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Yves Saint Laurent

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Yves Saint Laurent
il principe abdica

Yves Saint Laurent, lo schivo e fragilissimo « principino dell’alta moda », così come viene ancora chiamato a 65 anni lascia definitivamente il mondo delle passerelle.
Tormentato e sublime lo stilista che ha vestito di sogni le donne più belle del mondo, che ha trasformato lo smoking in abito femminile e ha inventato il "nude look" dice addio per sempre alle sfilate. Il motivo lo ha spiegato lui stesso in una conferenza stampa tenutasi nella storica sede parigina di Avenue Marceau: "Mi sento estraneo nel mondo della moda d’oggi". E per ringraziare tutti coloro che lo hanno amato, sostenuto e ispirato il 22 gennaio ha presentato al Beaubourg la sua ultima collezione, una retrospettiva di 40 anni di lavoro, stile creatività e genialità.
Il suo cammino nel mondo della moda ebbe passi velocissimi. Nato nel 1936 a Orano in Algeria da una famiglia ricca alto-borghese a 19 anni venne chiamato a Parigi da Christian Dior, che lo volle come suo assistente. Alla sua morte, nel ’57, Yves venne nominato direttore creativo della Maison Dior diventando il più giovane stilista del mondo. A 26 anni creò la sua prima casa di moda con Pierre Bergé, suo compagno e amore di sempre.
La sua vita fece presto i conti con la sua personalità sensibilissima che lo vide piagato dall’alcool e dalla droga. C’è chi ancora lo ricorda salutare il Parterre alla fine dei defilé pallido, tremante e sorretto da due indossatrici. Bergé lo definiva "nato con l’esaurimento nervoso e autodistruttivo", lui invece diceva di "appartenere alla magnifica famiglia dei nevrotici".
Fu anche un uomo dalle scelte estreme come le foto di nudo integrale scattategli negli anni sessanta per la campagna pubblicitaria del profumo "Homme".
Forse proprio questo estremo senso di precarietà e fragilità come chi è sempre sull’orlo del precipizio lo rese così sensibile al fascino femminile. Soprattutto gli diede l’innata capacità di creare la grazia, la seduzione, la gioia e l’incanto della femminilità.
Furono molti infatti i suoi primati: la sahariana del ’68 , la gonna sopra il ginocchio tanto criticata da Mademoiselle Chanel e la stampa maculata ispiratagli dalle principesse d’Africa. Unì la tela alla seta dedicando intere collezioni a Picasso e alla Pop Art. Il suo cane Moujik ebbe l’onore di essere ritratto da Andy Wahrol.
E molte furono le sue muse, da Palma Picasso a Catherine Deneuve, per terminate con la giovane Leticia Castà.
Questo mondo di lustrini, talento, lusso e scelte controcorrente accompagnarono la sua moda fino al’99, quando la sua linea di Prét-à-Porter, "YSL Rive Gauche" fu acquistata dal gruppo Gucci e affidato allo stilista della Griffe, Tom Ford attualmente l’uomo più potente e amato del mondo della moda.
Con la Rive Gauche se ne è andata anche la vena creativa e a Yves non è rimasta che tanta amarezza e una montagna di migliardi da spendere assieme alle fedelissime ex clienti, da Bernadette Chirac a Loulou De La Falaise.
La decisione di lasciare la sua Maison lo renderà "principe in esilio", ma non di certo diseredato. La sua eredità di indiscusse lezioni di charme resterà sempre la di sopra di ogni tendenza.

Samantha Boni

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