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Europa, democrazia… e rete…

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Europa, democrazia… e rete…


La "democrazia"è una palla che ci vogliono mettere in tasca a tutti i costi rischiando di somigliare a quelle che invece erano legate un tempo ai piedi dei carcerati.
Poca democrazia non soddisfa nessuno… ma l’eccesso, come nella disinvolta gestione italiana e, ancor più europea, ci vomita addosso incongruenze di non poco conto ( mucca pazza, guerra del latte, ecc…).Le leggi, in nome della democrazia, vanno gestite dal "popolo" con i referendum ……! cosicchè si sperperano miliardi e non si fa lavorare un parlamento preposto :-)))) a tale compito succhiando e distribuendo soldoni a destra e a manca. Il mezzo " referendum" che si vanta di democratizzarci addirittura ci beffa tutti. Il finanziamento ai partiti è rimasto liberamente in auge nonostante il popolo abbia dichiaratamente votato per non voler più foraggiare nessuna delle mucche che sono nella stalla.
Come se nulla fosse ancora tentano di referendare senza afferrare che la gente ne ha le tasche piene ed è disgustata dalle buffonate che sono in grado di inventarsi in parlamente ad ogni occasione. Ma probabilmente in parlamento semplicemente per questioni di comodo fanno finta di non capire. Molte persone che stanno nello specchio della televisione, al governo e dietro la tastiera del computer dei "midia" si cruogiuolano nei dintorni della parola "democrazia" beatificandosi agli occhi di molti ingenui nell’atto di fare sforzi per il bene di tutti a seminare democrazia a piene mani. Molto belli quelli della televisione che si riuniscono tutti una volta all’anno e si danno i premi da soli applaudendosi l’un con l’altro praticamenete come fa ogni giorno il nostro parlamento.
Dare il potere di decidere ha chi non è in grado, a volte, non per incapacità, ma per puri motivi pratici (quale ad esempio "arrangiatevi nel vostro lavoro che io ho il mio…!") è divenuta arma di comodo per chi abusa del "potere" di avere "potere". Ci allietano con le lotterie, il pallone, il totocalcio, qualche bella signora svestita che balla e il contentino per beoti ed incapaci è confezionato.
Questo è l’andazzo disgustoso che massacra il paese alimentato dalla democrazia di non essere capaci di gestirla. I tempi sono cambiati è morta l’era dello sfruttamento medioevale, dovuto all’ignoranza dilagante. In quel tempo per non morire di fame si accettava di buon grado qualsiasi condizione di vita, felici almeno di evitare la morte per stenti.
Il baricentro dei bisogni si è spostato ora è iniziato "il tempomedio" dello sfruttamento dei deboli di mente, forti della convinzione di essere capaci di "essere".
Forti della presunzione di sentirsi liberi, molti illusi si credono padroni della libertà di avere ciò che vogliono e che in realtà non avranno mai perché il troppo di oggi non lo può avere e gestire nessuno.
L’infelicità di non avere è la condizione che oggi primeggia nell’animo dell’uomo comue che aspira all’impossibile e dimentica quello che già si possiede.
Il "tutto", il "superfluo" che serve troppo a tutti non lascia più spazio al necessario. Non c’è più la razionalità nel distinguere ciò che ha valore, dall’immondizia che ormai ricopre tutto come un gigantesco "blob".
