22 giugno – 26 luglio 1999
Giunto alla sua 20ma edizione, il Festival vede ancora una volta il fattivo coinvolgimento di alcune tra le più importanti istituzioni della Provincia di Prato. Promosso come sempre dal Comune di Poggio a Caiano con la collaborazione della Provincia di Prato, del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, del Comune di Prato e del Comune di Carmignano, il Festival dedica quest’anno alcuni degli appuntamenti più importanti non più ai classici esempi di world music, ma ad artisti che pur facendo riferimento a materiali popolari, elaborano non più esclusivamente in senso etnico i propri testi e le proprie melodie. Il Festival si apre con l’esibizione di Natacha Atlas – di origine egiziana ed ebraico palestinese, votata ad un linguaggio multietnico intriso di suoni elettronici – ha collaborato con Andy Summers e Peter Gabriel. Segue il concerto di Ustad Fateh Ali Khan, musicista pachistano, già collaboratore di Jan Garbarek, Ustad è uno dei più grandi interpreti della tradizione musicale delle confraternite mistiche Qawali e continuatore dell’opera dello scomparso Nusrat Fateh Ali Khan. Il successivo appuntamento vedrà uno dei più interessanti ed "impegnati" cantautori inglesi, Billy Bragg, riproporre le canzoni inedite del folk singer americano Woody Guthrie, padre della canzone folk di protesta ed interprete principale della musica di impegno civile. Sarà poi la volta di un concerto tributo a Roberta Watt, uno dei più grandi artisti della scena musicale inglese. Sul palco alcuni tra i migliori artisti italiani provenienti da gruppi quali: C.S.I. e Banda Bardò, ed ancora Marco Parente, Cristina Donà e Andrea Chimenti. Appuntamento d’eccezione poi, con il nuovo astro nascente della musica brasiliana Vinicius Cantuaria, non solo continuatore del lavoro di Jobim, ma innovatore della bossa nova. Cantuaria fonde i ritmi e le sonorità brasiliane con gli stili della musica popolare contemporanea. L’ultimo concerto del Festival è l’esibizione dei portoghesi Madredeus, la più famosa formazione della scena musicale portoghese, autori di un repertorio in bilico fra tradizione e innovazione. Dopo che il regista Wim Wenders commissionò loro le musiche per il film "Lisbon Story", il gruppo ha raggiunto un grandissimo successo che in poco più di tre anni ha visto le loro incisioni discografiche in vetta alle classifiche di vendita.
Villa Medicea – Poggio a Caiano – Ingresso L. 20.000
NATACHA ATLAS
Vocalist della formazione Trasglobal Underground, inglese di origine egiziana, intreccia le sinuose melodie d’Oriente con i ritmi ipnotici del trip hop londinese
lunedì 28 giugno – ore 21,30
Villa Medicea – Poggio a Caiano – Ingresso L. 20.000
USTAD FATEH ALI KHAN
Uno dei più grandi interpreti della tradizione musicale delle confraternite mistiche Qawwali
mercoledì 30 giugno – ore 21,30
Anfiteatro di Bacchereto – Carmignano – Ingresso L. 15.000
BILLY BRAGG
L’ultimo progetto musicale del grande cantautore inglese su testi inediti di Woody Guthry, il padre della moderna folk music americana ed interprete principale della musica di impegno civile
martedì 13 luglio – ore 21,30
Anfiteatro di Bacchereto – Carmignano – Ingresso L. 15.000
ROBERT WYATT TRIBUTE
Un concerto/tributo dedicato ad uno dei più grandi artisti degli ultimi tempi. Sul palco, a riproporre i successi di Wyatt, i migliori gruppi del panorama cantautoriale italiano.
venerdì 16 luglio – ore 21,30
Villa Medicea – Poggio a Caiano – Ingresso L. 20.000
VINICIUS CANTUARIA
Nuovo astro della musica brasiliana, in attività da oltre trenta anni, collaboratore di artisti del calibro di Gilberto Gil, Chico Buarque de Hollanda, Gal Costa, Luisa Melodia e soprattutto Arto Lindsay, con cui è venuto recente in tour in Italia.
lunedì 26 luglio – ore 21,30
Anfiteatro Museo Pecci – Prato- Ingresso L. 30.000
MADREDEUS
La più famosa formazione della scena portoghese, di nuovo insieme con un repertorio in bilico tra tradizione ed innovazione.
