Il primo lavoro da fare, anche per fornire al lettore un’idea precisa del taglio che si intende dare alla rubrica è affrontare l’argomento gioco da entrambi i versanti, del giocatore in carne ed ossa e del giocatore informatico (che – ricordiamo – non è un programmatore che gioca a scacchi…). E’ necessario fare alcuni distinguo rispetto a ciò che si trova in commercio e quanto circola sulla rete. I giochi di scacchi su computer alla portata del grande pubblico hanno iniziato a diffondersi verso gli inizi degli anni ottanta; si trattava di programmi che giravano direttamente su scacchiere di vario tipo escludendo i software messi a punto per utilizzare i grandi cervelli elettronici dell’epoca. Non che i giocatori di scacchi elettronici fossero proprio a buon mercato, ma c’era il gusto della novità e non furono pochi gli scacchisti che scelsero di investire un intero stipendio in una scacchiera elettronica (col vantaggio di poter giocare anche contro altri umani) anziché cimentarsi col mitico pc o ancora prima col leggendario C64.
Il panorama è significativamente mutato e le differenze si manifestano essenzialmente per quanto riguarda le possibilità di gioco; troviamo in commercio numerosi programmi di alta qualità che girano direttamente su pc (dalla dinastia dei vari Chessmaster a Fritz a Virtual Chess) e molti tipi di scacchiere che uniscono il fascino dell’oggetto vero e proprio con la possibilità di interfacciarsi direttamente al computer riuscendo a dare la sensazione di affrontare un vero e proprio giocatore.
Fin qui abbiamo visibilità degli aspetti più convenzionali del gioco con i suoi risvolti informatici; si tratta della parte in qualche modo istituzionale, ufficializzata verso l’utente-tipo. A grandi linee potremo dire che ci si avvicina agli scacchi elettronici acquistando o procurandosi in qualche modo un gioco "conosciuto", si esplorano le possibilità, lo si utilizza per imparare, per allenarsi, per fare partite in ufficio, a casa e in luoghi dove solitamente è impossibile.
Anche solo con questi presupposti oggi le possibilità sono ancora più ampie grazie a piccoli accorgimenti ormai ampiamente diffusi. Ad esempio con Virtual Chess II è sufficiente disporre di una connessione internet per essere in grado di giocare con un opponente umano, un amico che sta in qualsiasi parte del globo, con la stessa facilità con cui è possibile chattare oppure discutere con netmeeting.
Facciamo un piccolo passo indietro e vediamo il parallelismo che anche solo intuitivamente è possibile prevedere; utilizzare programmi di gioco diffusi commercialmente a costi ormai abbordabili per scontrarsi con la macchina pensante oppure con amici vicini e lontani, utilizzare la posta elettronica per giocare partite che possono anche durare mesi, meditando le mosse, studiando l’avversario, cercando di comprenderne la strategia, proprio come poco più di un ventennio fa potevamo fare utilizzando il più tradizionale servizio postale. Ma allora lasciando spazio alla fantasia possiamo immaginare che sarà anche possibile virtualizzare il circolo di scacchi, le discussioni specializzate (esisteranno dei news site appositi…) chattare con scacchisti e chi più ne ha più ne metta.
Preparatevi perché state per trovarvi di fronte a qualcosa di inaspettato.
Enrico Miglino
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