"Shakespeare In Love"
Ultimamente ho avuto il piacere di partecipare a diverse "prime" di film1, prima della loro uscita effettiva nelle sale cinematografiche. Venutone a conoscenza il nostro bene amato capo-redattore mi ha consigliato6 di sfruttare quest’occasione e di scrivere un articolo. Tra i tanti ho deciso di scrivere di "Shakespeare In Love", film che ha già vinto 3 Golden Globe2 ed è stato candidato a ben 13 ambitissime statuette Oscar3.
Passando alla trama del film, questi è ambientato nella Londra del 1593. A quel tempo v’erano due teatri The Curtain e The Rose che erano però stati chiusi causa la peste. Il protagonista di questo film, William Shakespeare7 è preso da una crisi: ha il famoso "blocco dello scrittore", ha perso la sua musa ispiratrice e si fa visitare da un mago della psiche… Tutto questo finché non conosce un’aristocratica di nome Viola de Lesseps, promessa ad un altro con beneplacito della Regina Elisabetta8 I. Come vedete il regista John Madden approfitta del vuoto di notizie di questo periodo su Shakespeare per tessere la sua trama. Ma a differenza del Romeo9 e Giulietta, dove la storia era si svolgeva nella Miami dei nostri giorni, questo film è ambientato come già detto nel XVI secolo, dove appariranno, seppure celati nei costumi del tempo, usanze della vita odierna10. E spesso da questa trovata nascono degli elementi comico-umoristici che attualizzano questo film, che rimane pur sempre un film romantico con la R maiuscola (Romantico, già)! Ma v’è anche qualche forzatura che s’incontra all’inizio del film: William11 Shakespeare, già divorziato da sua moglie (con figlio) che fa il donnaiolo12. Madden questo lo sa ed è per questo che il film è ambientato nel periodo oscuro di W.S., cioè 4 anni prima dell’uscita del Romeo e Giulietta. Nel film dunque si ritrovano tutti i personaggi di quell’epoca: lo scrittore Christoper Marlowe4 che consiglia di lasciar perdere i pirati e d’incentrare il suo prossimo pezzo teatrale sulla storia d’amore di due ragazzi contrastato dalle loro famiglie; Viola de Lesseps, che ama il teatro e che si vestirà da uomo pur di recitare13 ed entrare a far parte nel "Romeo e Giulietta" e che s’innamorerà14 proprio di Will; la regina Elisabetta15, autoritaria, regale, stanca di essere la padrona dei destini del suo popolo e quindi sempre in cerca di qualcosa che l’entusiasmi nei teatri londinesi; impresari spiantati come Philip Henslowe16, per il quale «tutto è un mistero»… Tutta questa intricata sarabanda di personaggi fa naturalmente da contorno alla vera storia di amore tra Will e Viola che piano piano si mischia alla storia che noi tutti conosciamo, quella di Romeo e Giulietta. Molti sono i punti di contatto tra le due vicende: a partire dalla "balia" della donna per finire alle assonanze18 dei dialoghi tra i due innamorati, che il Bardo metterà poi nel "Romeo e Giulietta". Ma non è solo qui che gli sceneggiatori5 sembrano riuscire a mischiare le carte e a fondere finzione filmica con il dramma scritto19. Dicevo non è solo questa fusione dell’anima di Hollywood e quella del dramma di Shakespeare, questa continua citazione nella citazione che rende il film così avvincente. Come detto qualche riga più sopra, Madden è riuscito a fondere qualcosa della vita di ogni giorno nella Londra del quasi 1600. Altro esempio chiarificatore è la scena dell’ "inseguimento20 con le barche" o ancora del barcaiolo che sa tutto del travestimento dell’aristocratica Viola e che tenta, dopo essersi aggraziato Will rivelandogli la vera identità del cugino21 di Viola di sfondare nel teatro proponendo un suo scritto al Poeta, che in quel momento era passeggero della sua barca22. Insomma tutte scene straviste nei film attuali, che assumono però un altro gusto, calate nella vicenda a cui lo spettatore assiste: ok quello è Shakespeare, ma al momento è un ragazzo come tutti gli altri che ha preso una sbandata per una ragazza e che tenta in tutti i modi di conquistare. Lo vedrete disperato confidarsi con il cugino di Viola, lo vedrete nel fango, nella disperazione più nera, inginocchiato in chiesa che chiede perdono a Dio, quando scopre che un suo "mascheramento" è la causa dell’uccisione del suo amico23/scrittore. Lo vedrete insomma come una persona qualunque, normale come un ragazzo dei nostri giorni, che tenta in tutti i modi di vivere quello che non era riuscito a trovare né dalla ex-moglie, né tantomeno dalle mille avventure amorose precedenti: l’amore. Come si dice ne "I due gentiluomini di Verona" nei versi24 dedicati a Silvia:
non c’è musica per me nell’usignolo;
se di giorno non contemplo Silvia,
non c’è giorno per me da contemplare.