Informazioni: Museo Pecci Ivan Aiazzi (ufficio stampa) Telef. 0574-531828/5317 Fax 0574-531901/591900 – http://www.comune.prato.it/pecci/home.htm – prevendite circuito regionale Box Office – Ufficio Stampa Toscana Musiche: Marco Mannucci – Tel. 055243799 – Fax 055240397 – Tel. 0347/7985172
Di origine egiziana/ebreo-palestinese, Natacha Atlas ha vissuto la sua giovinezza tra Bruxelles e Londra, dove è stata lanciata dal bassista/pensatore Jah Wobble che l’ha voluta nei suoi Invaders Of The Hearth. In seguito è entrata come vocalist nei Transglobal Underground ed ha collaborato con Andy Summers e Peter Gabriel. Votata verso un linguaggio multietnico intriso di suoni elettronici e ritmi di chiara matrice africana, Natacha Atlas ha esordito come solista con l’album Diaspora, a cui ha fatto seguito, poco dopo, il secondo lavoro Halim Nei primi mesi del 1999 è arrivato quindi il terzo album Gedida, un disco impregnato di cadenze e sonorità tipiche della tradizione nordafricana, e in particolare dello shaabi egiziano: ricco di atmosfere suggestive e suoni perennemente in bilico tra Oriente ed Occidente Gedida propone alcune vere e proprie perle come "The righteous path", "Aqaba", di "One brief moment"… Tutti brani che fanno parte del nuovo spettacolo che Natacha Atlas sta portando in giro per il globo, uno spettacolo che, in genere, l’artista conclude con una sinuosa danza del ventre.
BILLY BRAGG
Nato nel 1957 in Gran Bretagna, vero nome Steven Williams, Billy Bragg scopre la musica folk durante la sua adolescenza, ai tempi dell’esplosione del punk; è per questo forse che con il suo primo gruppo, i Riff Raff, s’ispira principalmente ai Clash e ai Jam. Il gruppo si scioglie dopo aver pubblicato un solo singolo, e nel 1981 Bragg è costretto a prestare servizio nell’esercito. Se la cava dopo 90 giorni di addestramento pagando 175 sterline, torna nel mondo civile e decide di esibirsi come solista. Nel 1983 esce il suo album di debutto, "Life’s a riot with spy vs. spy", ottiene l’attenzione del pubblico e arriva in cima alle classifiche indipendenti, finendo per vendere oltre 150mila copie. Bragg sposa la causa dei minatori inglesi, si unisce all’associazione Artists Against Apartheid e fonda il Red Wedge, gruppo di musicisti che si propone l’obiettivo di far cadere il governo conservatore. Il suo ultimo lavoro, "Mermaid avenue", è dedicato ad alcuni testi composti dal padre del folk di protesta Whoody Guthrie (e mai musicati). E’ stata proprio la figlia di Guthrie, Nora, a scegliere Bragg per quest’impresa, realizzata insieme ai Wilco.
VINICIUS CANTUARIA
Il nuovo astro della musica brasiliana non è proprio giovanissimo, visto che già trent’anni fa collaborava, nelle vesti di percussionista, con artisti del calibro di Gilberto Gil, Chico Buarque de Hollanda, Gal Costa e Luisa Melodia.
