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Karma To Burn – Almost Heathen

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Karma To Burn – Almost Heathen

I tre ragazzi della West Virginia sono tornati. A due anni di distanza da Wild Wonderful Purgatory riprendono il filo là dove l’avevano interrotto, ovvero ironizzando sui più noti slogan del loro stato natale ("Wild Wonderful West Virginia" e "Almost Heaven", rispettivamente) e registrando musica dura e rigorosamente strumentale.
Quando il cantante Jim Jarosz venne allontanato dal gruppo dopo la pubblicazione dell’album d’esordio, i Karma To Burn non pensarono nemmeno per un istante di sostituirlo. Considerando l’impatto strumentale più che sufficiente a veicolare la loro vena artistica, hanno sempre guardato ai vocals come un aggiunta sostanzialmente superflua, e si sono andati ad inserire nel solco della tradizione del rock strumentale, nonostante l’iniziale perplessità della casa discografica. Ma, sia detto onestamente, non è certo stata questa scelta originale a privarli di qualche eclatante successo commerciale: cantata o meno, la loro musica si mantiene comunque lontana anni luce da tutto ciò che fa classifica…
Questo Almost Heathen offre ahimè un’altra occasione di rammaricarsi a causa della svolta operata a livello musicale dai tre già all’altezza del precedente disco. Originariamente intrisa di psichedelia cupa e minacciosa, la produzione del gruppo è poi virata verso uno stoner strumentale massiccio ma meno variegato, che qui viene ribadito ulteriormente. Pur conservando una potenza invidiabile ed un orecchio più raffinato di quanto si potrebbe immaginare, attestato da certe accattivanti soluzioni a livello di riff e ritmica, gli attuali Karma To Burn hanno in buona parte perso quella vena sulfurea ed apocalittica che caratterizzava gli scenari musicali dell’esordio. Quello si gustava e si assaporava nei dettagli, Almost Heathen invece si trangugia tutto in un colpo. Ad uniformare l’insieme peraltro provvede sottilmente anche l’abitudine della band, affermatasi nel precedente album, di non perdere tempo a cercare titoli per i brani: questi vengono contrassegnati da un semplice numero, spersonalizzati in un contesto che attribuisce più importanza al lavoro nel suo complesso piuttosto che alle singole canzoni.
Il bello dei Karma To Burn è che sono esattamente quello che sembrano: tre ragazzotti di provincia cresciuti in un’area depressa, che amano bere birra ed alzare il volume degli amplificatori. La loro musica li rispecchia alla perfezione: solida, distorta, priva di fronzoli e di svolazzi melodici. Non ci si trova niente di meno ma neppure niente di più di quanto sia lecito attendersi. Non saranno certamente loro a riscrivere la storia del rock, ma questo poco importa nel momento in cui inserite il CD nel lettore e vi preparate a cinquanta minuti di sano e rigenerante frastuono…


Fabrizio Claudio Marcon

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