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Visioni

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Visioni

Ormai si rischia di scoprire l’acqua calda sostenendo la tesi che "viviamo nella civiltà dell’immagine" – è quasi come dire che "sono finite le mezze stagioni", salvo scoprire che le frasi sono un po’ vere tutt’e due.
Ecco dunque, su una rivista che si "vede" su Internet e che ha un rapporto forte con l’immagine, una rubrica di architettura e arti visive – la meteorologia, per il momento, mettiamola da parte.
Il mio impegno sarà quello di citare, segnalare – direi quasi recensire, se non fosse che non sono un recensore- rassegne ed opere di architettura e arti figurative; sopratutto parlare con i protagonisti (architetti, artisti, galleristi …).
Sarà uno sforzo che nasce dalla passione: sono un architetto, ho uno studio nel quale espongo opere di pittura, mi interesso di grafica e ho partecipato a varie mostre.
Qualunque eventuale collaborazione sarà ben gradita; qualunque critica sarà accettata e potrà servirmi da spunto per ulteriori evoluzioni.

e-mail : visivadario@katamail.com
Dario Amico

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Per iniziare, alcune considerazioni su due argomenti abbastanza interessanti qui a Modena ma di importanza internazionale, dato lo spessore dei protagonisti: il "caso" della porta a S.Agostino di Gehry e la galleria d’arte Mazzoli.
Frank O.Gehry è universalmente riconosciuto come uno dei più importanti architetti del nostro tempo; è inutile qui dilungarsi sulla sua opera, qualunque libreria è piena di testi sui suoi lavori certamente molto più seri e curati rispetto a quello che potrei dire io, senza tener conto della notorietà planetaria acquisita con il Museo d’Arte Moderna di Bilbao -un’opera che certamente avrà un posto notevole nelle future storie dell’architettura.
In breve ecco il "caso": la giunta di Modena dà l’incarico all’architetto di pensare ad un progetto per la piazza di S.Agostino; Gehry presenta un primo progetto e l’opinione pubblica cittadina si spacca; Gehry presenta alcune modifiche ma i due eserciti continuano a fronteggiarsi, con varie iniziative per dire no (dibattiti e parere contrario del sovrintendente Garzillo) oppure per dire sì (dibattiti e sottoscrizione lanciata dall’API ).
Siccome mi piace sporcarmi le mani, dirò di essere favorevolissimo all’eventuale costruzione dell’opera per tanti motivi -che mi piacerebbe esporre più dettagliatamente se mi arrivassero E-mail sull’argomento- uno in particolare: questa città ha bisogno di svecchiarsi ed il suo centro storico ha bisogno di aprirsi alla vita perché sta morendo.Meglio una scossa che la calma piatta, che porta con sé abbandono e degrado -basta fare un giro in centro dopo le 20.
La galleria d’arte di Emilio Mazzoli è certamente una delle più importanti d’Europa, magari di più; ha inventato con la collaborazione tra il gallerista ed il critico Achille Bonito Oliva il fenomeno della Transavanguardia -uno dei pochi momenti in questo secolo nel quale l’arte italiana è stata capace di protagonismo- ha curato nel 1981 la prima personale in Europa di un artista (Jean-Michel Basquiat) che da un paio d’anni è diventato un caso, continua a proporre cose notevoli per le quali la galleria subisce il paradosso di essere più apprezzata fuori città.
Vorrei fare il polemico anche qui: mi sembra di vedere poca attenzione verso certi fenomeni – la technopittura, la pittura digitale – che finalmente stanno producendo ottimi lavori anche qui in Italia, nonostante un discreto ritardo sopratutto culturale nei confronti di altri Paesi.
Mi sembra di vedere Mazzoli un po’ in ritardo stavolta, dopo che per tanto tempo è stato molto avanti: mi sbaglio?
Questo primo appuntamento finisce così; nei prossimi cercherò di essere più in linea con il cappello iniziale.

Che la Forza sia con voi,

Dario Amico

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