Il nuovo astro della musica brasiliana ha l’espressione perennemente pensosa, i capelli dritti come gli aculei di un porcospino, il volto solcato dai segni della proverbiale "saudade"; e, quanto a vocalità, è molto più vicino a Joao Gilberto che allo scatenatissimo Carlinhos Brown. Il nuovo astro della musica brasiliana è tale solo perché il suo ultimo disco – "Sol na cara", che più o meno significa sole sul tuo volto – è anche il primo disponibile sul mercato europeo: ma altri sei ne aveva realizzati in precedenza, tutti salutati, in patria, come altrettanti, piccoli capolavori.
Il nuovo astro della musica brasiliana si chiama Vinicius Cantuaria, e deve buona parte del suo recentissimo (e meritatissimo) successo al lavoro di Arto Lindsay: il genio che gli ha "arredato" le sonorità di "Sol na cara", dopo aver prodotto gli ultimi album di Caetano Veloso e Marisa Monte. Ogni volta che inizio a lavorare, inizio con Jobim", dice Vinicio Cantuaria, citando il compositore brasiliano per antonomasia, unico inventore della bossa nova. "Un giorno, farò un album di soli pezzi di Jobim". Poi aggiunge sorridendo "naturalmente, ogni brasiliano dice la stessa cosa". Ma, al contrario dei suoi compatrioti che si accontentano di rendere omaggio a Tom (Jobim) con infinite variazioni della Ragazza di Ipanema, o di Corcovado, Vinicio Cantuaria mette mano alla sua bossa nova con una generazione di distanza, con il piglio dell’innovatore. All’età di 18 anni Vinicius era membro del gruppo rock semi-acustico Terço, una band che si ispirava a Crosby, Stills, Nash & Young e ai Byrds. "Ascoltavamo rock americano, ma eravamo in Brasile e ovunque, intorno a noi, si ballava samba"; fu in seguito che incontrò Gal Costa, la voce del movimento Tropicalia, una delle stelle più brillanti del firmamento musicale brasiliano. Poi fu il turno di Caetano Veloso, per il quale Cantuaria ha scritto "Lua E Estrela", brano di grandissimo successo. Oltre alla sua collaborazione con Veloso, durata otto anni, Vinicius ha lavorato con Arto Lindsay ed ha inciso con David Byrne. Alla lista delle sue collaborazioni vanno aggiunti ancora i nomi di Brian Eno, Nana Vasconcelos, Towa Tei e Yuka Honda. Discografia di Vinicius Cantuaria :
1983 "Vinicius" (BMG/Ariola); 1984 "Gàvea de Manha"; 1985 "Sutìs Diferenças" (EMI/Brazil); 1986 "Siga-me"; 1987 "NuBrasil"; 1992 "Rio Negro" Chorus Som Livre; 1997 "Sol Na Cara" Gut(Japan)/Gramavision/Ryko.