Dobbiamo purtroppo lentamente assimilare le condizioni di vita imposte dal progresso, accettare situazioni a cui non è possibile sottrarsi., divenute ormai parte integrante della civiltà moderna…( quanto moderna..?).
La "rete" apre uno spiraglio almeno per quelli che non si perdono nella sua immensità di tentazioni. La capacità di poter scegliere e scrivere ciò che si vuole per il momento in "rete" è ancora alla portata dei pochi nati con la generazione telematica o quelli (ancora di meno) che hanno avuto la lungimiranza di aggiornarsi. Interenauti in una percentuale poco fastidiosa ai fini della gestione di chi è al potere e assolutamente ridicola a confronto di chi sbava su programmi che propinano scempiaggini a tutte le ore. Programmi con indici d’ascolto record che sono metro-misura di ciò che vuole la gente e che forse ci meritiamo, che i furbi "democraticamente" vendono e che molti credono di non pagare.
Abbiamo un parlamento che potrebbe tranquillamente mettere su tendone e spostarsi come spettacolo di città in città. La Zanicchi presenta una recita della Lollobrigida sotto la regia di Zeffirelli in una storia di intrecci calcistici dove il mundialito Paolo Rossi e Chinaglia recitano la parte di calciatori.falliti corrotti.
Fortuna che abbiamo la consolazione di una storia che con fatica e sangue versato insegna che la civiltà è stata fatta già molto addietro e senza bisogno di sapere se "il prezzo è giusto" Il mondo intero è nato dal nulla, perché qualcuno ha dato più di altri. Civiltà scaturita dall’argilla lavorata con sacrificio, dai Sumeri della Mesopotamia che grande merito hanno primeggiato nella scrittura e di chi ha con le mani costruito sotto il governo forse di un tiranno ma che ha sviluppado idee e mezzi per progredire imponendosi su chi mai nulla del genere avrebbe potuto fare (mezzi anche umani non scandalizziamoci, è stata una realtà che ci è voluta… forse se c’era un "Bertinotti" saremmo ancora all’età del bronzo….!!!) Chi è stato in grado di imporre la sua forza creativa a beneficiato poi l’umanità tutta poi cresciuta Che volete che sia una miserrima vita ..?, anche la mia stessa nulla conta e nulla vale …..! è la forza il carattere del singolo uomo che costruisce poi il destino dello stesso con la forza di sottomettere o la debolezza di ubbidire. L’occhio umano ora non riesce a valutare come tali queste realtà che hanno costruito il mondo impegnato com’è a far valere ad ogni momento un diritto dovuto e scritto che spesso annebbia il cervello e calpesta il buon senso.
Tutti vogliono lavorare di meno, si fanno lotte e discussioni infinite per un’ora alla settimana di lavoro. L’esubero di tempo libero rimasto oggi costa bei soldoni in ogni sua più semplice divagazione e non si capisce questa "lavoratori" che hanno così tanto tempo (e dicono pochi soldi) da dedicare alla piazza, che debbano fare di così importante (spesso lavoro nero) nel tempo rimasto. Chi lavora seriamente il tempo di solazzarsi in piazza proprio non lo trova. Chi protesta di continuo dove trova il tempo per fare tutto ciò se non alle spalle di un datore di lavoro che paga le ore perse o con il miserevole aiuto dei sindacati che devono giustificare lo stipendio?

