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Sanremo

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Sanremo
Il festival della canzone italiana

Cari lettori, KULT non poteva astenersi, fra recensioni di ogni genere, dal dare una opinione sulle canzoni del 51° Festival della canzone italiana. Questo onere ed onore se lo prende il sottoscritto in qualità di mero ascoltatore di musica italiana esprimendo su musica e testi un parere del tutto personale. Astenendomi totalmente dallo spettacolo (presentatori, coreografia, scenografia, look e spettacolo) vorrei presentare canzone per canzone in un inesorabile elenco le mie sensazioni sui brani presentati dai "big" in gara.
Gianni Bella – Il profumo del mare
Gianni Bella presenta un blues interessante, condito da una voce apprezzabile (anche se forse Celentano, che spesso canta le canzoni di Bella, avrebbe reso diversamente), il testo romantico di Mogol (anche lui del "clan") è altrettanto buono. L’unico neo che mi sento di evidenziare, anche se apprezzo molto Gianni Bella come musicista ed autore (ricordiamo "L’ultima poesia" cantata con la sorella in un memorabile duetto vocale), è che la musica non si sposa perfettamente col testo: non tanto come armonia quanto come spirito. Forse in me rimangono i canoni dei testi di Mogol con le musiche di Battisti ma vedevo questo testo con qualcosa di più melodico o quantomeno struggente (se doveva essere un blues). Giudizio comunque positivo.
Bluvertigo – L’assenzio
Inesorabile la presenza scenica di Morgan, "L’assenzio" tenta di stupire Sanremo con quello che viene chiamata sperimentazione musicale contemporanea da alcuni critici. In realtà, per i Bluvertigo, si tratta di un brano "melodico". Compromesso importante per avvicinare il "grande pubblico" al loro genere musicale. Interessante…
Fabio Concato – Ciao Ninìn
Fabio Concato è un bravo musicista con un genere definito. La canzone è musicalmente indiscutibile, il testo è come sempre coinvolgente. Quello che lascia perplesso è un chè di già sentito… La musica è caratteristica ok, forse la citazione nel testo "…questi occhi che ho davanti tanto grandi non li avevo visti mai." ricorda un altro memorabile brano di Concato dedicato a telefono Azzurro che, a memoria, diceva proprio una cosa simile riferito ad un cartellone pubblicitario. Nel complesso comunque mi è piaciuto molto, da ammiratore di Concato non sono stato deluso… Interpretazione da "big" Giannutri-like.
Elisa – Luce
La canzone è accattivante, testo bello e volutamente ripetitivo per risultare subito apprezzabile, musica con influenze etniche riarrangiate in un pop di gradevole ascolto. Risultato: Elisa vince il Festival, direi abbastanza meritatamente. Il brano, a cui ha collaborato Zucchero, è ballabile e coivolgente. Peccato che Elisa abbia dichiarato che non vuole continuare a cantare in italiano, la sua voce è caratteristica e particolarmente intonata anche dal vivo.
Giorgia – Di sole e d’azzurro
Sempre in collaborazione con Zucchero è la classica canzone italiana che esalta le doti vocali di Giorgia, impeccabile e sempre strepitosamente preparata. Giorgia non ha vinto perchè probabilmente è stata tradita da una falsa sensazione di già sentito, soprattutto nel testo: la mia analisi è la seguente. Il titolo della canzone contiene la parola "Sole" a poca distanza da "Girasole", album pluriosannato di Giorgia, il testo contiene la parola "nevai", copiright di "Diamante", forse la più bella canzone di Zucchero (e forse nella top 100 degli ultimi dieci anni) e, nello stesso tempo, ricorda nel contesto "Come il sole all’improvviso" sempre di Zucchero in collaborazione con Gino Paoli. Queste sciocchezze possono infastidire l’ascoltatore soprattutto nel primo approccio con la canzone. La risultante è invece comunque molto buona, non a caso Giorgia è arrivata seconda.
Matia Bazar – Questa nostra grande storia d’amore
Brano firmato dai due componenti storici del gruppo, magistralmente interpretato da Silvia Mezzanotte. Personalmente trovo che la canzone dei Matia Bazar sia splendida, non all’altezza forse di alcuni brani-capolavoro firmati da loro ma comunque degna quantomeno di stare sul podio di questa manifestazione canora. Silvia Mezzanotte ha tenuto la scena perfettamente e cantato molto bene bal vivo (come peraltro facevano le precedenti vocalist dei Matia). Giudizio superpositivo dunque per invidiabili paladini della musica italiana nel mondo…
Jenny B – Anche tu
