Lunedì 1° marzo alla Multisala 9001 di Cavriago (RE) si è svolta una "serata d’onore" a favore di "Chicco" Salimbeni, uno dei più promettenti attori italiani, nonché fra i protagonisti di "Radiofreccia", la pellicola di Luciano Ligabue.
Enrico "Chicco" Salimbeni è nato a Castelnovo né Monti il 2 febbraio 1965.
Dopo un’esperienza con il Centro Universitario Teatrale di Parma, esordisce nel serial televisivo "È proibito ballare" di Pupi Avati. Da allora ha recitato in numerosi film e cortometraggi: "Le voci della Luna" di Federico Fellini, "Ragazzi Nervosi" di Anselmo Sebastiani, "I divertimenti della vita privata" di Cristina Comencini, "Spareggio con l’assassino" di Gianni Lepre, "L’Amore di Rada" di Guido Tosi, "Abissinia" di Francesco Martinotti, "Camerieri" di Leone Pompucci, "Il cielo è sempre più blu" di Antonello Grimaldi, "Vent’anni dopo" di Ivano de Matteo, "Estate in città" di Davide Ferrario2, "Artemisia" di Agnèse Merlet e "Radiofreccia" di Luciano Ligabue.
Alla professione di attore alterna anche quella di autore e regista di spot pubblicitari e cortometraggi, tra i quali "La travagliata storia di un uomo tranquillo come Palombo" e "Dobra Sgnobra", presentato durante la serata.
Ed è proprio con questo corto del 1996 che Salimbeni ha vinto il Festival Cortinametraggi e il Cortoimolafestival, ed è stato ora chiamato a partecipare ad un festival a Los Angeles. Girato totalmente nella montagna reggiana, intorno a Castelnovo né Monti, si è avvalso di numerosi attori non professionisti, reclutati fra i suoi paesani e amici.
Il corto è strutturato come uno spot3 pubblicitario di una merendina al cioccolato, "Dobra Sgnobra" appunto, che ha come caratteristica principale di essere a forma di escremento. Utilizzando anche un linguaggio fatto di termini inventati e dialetti della montagna, risulta essere estremamente ironico e divertente, ma in maniera intelligente, con argomenti che richiamano drammaticamente l’attualità, come il conflitto nei Balcani.
Nel prosieguo della serata sono stati proiettati anche il corto di Davide Ferrario "Estate in città", ed il film "Abissinia" di Francesco Martinotti, di cui Salimbeni è, in entrambi, il protagonista.
Vincitore del David di Donatello e presentato alla Semaine de la Critique al Festival di Cannes 1993 ( i giornali francesi parlarono di "Enrico Salimbeni, una révelation de cè festival de Cannes"), "Abissinia" è un noir romagnolo, ambientato in uno strano ristorante alle porte di Rimini, in una landa desolata e afosa denominata Abissinia; una rilettura di "Ossessione" e di "Il postino suona sempre due volte" di cui Chicco è protagonista insieme a Milena Vukotic, Mario Adorf, Luca Zingaretti e Grazya Szapolowska (la musa del cinema polacco, già protagonista di "Non desiderare la donna d’altri" di Kieslowski).
La serata è stata soprattutto l’occasione per conversare con l’attore reggiano, in un’atmosfera estremamente familiare (presenti anche i genitori di Chicco insieme a tantissimi amici), il tutto coordinato dal critico cinematografico Paolo Vecchi, amico e suo estimatore.
Salimbeni ha parlato dei suoi esordi cinematografici, del cambiamento di ambiente e vita, dalle sue montagne a Roma (città che ama estremamente), del mondo cinematografico e dei suoi colleghi.
Ha ribadito l’affetto che lo lega a Luciano Ligabue, con cui si è trovato benissimo lavorando a "Radiofreccia", e a Paolo Villaggio, con cui ha girato il film "Camerieri" e i famosi spot della "Vecchia Romagna", ricordati bene per gli scapaccioni presi. Deluso da un punto di vista umano da Nanni Moretti, poco rispettoso a suo parere delle persone con cui lavora, c’è stata anche l’occasione per avere delle dritte sul nuovo film di Ferrario, in cui Salimbeni non ha accettato una parte perché secondo lui troppo pornografico (è un film sulla storia di Moana Pozzi).
Ha ribadito anche l’estrema ammirazione che ha per il cinema di Kusturica (ma chi è che oggi non ne ha), suo punto di riferimento come regista, anche se ritiene i suoi primi lavori discutibili.
Alla domanda "progetti per il futuro" ha parlato del suo desiderio di lavorare per la pubblicità, come regista di spot, però giocati in maniera ironica come nell’esempio di "Dobra Sgnobra", per poter esprimere un cinema affine a quello del regista serbo. L’istrionico Salimbeni si è dimostrato estremamente disponibile a rispondere a qualsiasi tipo di domanda, non disdegnando tuffi nella propria vita privata e rivelando una personalità istintiva e solare, ma estremamente decisa e con le idee molto chiare sulla sua carriera nel mondo cinematografico.
Unico rammarico della serata, il pessimo audio del film "Abissinia", non imputabile alla sala, ma alla discutibile qualità della pellicola; rammarico condiviso, per altro, dallo stesso Salimbeni.
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SALIMBENI LIVE (ovvero come scoprire un attore italiano)
Andrea Leonardi
Resa celebre a tutti i cinefili per l’omaggio che Daniele Segre ha fatto alla storia di questo cinema. Il mediometraggio Parèven furmighi (Sembravano formiche) è stato accolto con successo ad una recente edizione del Festival di Venezia, dove erano presenti gli artefici della realizzazione, ora anziani.
Esploso col fortunato Tutti giù per terra.
Salimbeni è stato anche il protagonista di uno spot vero, quello in cui prendeva una sberla da Villaggio per non avere saputo riconoscere la Vecchia Romagna.