Altra malefica e corrosiva idea che pericolosamente si diffonde è quella di "vincere" portando via spazio alla voglia di farecose utile che servano a "crescere o migliorarsi" Inutile e dannosa speranza, quella di vincere è seminata da chi vuole darci qualcosa che non e esiste, per coprire altre mancanze e sporcizie. Traguardo visionario ed illusorio la vinciata rimane un sogno per chi spera di cambiare la propria vita incolonnando numeri perdendo così la concretezza della vita che corre nel nulla. Cercare di fare, di produrre in proprio senza far leva sempre ed unicamente (ma ciò è certamente compatibile se ben fatto) sul personale squallido tornaconto è il contributo che si può dare al mondo per venire fuori dalla melma dalla mediocrità assoluta, ognuno lo deve fare in proprio, lontano dalla logica partitica o parastatale che comunque, e sempre, copre il culo, fuori dal buon senso, in un sistema contorto che invece dovrebbe impegnarsi a, benefico della società nel punire incapaci e falliti. Far cose in cui si crede senza il forsennato unico traguardo del denaro ad ogni costo è una salvezza alla portata di tutti per la speranza del nostro io di uomini, se le cose sono poi fatte bene il denaro arriverà.

Non parlo dell’uomo come genere umano, dell’uomo che ci insegnano a scuola a valutare, non voglio citare la massa deforme che si trascina sulle strade e che è comune all’infrangersi perpetuo dell’onda sullo stesso scoglio da millenni, ma cito l’uomo impegnato nel sacrificio di ritrovare se stesso, vero, immortale e sempre unico, mai ricalco di altri.
Il genio umano non è così frequente ma pure non così raro come vogliono farci credere, l’importante è avere i mezzi morali per esprimerlo sempre ed ad ogni costo..situazione al di fuori delle portata di molti accecati tutti come sono dall’avere più altri.
Chi è nato per essere gregario, gregario deve essere e per il bene di tutti deve mantenere la sua posizione… chi è in grado di far progredire ha il compito assoluto di farlo. Qui sta naturalmente l’intelligenza della persona che si deve valutare, e qui interviene la legge di mercato che annulla gli incapaaci. Incapaci invece che al contrario, dietro la cattedra dello stato sono foraggiati in un prolificare perpetuo di conoscenze di comodo. Mangiatori assoluti di tutto e del più non posso regalano tutto ciò che conviene per farsi belli offrendosi a chi è peggio di loro, creando sempre nuovi pretendenti a posti parati da tutto e da tutti.
Incapaci spesso in ogni luogo… incapaci seduti sulla "poltrona" perché amici degli amici!!
Basta con queste assurde balle dell’uguaglianza.
Io possiedo la mia identità e la voglio mantenere come tale, non da accomunare ad altri… nella salvaguardia della mia identità. Così la regione,così la nazione. Unità d’Europa utile forse solo all’economia di chi ha i soldi per i grandi interessi è il grande traguardo che ci prospettano nell’utopia di una globalizzazizone del mondo che al contrario, nella sua quotidiana realtà, tende ogni giorno, ogni momento, ogni secondo, a subire divisioni separatismi, sempre più devastanti, reali, concreti, giustificati dalla salvaguardia di una propria, giusta, sonora ,concreta unica identità.

L’europa che si unisce in t.v. alla sola convenienza economica delle grandi industrie nella speranza di una pari lotta con il dollaro si sfalda in realtà giornalmente sempre più in ogni sua provincia, città, paese, comune, quartiere. La prospettiva di una offerta massificata per produrre denaro a pochi spero si fracassi contro la capacità del singolo di creare, diversificare, costruire soluzioni uniche, sincere e non solo votate al dio "denaro". La creazione di un’Europa unita data al popolino dai politici è utile solo a giustificare il continuo imbastire di teoremi, congressi, dibattiti alle spalle di chi realmente produce.
La massa di culi che scalda le sedie all’europarlamento, al parlamento ai comuni, è il concreto assemblaggio della bieca politica che aumenta sempre più la corsa a posti di prestigio super pagati sotto la bandiera del qualunquismo mascherato da interesse di parte mistificato da sacrificio a favore della comunità, parassita in realtà di chi realmente lavora. E’ chiaro che fino a che ci sarà l’offerta di tali posti di privilegio si manterrà attiva la corsa a coprirlo anche da persone oneste che non si chiamano "Giocondor".
In un’Europa dove l’Inghilterra subisce scissioni a favore dell’Irlanda, i paesi nordici se ne fottono dell’unità europea, la Cecoslovacchia è "ceco" e, "Slovacchia", la Yugoslavia è massacrata da divisioni etniche, l’Italia ha un Bossi che preme su di una padania? libera che non esiste, il mio vicino mi guarda male se compro la macchina nuova e i forlivesi maledicono sulle strade le targhe di chi non è del loro paese si continua a volerci far credere ad un’unità dei popoli.
Uno strafottente disinteresse è il reale concreto puntello di chi è costretto dalla bieca politica e difendere i propri interessi fottendosene di quelli degli altri e coltivando il proprio giardino in "primis".
L’individualismo è il futuro del mondo… nell’individualismo stà tutto ciò che di buono si può ancora fare visto che poi il denaro regola il resto. L’individualismo, l’interesse personale avanzano prepotentemente forse nel bene, forse nel male e l’esperienza insegna che nulla è meno chiaro e sicuro di qualcosa in comune con altri.
Quel che e mio è mio e voi se volete qualcosa dovete guadagnarvelo…!
Onoriamo di citazione anche la " famiglia" che è fulcro dell’unità del mondo. Questa si sta sfaldando sta morendo sotto i colpi del consumismo che divora tutto, si infrange, si annulla nel cuore, nell’anima costringendo le donne e le mamme a lavorare a discapito della famiglia. Uno stato civile dovrebbe sostenerle perchè adeguatamente a casa curino ciò che da sempre la donna ha curato e serve al futuro più di ogni cosa: i figli.
Figli che invece mancano perché le donne ora alla pari con gli uomini non sono più tali ma sono ,manager… avvocati… commercialisti perdendo un’identità che fino ad oggi ha cresciuto il mondo con il sacrificio che molti più non conoscono e che dovrebbe tornare di moda per dare valore ed unità ai popoli alle famiglie stesse.
I figli generazioni che saranno, si spera, il nostro futuro… il futuro del mondo rischiano di perdersi… di non sapere a che padre e o madre rivolgersi.


Gianluca Missiroli

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