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Natale 2000 al cinema

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Natale 2000 al cinema:
una fiaba costata 250 miliardi di lire

Arriva in questi giorni di festa sugli schermi italiani l’adattamento di una fiaba conosciutissima negli Usa, "The Grinch": "Ai piedi di una grande montagna, in mezzo ai boschi e alla neve, si nasconde una buffa cittadina, Kinonso, dove brillano mille luci, i cuori sono in festa per il Natale imminente e tutti gli abitanti hanno piedi pelosi e nasi all’insù. Da questa allegra brigata una sola persona è esclusa: il Grinch, un eremita dal pelo verde e dal carattere irascibile. Rintanato nella sua caverna, scavata nel fianco della montagna, si scervella notte e giorno perché vuole distruggere il Natale. Intende fare dispetti, rovinare gli alberi ricoperti di palline, seminare il disordine. Ma il piano più ardito è sottrarre i regali agli abitanti con l’aiuto di un’immensa slitta rombante. Per rinunciare al suo piano il Grinch avrebbe bisogno di qualcuno in grado di scoprire che sotto quella scorza verdognola batte un cuore buonissimo…".
Il regista Ron Howard, da tutti ricordato nei panni del famoso Richie Cunningam nella serie "Happy Days", forse crede che sullo schermo i cattivi sono molto più interessanti dei buoni e per questo ha deciso di trasferire in celluloide una storia che parla di intolleranza, emarginazione e diversità, pur sempre donandoci una immancabile e tradizionale scorpacciata di rosa Natale.
La favola oltre Altlantico è popolarissima e si ispira all’omonimo best-seller per l’infanzia scritto da Theodore Geisel, conosciuto come dottor Seuss, nel 1957. Ma cosa accade quando a portarla nei cinema è un cineasta eclettico e quando a vestire i panni di Grinch è un attore dal talento straordinario come Jim Carrey? In risultato non può che essere un film di grande successo, un venire alla luce di un paese dei balocchi dal risvolto surreale e le tinte dolciastre.
La sfida più grande del film, costato più di 250 miliardi di lire, è sicuramente stata quella di dare un "volto" al curioso paese di Kinonso. Dietro le quinte oltre tremila operai, tecnici, truccatori, parrucchieri e costumisti. Il set del villaggio è stato costruito in 10 mila metri quadri di stage, il più grande set dell’Universal. 8 mila decorazioni natalizie hanno adornato l’intero set e ben 7 chilometri di fili elettrici sono stati impiegati per portare la luce a 52 mila lampadine natalizie. Sessanta "artisti" hanno truccato i 110 attori usando migliaia e migliaia di applicazioni facciali e orecchie finte, parrucche, baffi e basettoni. Per Jim Carrey tutto questo ha significato alzarsi tutte le mattine alle 4 e sottoporsi a tre ore di trucco per il viso, lenti a contatto e denti falsi compresi. Tutto questo molto probabilmente sarà servito a renderlo molto molto paziente!


Francesca Orlando

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