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Intervista a Enrico Di Stefano

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Intervista a Enrico Di Stefano
(terzo classificato)

Ciao e complimenti per la tua terza posizione nel concorso per letteratura minimale A-DNA, indetto dalla nostra rivista. Puoi presentarti ai lettori raccontando chi è Enrico Di Stefano e cosa fai nella vita?

Ho 38 anni e vivo a San Gregorio di Catania, un tranquillo paesino etneo. Sono sposato con Eugenia, grande compagna e cuoca di prim’ordine, e genitore di Beatrice, una bimba sbarazzina ed affettuosa di 7 anni. Insegno Matematica e Scienze Naturali in una scuola media. E’ un lavoro che amo perchè mi consente di confrontarmi con persone molto giovani, vitali e, in genere, libere da molti dei pregiudizi che affliggono noi adulti. Ho una grande passione: il Fantastico. Mi interesso di letteratura, cinema, fumetti e cartoons di fantascienza, fantasy e horror. In particolare, quello per la SF è un amore nato quando ero bambino, alla fine degli anni ’60, e che non si è mai esaurito.

Come sei venuto a conoscenza del nostro concorso?

Attraverso il Corriere della Fantascienza, del quale non perdo un numero.

Cosa ti ha spinto a partecipare? Il tema, la possibilità di essere pubblicato in formato elettronico, il premio in software, il fatto che non ci fosse una tassa d’iscrizione?

Mi piace molto la formula di OttoKappaOMeno, così agile. Inoltre, è assai stimolante la possibilità di essere inseriti in una pubblicazione elettronica diffusa sulla rete.

Come è nato U Boot 3157? Quanto tempo ti ha portato via la stesura?

Nasce dalla mia passione (proprio così: eccone un’altra) per la Storia. Mi interesso soprattutto dell’Antica Roma e del Medioevo, ma ho letto parecchio anche sulla Seconda Guerra Mondiale. U Boot 3157 fa parte di una trilogia di racconti, che ho scritto negli ultimi mesi, il cui denominatore comune è il crepuscolo del nazismo. La stesura ha richiesto non più di tre giorni, compresa la correzione degli inevitabili strafalcioni.

Hai avuto più "difficoltà" per il limite degli 8192 caratteri o per il vincolo sul tema? E come classifichi il tuo racconto (horror, fantascienza…)?

Nessuna difficoltà, il racconto si è "scritto da solo". Voglio dire che quando mi sembra di avere in testa una buona storia, che regge ed ha un ritmo soddisfacente, non faccio assolutamente fatica a scriverla. U Boot 3157 è un racconto di fantascienza, o per meglio dire un fantahorror (comunque piuttosto soft).

Conosci qualcuno degli altri partecipanti o hai già letto qualcosa di qualcuno di loro? Hai dato una scorsa alle altre opere e se sì quali ti hanno colpito in qualche modo?

In passato avevo già letto ed apprezzato i racconti scritti da alcuni dei finalisti. I lavori costituenti A-DNA mi sembrano tutti molto validi, direi che la giuria ha lavorato bene. Mi è piaciuto in modo particolare il racconto di Federico Malavasi.

Cosa ne pensi dei giudizi dei giurati e del loro "stile" assolutamente variegato? E cosa ne pensi del fatto che essi abbiano ricevuto tutti i racconti insieme e SENZA nessuna indicazione sugli autori?

Mi sembra che la giuria sia composta da persone piuttosto competenti. E’ naturale che i giudizi siano variegati, un racconto è pur sempre un opera che suscita sensazioni diverse in ciascun lettore. Lo stile brusco di alcuni (non vorrei essere frainteso) è irresistibile: leggendo certi giudizi non ho potuto evitare un sorrisetto. La formula che prevede la presentazione anonima dei racconti ai giurati è sicuramente la migliore.

C’è qualche commento sul tuo racconto che ti è piaciuto particolarmente?

Li ho graditi tutti, anche i meno favorevoli. Io stesso non sono particolarmente benevolo nei confronti delle cose che scrivo.

E ce n’è uno che invece ti ha messo in difficoltà?

No.

Qualcuno ha avvicinato la trama del tuo racconto allo stile di X-Files…

Non mi sono ispirato a nessuna opera letteraria, cinematografica o televisiva in particolare. Però è anche vero che chi scrive è in primo luogo un lettore ed uno spettatore di film e telefilm. Gli stimoli culturali, anche se non ce ne rendiamo conto, finiscono puntualmente per forgiare il nostro immaginario.

Hai qualche consiglio su come potremmo migliorare l’organizzazione della prossima edizione del nostro concorso? Che tema vorresti fosse trattato?

Sinceramente non saprei cosa suggerirvi, lasciatemi il tempo di pensarci un po’.

Cosa ne pensi dell’editoria elettronica e delle produzioni come quella di KULT Underground? Se non sbaglio tu collabori ad una fanzine cartacea dedicata alla fantascienza… cosa che immagino richieda una organizzazione piuttosto complessa. Che tipo di lettori avete?

Personalmente leggo molte riviste online: Delos, Continuum, Intercom, KULT Undergruond, Atlantis (è in lingua francese) ed altre. L’editoria elettronica rappresenta un futuro già iniziato. Penso che sulla carta, nei prossimi decenni, verranno stampate soltanto opere destinate a ben precisi segmenti di mercato: riviste d’arte, edizioni di lusso e così via. Per quanto riguarda Fondazione, fino ad oggi è apparso soltanto il n° 0 mentre a Gennaio verrà distribuito il n°1. Si tratta della classica fanzine su carta, in bianco e nero, di 24 pagine. Tratta di tutte le forme espressive della fantascienza e viene realizzata in 100 copie che vengono distribuite a persone residenti un po’ in tutta Italia (anche se la maggior parte dei lettori, ovviamente, è siciliana).Il lettore tipo appartiene allo zoccolo duro degli appassionati irriducibili di fantascienza.

Domanda "interessata": come sei in contatto con Fantascienza.Com (è lì che ho letto della tua rivista) che è sicuramente uno dei punto focale della fantascienza italiana on-line.

Il Corriere della Fantascienza, oltre ad informare circa le news dal mondo della SF, recensisce riviste e fanzine che vengono spedite in visione ai redattori. Ho inviato il n°0 di Fondazione a Silvio Sosio e da qui è scaturita l’incoraggiante recensione apparsa su Fantascienza.com. Ho avuto modo, negli ultimi anni, di conoscere personalmente alcuni dei redattori di Delos. Mi sono sembrati molto disponibili e sempre pronti a promuovere la diffusione della fantascienza.

Grazie per il tempo che ci hai dedicato… e sappi che a noi farebbe piacere se ti capitasse di collaborare con la nostra rivista…

Grazie a voi… Collaborare con KULT Underground? Non chiedo di meglio! Tremate… tremate…
Ciao
Marco Giorgini

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