È in libreria dall’11 settembre e già sta contando straordinari successi. Si tratta de "L’ora del ritorno", ultimo capolavoro di Stefano Tassinari, edito da Marco Tropea. Protagonista è Eugenio Accorsi, anziano intellettuale comunista ed ex partigiano. La sua vita è strettamente legata ad un episodio che riemerge con ossessione dal suo passato. Durante la Resistenza, infatti, il gruppo di partigiani di cui faceva parte cadde in un’imboscata; lui fu l’unico sopravvissuto e questo lo costringe nel tempo a sopportare i sospetti dei compagni, a lottare contro il dubbio che la sua formazione partigiana sia stata tradita da alcuni dirigenti stalinisti.
Ma accanto a tale vicenda del protagonista si snodano, nel corso del racconto, storie di persone che apparentemente sono sconosciute, ma che in realtà rappresentano singoli e differenti stadi della crisi politica e morale della sinistra italiana: si passa così dal giovane dei centri sociali al giornalista ex appartenente e sostenitore del movimento, oramai passato ad un giornale di destra.
Ma non si tratta di storie a sé stanti, slegate; sono unite da un filo ben preciso, quella della concezione del tradimento. Scorrendo le pagine del romanzo ad una ad una scopriamo infatti alla fine che Eugenio Accorsi non solo è vittima del tradimento politico, ma anche di quello, forse ancora più tragico, tremendo e doloroso, affettivo e familiare. Sarà la figlia Luisa a rivelargli finalmente la verità sulla strage partigiana: la madre, poco prima di morire, le ha confessato di essere stata reclutata dal Partito Comunista con il compito di controllare l’uomo, di cui si sarebbe poi innamorata, proprio a causa della vicenda di cui era stato protagonista.
Ma i colpi di scena non sono finiti: Luisa conferma anche un sospetto terribile, quello del tradimento della dirigenza del partito.
Non è la prima opera scritta da Tassinari; l’autore ferrarese ha pubblicato il romanzo "All’idea che sopraggiunge", la raccolta di racconti "Ai soli distanti", con la quale è stato finalista al Premio Assisi nel ’95 e del Premio Ceppo Nicola Lisi nel ’96, ed il CD "Lettere dal fronte interno". Ma con questo straordinario libro ci tiene davvero col fiato sospeso sino all’ultima riga, affrontando per altro un tema il cui interesse dei lettori non scemerà mai, per la sua importanza e per la sua drammaticità, quello del movimento partigiano, dei milioni di morti di un passato difficile che, seppur solo di rifletto, ha lasciato dei segni in tutti noi.
Ma l’arte e l’abilità dell’autore si leggono nella sua capacità di legare con un filo rosso la storia italiana alla storia del personaggio: protagonista è in fondo Accorsi con il suo cuore, il suo animo, la sua mente e i suoi sentimenti. E solo là dove c’è tutto questo possono nascere la passione, l’emozione e il coinvolgimento del lettore.
Francesca Orlando
Quando il nostro cuore è legato a un’ossessione del passato