Parleremo di storie del sottosuolo. Attraverseremo la città con le ali ai piedi. Incontreremo gente imprevedibile di ogni razza. Parleremo con generazioni future. Poesia di ferro e cemento, movimenti veloci, adrenalina e paura; è la musica spontanea della materia che si incontra fra le pieghe dell’inconsueto. Sono placche plastiche, fibre di polimeri e carbonio, elementi inossidabili che stridono mordendo l’acciaio ingrigito dal tempo.
Sono storie metropolitane, storie dei mondi accanto in cui stiamo per entrare attraversando avventure girate in presa diretta; trafiggeranno i nostri occhi con ciò che realmente accade e sapranno affascinarci con le loro emozioni lucide di asfalto bagnato, pomeriggi grigi e freddi sole che scalda il cemento e le divise scure della polizia. Personaggi imprevisti sapranno gettare al vento luoghi comuni e pregiudizi. Ci stiamo muovendo allo scoperto.
Siamo nel 2001, un passato recente ha già segnato la strada così siamo adesso, di fronte a un cambiamento di cui siamo testimoni e con cui stiamo giocando muovendoci attraverso luoghi e persone che ci coesistono accanto. Mondi diversi si attraversano sulle stesse pedane dei bus, percorrendo le stesse strade, ignorandosi a vicenda. Ci serve l’educazione ad ascoltare qualcosa che è diverso da televisione e giornali, ballerine luccicanti e anchorman sponsorizzati. Non sono rumori o voci fuori campo, non soltanto ma gente di altrettanti pensieri, con perché e spiegazioni che possiamo raccogliere senza fatica. E senza fretta, continueranno a tirarci addosso la loro realtà.
Siamo in tempo reale. Il futuro è questo, non è ancora accaduto; a parte i ricordi, non avremo primavere finché non sarà primavera, a domani manca ancora un giorno, ci muoviamo cauti esplorando quest’oggi mentre la fantasia fa scorrere di fronte ai nostri occhi infinite possibilità da rincorrere.
Anch’io vorrei poter scrivere questa storia di getto, ma questa è solo una notte, dovranno accadere ancora altre cose, altri incontri ed altri passaggi.
Gli incontri sono casuali, sempre, altrimenti si tratta di appuntamenti. Il cammino del caso fa nascere un primo nucleo di fascino e diffidenza che avrà tutto il tempo necessario a consolidarsi. Il caso non commette mai scelte sbagliate.
Storie Metropolitane
Enrico Miglino