L’edizione 2001 del festival di Bellaria, il cui nome è naturalmente frutto della mente di Enrico Ghezzi che ne è anche il direttore artistico, si conferma come uno dei grandi piccoli appuntamenti cinematografici nazionali. Con la consueta accoglienza ed ospitalità, e qui qualcosa lo mette il carattere innato dei romagnoli, (anteprimaannozero)1 è un’interessante vetrina di nuovi autori e di nuovi generi nella sezione concorso anteprima, ed è anche una variegata serie di finestre su altre forme d’espressione cinematografiche come il montaggio di immagini di cronaca o l’indissolubile rapporto tra cinema e musica oppure ancora il corpo ed il cinema.
I 29 lavori in concorso, selezionati tra circa 350, mostrano una varietà di generi e stili alla quale spesso non si accompagna la qualità o il contenuto. Solo pochi video possono vantare una scrittura, un lavoro fatto prima di impugnare la macchina da presa, mentre sono molti i lavori personali ed autocompiacenti, fino a risultare semplicemente brutti o noiosi. Emergono perciò facilmente quelle realizzazioni dove c’è un vero lavoro preparatorio ed una composizione ragionata, non semplicemente l’abbondanza di "effetti speciali" ormai diffusi sulle videocamere amatoriali o la sequenza e la sovrapposizione di immagini fine a sé stessa. Non a caso il vincitore di questa edizione è un cortometraggio di 13′ realizzato con i pupazzi di plastilina filmati a passo uno, una realizzazione impegnativa dietro alla quale c’è però una buona sceneggiatura.
"Hanna3", questo è il titolo del cortometraggio, è una prostituta che sale malvolentieri sull’auto dello smanioso o sul camion del viscido in canottiera e solo mettendosi le cuffie ed estraniandosi dal mondo con una canzone di Tina Turner riesce a superare quei pochi minuti di umiliazione e infelicità. Hanna sa anche piangere una volta ritornata nel suo angolo di strada, lo stesso angolo che la mattina seguente sarà teatro per un suggestivo canto votivo, una tradizione diffusa a tutt’oggi in Campania. Ho avuto la fortuna di incontrare l’autore di "Hanna", Vincio Basile, il quale non ha certo l’aria "alternativo per forza" di molti suoi colleghi videomaker che si aggiravano attorno al cinema Astra di Bellaria. Basile dimentica perfino di mangiare quando gli si dà l’occasione di parlare del suo "Hanna" e dei due anni e mezzo che ha richiesto la realizzazione, insieme con altre tre persone. Il cinema d’animazione, fatto in questo modo, è una passione, non ci sono altri termini per spiegare un lavoro lungo, difficile e così poco valorizzato, "specialmente in Italia", si lamenta Basile. Un cinema artigianale dove oltre alla sceneggiatura c’è un progetto manuale lento e meticoloso. La realizzazione di questo tipo d’animazione richiede comunque gli attori in carne ed ossa, in modo da poter procedere confrontando ogni fotogramma con i personaggi in plastilina. Con un pizzico di falsa modestia Basile dice che per certi versi "è più facile far recitare un pupazzo" perché gli si può modellare l’espressione preferita. Non è affatto vero, naturalmente. Basile si affretta poi a spiegarmi che in questo caso deve essere "buona la prima", pena la perdita di settimane di lavoro, mentre con un attore si può ripetere la scena all’infinito. Un premio meritato insomma, più che meritato, con la speranza che "Hanna" possa farsi valere in altri festival, compreso quello prestigioso di Nancy: "l’Oscar dell’animazione", mi dice Basile con aria sognante. In bocca al lupo.
Tra le tante cose visibili ad (anteprimaannozero) c’è inoltre da segnalare la ricomparsa di "Gimme shelter", un video girato il 6 Dicembre 1969 durante il noto concerto dei Rolling Stones ad Altamont, vicino a San Francisco. "Noto" perché fu in quell’occasione che gli Hell’s angels, assoldati per fare servizio d’ordine, uccisero a coltellate un nero, forse sovreccitati da alcol e droghe. Il film, che annovera tra coloro che fecero le riprese uno sconosciuto George Lucas, è quasi inedito in Italia ed è quindi un piccolo avvenimento ed un’intuizione geniale di Ghezzi farne l’apertura del festival.
A Bellaria si è avuta l’occasione di vedere "Gostanza da Libbiano" in qualità di vincitore del premio "Casa Rossa", una sorta di referendum tra le maggiori testate nazionali di cinema su di un film italiano della passata stagione che, come giustamente viene sottolineato in più occasioni, è stata particolarmente ricca se pensiamo che il film di Paolo Benvenuti era in gara con "Chimera", "Domenica" "Estate romana", Una lunga lunga lunga notte d’amore", "Occidente", "Placido Rizzotto", "Sangue vivo" e "Scarlet diva" (ultimo film in lista ed ultimissimo nella media votazioni).
Un festival piccolo ma ricco di sfaccettature, compreso qualche inedito come l’ultimo film della Breillat di "Romance", e perciò molto interessante da parecchi punti di vista.
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(anteprimaannozero)
Michele Benatti
Credo che anche il nome della manifestazione sia opera di Ghezzi…
Sullo sfondo un’altra immagine di questo bellissimo cortometraggio.