MADREDEUS
Il gruppo si forma nel 1985 dall’incontro, avvenuto a Lisbona, tra Pedro Magalhães, già bassista degli Heróis do Mar, e Rodrigo Leão, a sua volta bassista dei Sétima Legião. I due decidono di alleviare la noia della scena pop portoghese suonando un altro tipo di musica e scegliendo di scrivere brani per due chitarre acustiche. Nel 1986 Francisco Ribeiro, un amico di Pedro Ayres e studente di violoncello, viene invitato ad entrare nel gruppo, ma ci si rende presto conto che ciò di cui si avverte la necessità è una voce femminile. Il un locale del Bairro Alto i ragazzi si imbattono nell’allora teenager Teresa Salgueiro, che aveva per scherzo iniziato a cantare ‘fado’ al tavolo accanto con i suoi amici. Dopo poche canzoni suonate insieme alla prima prova, i musicisti comprendono di aver finalmente trovato la voce che cercano. Il gruppo inizia a provare in un’ala dell’ex convento Madre de Deus, a Xabregas, nella Lisbona orientale. Gli amici che vanno a trovarli in sala prove iniziano a chiamarli Madredeus proprio in base alla denominazione del luogo in cui provano. Nel 1987, tra il 28 e il 30 luglio, il gruppo registra le 19 canzoni dalle quali saranno selezionate quelle che daranno vita all’album d’esordio dei Madredeus, OS DIAS DE MADREDEUS. Nel 1988 il gruppo inizia ad esibirsi con una certa regolarità in Portogallo, inserendo diversi brani nuovi nella scaletta dei concerti: Nel 1990 esce il loro secondo album, intitolato EXISTIR, registrato con l’ausilio di altri musicisti che diventano parte dell’organico fisso dei Madredeus. I riconoscimenti sono tali e tanti da permettere al gruppo il lusso di registrare al Coliseu dos Recreios addirittura un doppio album dal vivo, splendido, intitolato LISBOA, con la partecipazione di un maestro della chitarra come Carlos Parades e un coro di 80 elementi appositamente arrivato dalle Isole Azzorre. Nel 1992 il gruppo inizia ad esibirsi con una certa regolarità anche all’estero, e pubblica in patria il doppio album dal vivo, pur senza interrompere mai la propria attività di composizione. Di fatto, dopo essere stati contattati dal regista Wim Wenders per le musiche di un documentario che egli andava realizzando sulla città di Lisbona, i Madredeus si isolano nel cuore della campagna inglese nei Great Linford Manor Studios e iniziano scrivere materiale originale per quello che sarebbe stato il film del regista tedesco. Le canzoni bastano per un paio di album, il primo dei quali, O ESPIRITO DA PAZ, viene pubblicato nel 1994, tra un concerto e l’altro. L’anno successivo è la volta di AINDA, album colonna sonora del film di Wenders LISBON STORY, per merito del quale i Madredeus esplodono come caso internazionale. Si intensifica ancora di più, se possibile, l’attività concertistica del gruppo, che per la prima volta smette di lavorare a nuove composizioni per concentrarsi sulle date live. Nel 1996 viene addirittura dato per certo lo scioglimento del gruppo: i Madredeus smentiscono, ma di certo nel meccanismo perfetto del gruppo qualcosa deve essersi incrinato e l’anno sabbatico che la band decide di prendersi la dice lunga sulle tensioni accumulatesi in anni di concerti e spostamenti. All’inizio del 1997 Pedro Ayres, Teresa Salgueiro, José Peixoto e Carlos Maria Trindade iniziano a provare del nuovo materiale nelle stanze del centro culturale Belém e, pochi mesi dopo, sanciscono la loro definitiva separazione dai due Madredeus con cui erano in contrasto, vale a dire Francisco Ribeiro e Gabriel Gomes. Nel gruppo entra Fernando Judice, regolarizzando così la formazione in un quintetto. Dopo alcune prove a porte aperte, realizzate per tranquillizzare la stampa, i Madredeus si ritrovano agli studi Condulmer di zorban di Modigliano, vicino Venezia, per registrare le canzoni del loro nuovo album, O PARAISO.
ROBERT WYATT TRIBUTE
A otto mesi di distanza dall’uscita del disco The different you – Robert Wyatt e noi, in cui una nutrita serie di artisti italiani e non, sotto la direzione artistica di Francesco Magnelli e Gianni Maroccolo, ha reso omaggio al genio compositivo di Wyatt, finalmente il concerto. Un evento unico, un cast che racchiude alcuni tra i migliori artisti italiani, ma soprattutto un gruppo di amici accomunati dalla stessa passione per il musicista inglese, e dallo stesso modo di intendere la musica. La musica di Robert Wyatt (che rimane comunque l’ossatura dello spettacolo) diventa quasi un pretesto per incontrarsi, per stare insieme, per dar luogo per una sera ad una sorta di "carovana musicale" in pieno spirito wyattiano. Una formazione straordinaria che vede tre elementi dei CSI (Gianni Maroccolo, Francesco Magnelli e Ginevra Di Marco), due della Bandabardò (Erriquez e Finaz), i Cis’ha ed una serie di solisti e musicisti d’eccezione che si avvicenderanno sul palco. Quali Manuel Agnelli (Afterhours), Cristina Donà, Romina Salvadori (Estasia), Andrea Chimenti, Marco Parente. In programma, oltre alle canzoni di Wyatt, anche alcuni brani tratti dal repertorio degli artisti partecipanti.