Lei è la mia essenza, ed io più non sono
se la sua provvida influenza non mi sorregge,
illumina, inonda, tiene in vita.»
Mai parole furono più calzanti in questo caso per descrivere l’animo di Will nel film che che fa procedere l’intera storia.
Parlando del cast che dire: tutti "stanno" nel personaggio interpretato e una "riprova" (?) la si potrebbe avere dal fatto che, a parte la categoria per miglior attore protagonista25, nelle altre 3 categorie per i migliori interpreti compaiono candidati ad un Oscar ben 3 attori26 di questo film.Una cosa che mi chiedo: conta veramente vincere un premio per giudicare bello un film o bravo un attore? Beh, no, non ci credo proprio. Insomma vorreste dire che un film non è bello se non vince un Oscar o ottiene una nomination? E allora Trainspotting? Mi viene in mente il discorso che fa Brad Pitt ne "L’esercito delle 12 scimmie", dove in un delirio schizofrenico fa un’acuta analisi della società consumistica di fine millennio27. Inoltre, come diceva un famoso personaggio di un altrettanto celebre film28: « … meglio pensare con la propria testa se no rischierebbe di annoverare tra le vittime i nostri cuori e le nostre anime». Per cui, se avete un briciolo di sana incoscienza e/o un cuore che batte e/o un cervello con un qualche neurone in/sano29 vi consiglio questo film. Prima che si vizi vincendo Oscar. Lo amerete
Giovanni Strammiello
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Anteprima de
«Se di notte non sono accanto a Silvia,
«come il contagio e la sua cura».
E per questo ringrazio colui che me ne ha dato la possibilità: Andrea Marini e lo staff della Gazzetta di Modena.
uno per la migliore attrice (Gwyneth Paltrow), uno per la sceneggiatura e uno per migliore film
per molte categorie che non mi prenderò la briga di citare!
autore di Tamerlano, de "La tragica storia del dottor Faust", de "La strage di Parigi"
Marc Norman e Tom Stoppard
tutti voi sapete come fa…
Joseph Fiennes
Judi Dench
bellissimo film di Luhrmann con Leonardo DiCaprio e Claire Danes
Per farvi capire quel che intendo, c’è la scena dello psicologo ante-litteram che, durante una seduta, chiede al Poeta (che nel film, è ancora un giovane scrittore/attore che promette una sua commedia "Romeo e Ethel, la figlia del pirata" a più impresari per incassarne gli anticipi e sbarcare il lunario) se anche la sua vita sessuale risente di questo blocco
che nel film viene chiamato "Will", proprio per far sì che lo spettatore perda quella sensazione di imponenza che il personaggio di Shakespeare si è guadagnato con le sue opere e lo possa trattare come una persona normale…
sembra appurato invece che nella sua vita reale egli cominciasse a preferire gli uomini…
questo perché le leggi di allora vietavano alle donne un simile "mestiere"
pensate un po’… il suo datore di lavoro… più attuale di così!
interpretata da Judi Dench
quello che commissiona a Will un’improbabile commedia dal titolo "Romeo e Ethel, la figlia del pirata", interpretato da Geoffrey Rush, famoso attore di "Shine".
dalle romantiche battute al balcone a quelli della camera da letto a quelli romantici del risveglio volti all’intrattenersi ancora tra le braccia della propria amata, dopo la prima notte di amore tra Will e Viola – anche questo contrapposto a quello presente nel Romeo e Giulietta, con solo diversi animali.
che in realtà all’inizio doveva essere una commedia: Romeo e Ethel… ricordate? Anche qui un ulteriore sberleffo che gli sceneggiatori si fanno del potere costituito: ovvero che alla fine non sono i soldi ad ottenere il successo, ma le idee dello scrittore. Almeno questo era quello che succedeva un tempo…
classica rilettura hollywoodiana di un inseguimento tra automobili in una caotica New York
che è Viola stessa…
scusate se mi ripeto, ma anche questa è una rilettura della classica scena hollywoodiana della persona che vuole "sfondare" grazie ad un fortuito incontro con il suo autore di romanzi preferito – scena che si potrebbe trovare in un film di W. Allen.
Christoper Marlowe, di cui vi ho accennato brevemente prima, ucciso in una taverna misteriosamente
che nel film stesso conquistano il cuore della protagonista Viola
Joseph Fiennes inizierà a soffrire della sindrome di DiCaprio, disertando la notte degli Oscar? Mah, sicuramente una parte della colpa sarà da imputare a Benigni… A titolo di cronaca ricordo che J. Fiennes compare anche nell’altro film nominato agli Oscar, Elizabeth. Due occasioni sprecate?
da Gwyneth Paltrow, l’aristocratica Viola, a Judi Dench, la Regina Elisabetta, all’impresario spiantato, Geoffery Rush
ripresa in parte anche all’inizio del film di Danny Boyle
che non ha vinto Oscar
dimodoché penso che il 98% del lettorato di Kult vi rientri, io sicuramente per primo…