è diventato…Se vuoi un parere schietto, al costo di ripetere quello che dicevo nell’intervista dell’anno scorso, la facilità di accesso e di inserimento di testi nella rete delle reti è una sorta di arma a doppio taglio : al fianco di realtà solide e professionali come Kult o Racconti & Letteratura , sono nate tutta una serie di iniziative pseudo culturali dal valore più o meno dubbio che spesso sono andate ad alimentare il focolaio della polemica sul basso valore delle opere pubblicate in rete. Ebbene, al di là di questo problema, io continuo ad essere un fervente sostenitore di riviste come Kult, onorato di poter contribuire con quei pochi kappa al mese ad una rivista che è cresciuta in fama e prestigio nel tempo, e che penso sia un punto di riferimento per quanto riguarda la stampa e l’editoria elettronica italiana. Oltre a questo c’è la consueta rincorsa alle nuove metodologie creative, che in questi ultimi anni tende a diventare sempre più pressante: nel caso della creazione di opere multimediali come Kult oppure come il mio Up-Side Down, c’è sempre la necessità di avvalersi delle ultime tecniche , pena un obsolescenza che rischia di limare l’effettiva qualità di un’opera: senti odore di sfida ? Esatto , e non è stimolante? Sarà faticoso e stressante vivere in uno stato di perenne aggiornamento, però , personalmente, non ne posso fare a meno.

Passiamo a KULT Underground… tu scrivi per noi da tempo, ma come segui la rivista? La leggi on-line o normalmente scarichi l’eseguibile PC?

Di consueto leggo la rivista on-line mentre sto scaricando l’eseguibile, per passare definitivamente all’eseguibile non appena terminato il download. Amo molto la bacheca del sito, ma non c’è mai nessuno a scrivere! Personalmente sono un fanatico della sezione dedicata allo sport ( e ammetto che non ho mai amato seguire lo sport …) , al cinema e di Sussurri, ma trovo molto interessanti anche le parti dedicate a scienza , diritto, senza dimenticare gli ottimi articoli sui giochi di ruolo di Massimo.

Leggi qualcosa di particolare, o c’è qualcosa che ti piace particolarmente?

Sono un appassionato di romanticismo inglese, il mio autore preferito è il tanto bistrattato Lord George Gordon Byron , che tutte le antologie tendono a snobbare o criticare ( ricordo una terribile critica che affermava come i suoi modelli di uomo, dato che adesso sono stati ripresi più volti ed espansi, fossero poco originali o aberrazioni di questo genere…). Amo molto i romanzi che descrivono la società in tutti i suoi aspetti, dai documentari sociali più famosi al "Giovane Holden" , passando per gli autori della Beat Generation , in particolare Ginsberg, tanto per intenderci; l’università mi ha fatto scoprire anche l’amore per la storia economica, incarnata soprattutto nello splendido "Il Secolo Breve" di Hobsbawm , senza dimenticare l’enorme "Bairoch" dal nome dell’autore, definito dal medesimo Hobsbawm : "instancabile collazionatore di dati"… Altra mia passione è la fantascienza , incarnata nel mitico Dick; ultimamente sto riscoprendo anche un certo amore per Stephen King, e per certa letteratura horror. Infine, non dimentichiamo il mio amore per i manga, storia che va avanti da quando ero piuttosto giovane e che mi ha arricchito molto , e la scoperta di fumetti americani quali Preacher, Sandman e in generale opere non super eroistiche, che ho sempre trovato piuttosto noiose.

Cosa ne pensi del nuovo formato degli e-paperback?

Semplicemente ottimi! Al di là della qualità dei singoli e-paperback che ho avuto modo di leggere, personalmente ritengo un’ottima idea la possibilità di cambiare lo sfondo del nuovo motore ( non credo ci fosse anche prima, vero?), in modo da adattare alle proprie esigenze di lettura / astigmatismo / miopia il contrasto ( lo ammetto, sono affezionato al nero su bianco/panna ). Come al solito, un piccolo capolavoro di programmazione e stile, complimenti.

Quali sono i tuoi piani per il prossimo futuro?

Ottima domanda…Dunque, a breve termine c’è la conclusione della prima parte di Benaresyama , che al massimo nei prossimi tre/quattro mesi arriverà ad una temporanea conclusione , a chiudere idealmente la fase della storia che va dai primi passi degli Angeli sulla terra a… bhè, questo lo dovrete leggere, non voglio rovinarvi la lettura, eheh. Finita quest’incombenza, inizierò un impegnativo lavoro di revisione di Benaresyama stesso, che voglio limare e rimettere a posto qua e là: nel frattempo , penso comunque di prendermi una breve vacanza dallo scrivere, in modo tale da ricaricare le mie energie e potermi documentare per la seconda parte, che comunque vedo spostata abbastanza avanti nel tempo , e il cui avvento gradirei fosse fomentato da un minimo di feedback. Medesimo discorso si può fare per il "Segreto del mio successo" , cioè il saggio che avevo iniziato sulle pagine di Kult Underground: sebbene sia stato piacevolissimo da scrivere e non manchi la documentazione per la seconda parte, il feedback nullo , soprattutto in un saggio che è un’espressione delle opinioni di una persona e che vive nel dibattito delle persone, ha inciso su una sua ipotetica continuazione. Come dire : io sono qua, se mi date pareri se ne riparla, di contro, se non mi date un minimo di feedback, non c’è problema e ho un po’ di tempo in più per dedicarmi alle altre cose che amo. Parlando di novità, direi che è quasi certa la mia partecipazione alla prossima edizione di Holden ( do per scontato che ci sia, nel caso contrario perdona la gaffe), sebbene sia combattuto tra due proposte da presentare, di cui una analoga ad Up-Side Down su cui non mi voglio sbottonare più di tanto. Inoltre, sto iniziando a buttare giù le idee per il mio prossimo racconto lungo/romanzo breve , che forse vedrà la luce tra le due parti di Benaresyama in relazione al mio tempo / voglia / ispirazione.

Ultima domanda prima di salutarti: come ti è sembrato il premio (che hai ricevuto qualche giorno fa)?

Mi viene da ridere, perché dato che ho sempre partecipato a concorsi dove in palio c’era spesso solo la gloria, ricevere un premio per me è una novità e un piacere non da poco! Oltretutto non avevo idea di che premio fosse , a dirla tutta pensavo ad una specie di word con potenzialità in più o ad un dizionario immenso : invece, trovarmi le versioni complete di programmi come errata corrige , ipse dixit ( che mi piace da impazzire ) , factotum 2000 e italiano pratico mi ha lasciato piacevolmente sorpreso. Adesso sto solo aspettando il formattone generale del mio pc , che sta lentamente morendo, per potermeli godere appieno . Comunque, un grazie enorme all’Expert System per aver messo in palio premi così succosi.

Grazie di tutto e alla prossima. Ciao.


Grazie a te, e a risentirci sulle pagine della rivista.


Marco Giorgini
Federico Mori

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