Lei bravissima dalla voce caratteristica, la canzone è classica, forse leggermente anonima… unico motivo per cui non si sale sul podio. Melodicamente impeccabile rientra troppo perfettamente nei canoni Sanremesi per essere premiata a dovere. Forse ingiusto ma secondo me è così…
Gigi D’Alessio – Tu che ne sai
Brillante esibizione per i suoi innumerevoli fan. Clone dell’immortale Massimo Ranieri (e non è assolutamente una critica) canta con impegno e da una buona impressione. Il testo è un classico che narra di un amore impossibile: credo sia stata dichiarata una storia autobiografica dallo stesso D’Alessio.
Alex Britti – Sono contento
Immagino che Alex sia contento… vende una esagerazione di dischi! La canzone è musicalmente un po’ più complessa di quelle che ha finora proposto ma è ancora lontana dalle capacità di musicista di Britti che (visti i risultati) insiste sulle "canzonette". L’interpretazione dal vivo è molto discutibile rispetto ai colleghi, il brano infatti si ascolta degnamente nella versione radiofonica… Dopo l’ascolto alla radio posso dire che Britti venderà ancora perchè la canzone è godibile e, da cantautore qual’è (sue parole e musica), nutre una ottima schiera di fans.
Anna Oxa – L’eterno movimento
Ancora una trasformazione per l’istrionica Anna Oxa che offre sempre interpretazioni sceniche e vocali di prim’ordine. Ho trovato un po’ sottotono la voce o forse il brano non offriva gli spunti (soprattutto negli acuti) che ci si aspettano da Anna (dovremmo ricordare come minimo "Quando nasce un amore", il duetto con Fausto Leali sempre a Sanremo nel vincente "Ti lascero" e la forse meno famosa ma consigliabile "Gino, le parole…"). Non salire sul podio per Anna equivale ad una sconfitta. Attendiamo ancora una repentina trasformazione di look e genere musicale. Sarà un brano che comunque sentiremo molto alla radio…
Michele Zarrillo – L’acrobata
Un altro brano per gli amanti di Zarrillo. Lui è bravo anche se questa canzone non rende onore alle capacità vocali di Zarrillo. A mio parere non sarà tra i suoi capolavori. Carina l’idea di paragonare l’amore ad un acrobata ma non è una novità che Zarrillo curi in modo particolare i testi e il messaggio che la canzone propone.
Sottotono – Mezze verità
Supertormentati da Stiscia la notizia i sottotono hanno comunque proposto un bel brano. Canticchiabile e "storpiabile" all’inverosimile merita di diventare uno dei tormentoni di questo Festival. Molto curati i suoni, il cantante è bravo (nel suo genere) e la risultante di tutto questo è senza dubbio una canzone giudicabile in modo del tutto positivo.
Peppino Di capri – Pioverà
Peppino si rinnova e presenta un brano notevole, nel suo repertorio forse uno dei migliori. Musicalmente buono e ricco di percussioni, "Pioverà" ha un testo interessante: si tratta di un canto di un extracomunitario alla sua amata lontana. Nelle parole si sente spesso "Habibi ene’" che significa "Amore mio". Grande Peppino dunque (non ce lo aspettavamo così in forma e competitivo)…unica pecca del brano è che ci sembra di cogliere un grosso "stacco" tra strofa e ritornello, quasi due canzoni diverse…
Paola Turci – Saluto l’inverno
Paola è brava, la canzone è buona e questo è un suo grande merito. L’interpretazione anche era buona ma pensando alla coautrice (Carmen Consoli) forse era un brano che si addiceva più a lei… Questo lo dico non per dare giudizi sulla bravura delle due giovani cantanti italiane (che sono entrambe bravissime) ma per stile proprio delle due ragazze. Ricordiamo Paola in una stupenda (quasi commovente) "Bambini" e Carmen in "Confusa e Felice". Questo brano mi sembra… felice.
Syria – Fantasticamenteamore
Non sono quì a dire che il brano di Biagio Antonacci presentato da Syria sia un capolavoro della musica italiana ma, con un buon video, questa ragazza rischia di vendere uno squanterno di copie. Non male, non male…
Quintorigo – Bentivoglio Angelina
I Quintorigo provengono dall’Accademia Musicale di Sanremo. Il loro brano, che è stato premiato dalla critica, è un mix di innumerevoli generi musicali. Il testo è fantasioso e il cantante è un acrobata della voce. Io, per quello che è il mio backround musicale, non sono pronto per recepire questo genere che, a detta di parecchie persone, è "molto avanti".

E così alfabeticamente terminata la mia personale impressione sui cantanti e le canzoni di quest’ultimo festival di Sanremo. Spero vivamente di confrontare le mie impressioni con estimatori e fan dei cantanti del 51° festival o con chiunque voglia esprimere le proprie opinioni su questa festa della canzone pop italiana. (Ovviamente anche critiche…)
A presto…

Federico Malavasi

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