KULT Underground

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Alice nel paese dei megabyte

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Alice nel paese dei megabyte
1 ottobre

Scusate il titolo forse banale, ma non ho trovato una metafora migliore per descrivere le mie impressioni di neofita del computer, come l’esimio vicedirettore mi ha chiesto qualche tempo orsono ( non so perché mi esce questa prosa ottocentesca…)
Dunque, detto attrezzo troneggia nella mia camera da circa un mese; sto imparando a maneggiarlo con una certa lentezza e un certo persistente timore reverenziale. E’ nuovo di pacca, ma ovviamente, come qualsiasi ritrovato elettronico che varchi la soglia di casa mia, dal frigorifero al videoregistratore, funziona male; e ovviamente nessuno se ne preoccupa, perché non si può combattere il destino. Qualcuno sostiene che il disco fisso si può cambiare, forse è un piccolo difetto all’interno che produce lo strano rumore stridente che si sente a tratti. Mah…a me sembrerebbe appropriata una fattura o un rito woodoo…

7 ottobre
Rieccomi al mio diario computerizzato. Sto zappando sui tasti e ho l’impressione di scrivere con uno stile diverso rispetto agli antichi tempi in cui utilizzavo foglio e biro. In più devo staccare a forza quella peste di mio fratello piccolo da "Quake" quando ho bisogno di lavorare alla tesi (o di paciugare un po’…) A proposito, forse vi interesserà sapere come me la cavo coi giochini elettronici. Male, grazie. Per adesso riesco solo ad arrivare al primo schermo in quello della rana che attraversa la strada, l’unico che mi ispira una smodata passione; gli altri mi provocano palpitazioni e nausea. Inoltre mi vergogno delle mie prestazioni e ho sempre l’impressione che il computer mi riconosca: a volte azzardo delle scuse ad alta voce per le figuracce più gravi…

15 ottobre
Rileggendo l’ultima riga ho capito quello che mi rovina nell’approccio all’elettronica: non sono ancora uscita dalla cosiddetta "mentalità magica", che di solito caratterizza i bambini fino ai cinque o sei anni. Non ho mai mostrato la benché minima curiosità per il funzionamento degli aggeggi che girano per casa, non ho mai veramente capito come funziona un fax, Internet mi sembra un trucchetto planetario del mago Gabriel, non faccio distinzioni fra fantascienza e realtà possibile, tutto mi sembra allo stesso tempo naturale e assurdo.
Eppure, lo ammetto: se mi capita a tiro qualcuno più ignorante di me ( esistono, ve lo assicuro, specie nelle famigerate facoltà umanistiche) cerco di tirarmela sfoderando con fierezza paroloni appena imparati. "Sai mamma, oggi ho utilizzato un motore di ricerca" "Mi raccomando, vai piano con le macchine degli altri"
Bene, per oggi penso di aver fissato lo schermo abbastanza a lungo, non vorrei rovinarmi ulteriormente la vista…Per riposarmi guarderò un po’ la tele.

18
ottobre
Sono depressa. Ho copiato questo articolo su un dischetto che ovviamente non partiva. Il gioco della rana si è cancellato e il computer mi prende in giro con domande tendenziose in inglese ( alle superiori, manco a dirlo, ho studiato l’utile francese. )
UFFA!!!
Basta, vi saluto, amici di mouse. Vado a telefonare al mio consulente informatico…

Lorenza Ceriati

P.S.12 novembre. IL Computer non fa più alcun rumore, a parte le fusa quando tocco la tastiera. Io sto incollata 10 ore al giorno, e dire che avevo sempre preso in giro i maniaci dell’informatica.
Sono passata dal gioco della rana che attraversa la strada a uno molto più complicato, quello degli aerei che si sparano (1942).






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