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I novant’anni di Indro Montanelli

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I novant’anni di Indro Montanelli


22 Aprile: compleanno di Montanelli. E’ stato detto di tutto su questo Grande Vecchio del giornalismo italiano, questo pezzo di storia d’Italia, questo monumento nazionale: anche chi lo attaccava quotidianamente negli anni di piombo, ora lo riverisce e lo ammira, si scatenano agiografi e televisioni per un ex-reietto della carta stampata. La nuova sinistra vede come un modello l’ex-direttore del "Giornale nuovo", colui che aveva osato dar vita a un quotidiano moderato in un periodo, il decennio 1970-1980, in cui l’Italia si era svegliata rivoluzionaria e barricadera.
Per fortuna: significa che sono caduti gli steccati dell’odio frontale tra opposte barricate, e anche il nostro leone di Fucecchio può accostarsi a Prodi e all’Ulivo rimanendo sé stesso, senza rinnegare nulla delle sue idealità, del suo carattere ringhioso e anarchico – seppur di destra.
Mario Cervi ha scritto che i progressisti hanno "monumentalizzato" Montanelli per "neutralizzarlo". Forse era vero nel 1986…non so se possa essere vero ancora oggi. Io spero questa passione per un antico nemico voglia dire che i tempi sono cambiati, che, semplicemente, la "guerra ideologica" è finita, si è consumata in troppi scontri, troppe lotte, troppi cortei, troppi slogan negli anni delle generazioni prima della nostra.
Non so se quel "toscanaccio" si trovi completamente a suo agio coi tappeti rossi e i petali di rosa sparsi al suo passaggio. Lui che era abituato alla guerra, fin da giovanissimo, volontario in Abissinia nel 1935, in seguito inviato per il "Corriere" in Finlandia e in tutti i fronti della seconda guerra mondiale. Lui fascista della prima ora, e poi disgustato dalla grettezza del regime, come tanti universitari dell’epoca; lui perseguitato politico, condannato a morte dai nazisti e salvato da un mezzo miracolo (forse chi ha visto la morte da vicino vive più a lungo!)
Lui amico di Longanesi, di Prezzolini; lui che ha sfidato il clima di un’epoca abbandonando il "Corriere della Sera" e fondando "Il Giornale"; lui che ha rifiutato la carica di senatore a vita; lui che ha detto "turatevi il naso e votate DC" nel 1976, ed è stato per questo insultato e disprezzato per anni…
Chissà se adesso riesce ad abituarsi all’ammirazione, lui assuefatto all’isolamento, all’affetto di gruppi ridotti e fedelissimi che sventolavano il quotidiano da lui diretto come una bandiera.
Lo so, non ho nessun titolo per unirmi al coro degli auguri e degli elogi; eppure, voglio aggiungere anche la mia piccola voce per festeggiare questo secolo di storia d’Italia, riassunto in molte rughe e in occhi che non potrebbero essere più penetranti e più vivi.
Buon compleanno, Indro.


Lorenza Ceriati

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