KULT Underground

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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Cari amici vecchi, nuovi e nuovissimi,
sembra impossibile, ma è passato anche questo strano Capodanno, sospeso sugli inquietanti zeri del Nuovo Millennio; ed è passato senza problemi, tranne qualche mal di stomaco per i troppi bicchieri di spumante, qualche (classica) influenza natalizia, un po’ di stanchezza da viaggio per i fortunati che hanno festeggiato all’estero, magari approfittando delle formule Last Minute.
Il Millennium Bug non sembra aver fatto grossi danni, anche se forse è ancora presto per dirlo: strani effetti si sono però prodotti su alcuni nuovi autori di Kult, personaggi sfuggenti e misteriosi, che ci hanno mandato composizioni originalissime, firmandosi con fantasiosi pseudonimi. Leggete più avanti e capirete…

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Prima di tutto, però, un omaggio alla tradizione di SUSSURRI, con un autore che ci accompagna dallo scorso millennio: Federico Mori, con il suo immane Benaresyama, giunto ormai al XVII capitolo. Le vicende proseguono in un intrecciarsi complesso e a tratti oscuro, costellate da colpi di scena e da intarsi favolistici e leggendari, che certo appassioneranno gli amanti del genere fantasy "di classe".

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Avevamo già conosciuto e apprezzato Cesare Mortera lo scorso mese, con Nave, una composizione intensa, ellittica, spezzata. Il pesce che ascoltava gli SMITHS prosegue il ciclo "marino" caro all’autore, con risultati ancora più emozionanti: indimenticabile l’immagine del pesce che piange nella solitudine degli abissi, cullato da una musica che sembra appartenere solo a lui, al suo silenzioso ballo acquatico.
Un "nonsense" lieve, struggente, sorretto da una forma limpida e armonica nella sua semplicità solo apparente, molto "ungarettiana".

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Un altro autore amatissimo dai "kultiani", dallo stile inconfondibile, è Mario Frighi, che inaugura l’anno cimentandosi in un racconto breve, L’alba. Certo, il genere lirico è il terreno più congeniale per Frighi, per la rarefatta perfezione del suo verso; ma è molto gradevole anche questo testo in prosa, che narra l’incontro tra il cavaliere Cheneau e l’antifascista Larssen, in un momento "assoluto" in cui il baratro delle epoche scompare e il Novecento coincide con il Medioevo. L’opera è molto curata nella forma, originale nella scelta dei temi – l’agguato di Savona da una parte, i Turchi minacciosi dall’altra -, e con una bellissimo "incipit" che invoglia alla lettura: Due uomini, in un tempo uguale e in un tempo diverso, fissavano il mare.

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Un acquisto recente di SUSSURRI, assieme a Mortera, è Giovanna Cieri, autrice di poesie delicate e melodiche. Come questa Esistere, un rimpianto per un amore perduto, dalla musicalità lieve, quasi cantilenante, che richiama certe composizioni di Prévert.

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Ma ora passiamo al campo delle "novità del mese": ecco Il guardiano, racconto di un autore che ha deciso di collaborare con la nostra rubrica, inviando vari scritti che ci terranno compagnia nei prossimi numeri. Ed è stata una fortuna, perchè Alessandro Zanardi possiede una scorrevolezza di stile, una sapienza raffinata nella forma, un timbro "kafkiano" che lo rendeno senz’altro molto piacevole alla lettura. Il tema della porta verso l’ignoto, del passaggio a una nuova dimensione in cui ci si puo’ "ritrovare o perdere", non è forse nuovissimo nella letteratura, ma è rivisitato con freschezza e con arte sopraffina.

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Dalle odi minimaliste, all’esplosione poetica ridondante, eccessiva, travolgente, di un amico che si firma addirittura Ettore Fieramosca e che dedica una "galleria" di composizioni alla musa ispiratrice Roberta. Già la presentazione del titolo, quella grafica squisitamente "futurista", indica il genere del testo: un "divertissement" colorato, un profluvio di aggettivi, una folla turbinosa di immagini e di figure retoriche slegate da ogni trito legame con il reale. Effetti linguistici, metafore impetuose: come direbbe Palazzaschi, "il poeta si diverte…e lasciatelo divertire!"

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Forse il testo che più colpisce, tra quelli arrivati a Kult da misteriosi che personaggi che intendono mantenere celata la loro identità, è Una tranquilla giornata in fabbrica, tra pensieri, parole e omissioni. Si tratta di una sorta di "diario intimo", di Confessioni di un figlio del secolo, ben scritto, lineare, razionale, e di notevole ampiezza: abbiamo infatti dovuto dividere il testo in più sezioni, scandite alla perfezione dalle citazioni di canzoni e di romanzi che corredano e completano l’opera.
Lo sguardo che scivola fuori dalla finestra della fabbrica, una pozzanghera che scintilla nel cortile, ed ecco il fisico dipanarsi delle idee, soggettive e personali, ma al tempo stesso oggettive e universali come avviene nella letteratura: tutti ci riconosciamo nel protagonista, tutti abbiamo conosciuto una persona così, di pochissime parole – immaginiamo – ma di infiniti, intensissimi, arrovellanti pensieri. Dimenticavo il nome, lo pseudonimo semplice e dimesso che ha scelto l’autore: Spalla.

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Anche questo mese ritorna Raffaella Abbruzzese con le sue "poesie in prosa", testi scritti di getto sull’onda dell’emozione di un momento, di una frase ispiratrice, di un pensiero.
8 dicembre 1999 prende le mosse dalla considerazione sulla vita di un amico dell’autrice.
E’ certo apprezzabile l’immediatezza che contraddistingue la Abbruzzese, ma resta come sempre il consiglio di curare di più la forma; una maggiore riflessione sui significati conferirebbe forse maggiore profondità alle sue composizioni, chiarendo meglio le intuizioni proprie della sua spiccata sensibilità.

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Il risveglio del dormiente, di Claudio Caridi, ci tiene sempre di più col fiato sospeso.
La cerimonia di "separazione", a cui dovrebbe sottoporsi l’affascinante Deanna per volere dell’ex- fidanzato Worf, è spaventosa e rischiosissima. Quale sarà la decisione della Betazoide?
Bellissimo e intenso è poi l’incontro – scontro tra Picard e l’ammiraglio Anderson, reso cinico e crudele dal dolore subito per la perdita del figlio ad opera dei Borg. Riemerge la terribile vicenda dell’assimilazione del capitano dell’Enterprise da parte del "collettivo" Borg: quali altre durissime prove dovrà affrontare il comandante? E come si intrecceranno le vicende ora parallele? Lo saprete, ovviamente, il prossimo mese: un po’ di pazienza…

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Credo di avervi augurato Buon Anno fino alla nausea, ma comunque lo ripeto, e ripeto anche il mio indirizzo di posta elettronica per chi volesse fare commenti, critiche, precisazioni, o semplicemente inviare del materiale: ceriati@altavista.net
Arrivederci al prossimo mese!

Lorenza Ceriati

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