USTAD FATEH ALI KHAN
Ustad Fateh Ali Khan è sicuramente uno dei più grandi interpreti della tradizione musicale delle confraternite mistiche Qawwali. All’attivo ha numerose produzioni discografiche, tra cui l’album Ragas and Sagas realizzato al fianco di Jan Garbarek e dell’ ensemble Musicians of Pakistan. Considerato una vera e propria leggenda nel proprio paese, il Pakistan, Ustad Fateh Ali Khan è nato nel 1935 ed ha iniziato a cantare all’età di otto anni assieme al fratello maggiore Ustad Amanat Ali Khan. Due anni dopo ebbe l’occasione di esibirsi, assieme al fratello, al cospetto del Rajà di Patiaia (India) che conferì loro il riconoscimento di "Cantanti della Corte Reale". In breve tempo, grazie anchr alle loro esibizioni per Radio Lahore, i due fratelli divennero famosi in tutto il Pakistan. Ayub Khan – allora Presidente del Pakistan – conferì loro ll’ambita medaglia di "Pride of Performance". Seguirono quindi numerosi concerti in Afghanistan, India, Bangladesh, Nepal e Burma. La prematura scomparsa del fratello Ustad Amanat rappresentò un tremendo shock per il giovane Ustad, che per lungo tempo rinunciò a cantare fino a quando, con l’aiuto di in altro fratello, Amjad Alì, decise di ritornare ad esibirsi. Da quel momento l’attività di Ustad si estende anche in Occidente, con tournée che toccano gli Stati Uniti, il Canada, la Svezia, l’Olanda, la Norvegia, la Danimarca, il Belgio e l’Inghilterra. Ustad Fateh Ali Khan si afferma così come uno maestri del canto sacro qawwali. Egli è membro della confraternita "Patiala Gharana". La Gharana rappresenta una tradizione o uno stile musicale che si è evoluto nel corso di numerose generazioni. Fondatori della Patiala Gharana furosno – sette generazioni addietro – il "Generale" Ustad Ali Buksh ed il "Colonnello" Ustad Ali Khan (i titoli militarti furono conferiti dai britannici, per i quali gli Ustad ricoprivano questo o quel grado in una sorta di scala gerarchica musicale). Ali Buksh aveva un figlio chiamato Akhatr Hussain, padre a sua volta dei due fratelli Ustad e Amanat Ali Khan. La cultura islamica, ed in particolare quella persiana, hanno esercitato una profonda influenza sull’evoluzione dello stile musicale di cui Ustad è maestro. Attualmente i musicisti musulmani ricoprono un ruolo predominante nel mondo musicale dell’India e del Pakistan: Ustad Fateh Ali Khan, Vilayat Khan, Amjad Ali Khan, oltre al grandissimo Nusrat Fateh Ali Khan – purtroppo scomparso di recente – sono da considerare tra i più grandi musicisti di questo secolo. Sul palco del Festival delle Colline Ustad Fateh Ali Khan si presenterà con un ensemble composto da 5 elementi: voce solista, tabla, harmonium, tanpura e sarangi.
FESTIVAL DELLE COLLINE 1999
XX° EDIZIONE
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Biografie
NATACHA ATLAS
Comune di Poggio a Caiano in collaborazione con Assessorato alla Cultura della Provincia di Prato – Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci – Assessorato alla Cultura del Comune di Prato – Comune di Carmignano