Tra i film in concorso al 16° Torino Film Festival, due opere si occupavano del mondo adolescenziale:
"BARRIO1", terzo lungometraggio del regista spagnolo Fernando León de Aranoa, e "PETITES2", terzo lavoro della regista parigina Noémie Lvovsky.
Il primo è la storia di tre ragazzi quindicenni che vivono in un quartiere degradato (BARRIO) alla periferia di Madrid.
Javi ha dei problemi in famiglia, i genitori si stanno separando; Manu, orfano di madre, vive con il padre e un fratello che però non è mai presente a casa a causa del proprio lavoro; Rai ha dei misteriosi e strani contatti con loschi personaggi del quartiere.
Siamo in estate, la televisione testimonia l’esodo vacanziero di milioni di spagnoli, e i tre bloccati nella desolante realtà che li circonda, sognano belle macchine, vacanze, feste e donne, contemplando le vetrine esotiche delle agenzie di viaggio. Per fuggire è anche lecito sperare di vincere un concorso ad estrazioni. Ma il destino sa essere ironico. Meglio allora continuare a esplorare insieme il mondo attorno a loro. Ed è in questo continuo peregrinare, alla scoperta di luoghi disperati e miserabili, che giungeranno al vero cuore degradato del quartiere, dove vivono i fantasmi dimenticati che non hanno più il coraggio di apparire alla luce del giorno. E scopriranno anche che i fantasmi non sono molto lontani da loro, e che il destino nel "Barrio" sa essere crudele. Tutto questo è però rappresentato con umorismo e umanità, rifiutando prospettive arrabbiate e violente comuni ad altre realtà analoghe. Ed è la formula vincente del film, che invita a pensare senza esasperare le situazioni ed andare mai al di sopra delle righe.
PETITES, ambientato nella società francese della metà degli anni 70, è la storia di quattro ragazzine tredicenni, Emilie, Stella, Inès, e Marion nella delicata fase di passaggio dal mondo dei bambini a quello degli adulti. Frequentano la stessa classe, ed insieme formano un piccolo clan.
Vivono situazioni familiari differenti: Emilie ha dei problemi con la madre esaurita che scarica su di lei le sue frustrazioni, e si trova isolata da un padre che la colpevolizza, Stella scopre che la madre voleva abortire e non la desiderava. Tutte però affrontano le varie difficoltà trovando conforto nel gruppo, e lentamente concentrano le loro forze sulle cose importanti per le ragazze della loro età: la ricerca del "fidanzatino" ideale e la partecipazione alle varie feste, in un’atmosfera da "Tempo delle mele" di non lontana memoria. Ed attraverso i vari riti, teneramente ingenui, all’inseguimento dei propri miti, sia quelli irraggiungibili degli attori e dei cantanti, sia quelli più alla portata, dei compagni di scuola, o dei ragazzi delle classi superiori, che si consolida un legame inseparabile. Il film è "carino", ma non riesce a proporre niente di nuovo ed originale, ed andare al di là di spunti già visti in altri lavori anche più commerciali.
Entrambe le pellicole hanno in comune l’età dei protagonisti ed i loro comportamenti.
A dispetto delle differenti condizioni sociali e familiari, agiscono come tutti i ragazzi della loro età, mossi dagli stessi interessi ed istinti sessuali, sottoposti però a pressioni e frustrazioni come nel mondo degli adulti.
Un sottile umorismo percorre entrambe le pellicole; i goffi ed ingenui tentativi di cambiare il corso degli eventi strappano sorrisi. Ma se in "Barrio" l’aspetto degradato del quartiere prende il sopravvento, e i tre protagonisti si troveranno loro malgrado a dover fare i conti con la vita che tende drammaticamente a spezzare i legami, "Petites" rimane un film leggero, giocato sull’amicizia e su quei legami giovanili destinati a rimanere forti e consolidati negli anni.
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Adolescenti protagonisti al Festival di Torino
Andrea Leonardi
L’immagine dello sfondo di quest’articolo si riferisce a questo film.