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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Novembre è il mese della pioggia, ma anche, sembra, delle creazione. Sono stata veramente sommersa di opere prime (prime ovviamente solo per la nostra rubrica), al punto da essere davvero in crisi sulle scelte da effettuare. Ho deciso di privilegiare le voci più nuove, fermo restando che gli autori storici di Kult torneranno prestissimo tra noi…ma c’è un universo da scoprire ed assaggiare, da Marco Milani con la sua struggente fantascienza, all’originalità delle liriche di Giancarlo Ferrigno e Oronzo Liuzzi, al genere "aforisma" introdotto da Biancus…ma potrei citare tanti altri nomi.
Prepariamoci quindi a passare un’ora diversa, girando qua e là per il sito e per le parole.

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Tra tante voci che popolano le nostre pagine, ce n’è una che, purtroppo, ci lascia; almeno temporaneamente, perchè spero (e chiedo pubblicamente al bravissimo Alessandro Zanardi) che Le avventure di Banedon, giunto all’ultimo capitolo del primo libro, possa avere presto un seguito. Il finale infatti è intriso d’angoscia, sospeso nell’inquietudine…raccomando quindi di non seguire il cattivo esempio della Rowlings che ci sta facendo penare il quinto "Harry Potter"….
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Goliardico, irriverente, sulla fansariga di certe riviste anni Settanta, arriva Giancarlo Ferrigno con la sua lirica dal significativo titolo Il dito-medio nell’occhio pittorico, titolo che è già una satira di per sé; e i versi sono strampalati, briosi, divertenti come una filastrocca surrealista.

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Un altro racconto a puntate, stavolta non ambientato in un fiabesco medioevo ma in un "futuro remoto", in una dimensione virtuale in cui si sovrappongono un fosco 2236 (ricordate?) e un tempo ancora più spostato in avanti, un tempo in cui l’attentato alle Torri Gemelle diventa materia per tesi storiche, in cui anche personaggi ambigui come l’intervistato trovano la loro dignità di testimoni…Tutto questo e molto di più si trova in 23adri, splendido esempio di fantascienza made Vittorio Baccelli. La conclusione a dicembre.

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Alzi la mano chi non ha mai chattato tra di voi (a parte me), e non si riconosce nell’originale Chat_bat_eva, in cui Oronzo Liuzzi mescola simboli grafici squisitamente "internettiani", nel puro gergo di un consumato navigatore, a sprazzi poetici improvvisi, freschi nella loro eternità.

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Non so se catalogare sempre come fantascienza anche La festa degli angeli, della new entry Marco Milani (autore che speriamo continui a collaborare con noi): nei temi e nelle atmosfere ricorda certi struggenti racconti di Buzzati, così come nel passaggio straniante dalla normalità della vita del giornalista a una vita impalpabile, che a tutti noi, forse, è possibile accedere, se solo ci perdiamo e ci ritroviamo in un paesino di campagna…

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Torna anche Nicola Vassallo, con la sua raccolta lirica Inquietudini, che qui raggiunge vette di raffinatezza quasi tortuosa, nella complessità delle immagini e dei versi che si rincorrono sapientemente in assonanze e dissonanze.

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E non è semplice neppure Emanuele Ravasi, con le sue tematiche filosofiche, i suoi racconti così chiari e limpidi nello stile quanto aperti nei significati: io vedo un contatto tra Punto di non ritorno e La festa degli angeli, ma espressi nel primo con stile più leggero, enigmatico, sospeso. Esistono, e si guardano allo specchio…sta a voi pensare chi, e come.

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L’aforisma è un genere nobile nella tradizione letteraria (si pensi a Oscar Wilde, a Nietzsche, al grande Ennio Flaiano tra gli italiani) quanto difficilissimo da maneggiare: racchiudere un mondo di significati in una frase non è da tutti. Anzi. Biancus, un’altra voce nuova per Kult, si cimenta in questo genere finora sconosciuto sulle nostre pagine (correggetemi se sbaglio); e lo fa con freschezza di toni e profondità d’ispirazione, attingendo anche ai grandi (come Pascal). Grazie, e onore al merito…

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Ho davvero finito, e non mi resta che ringraziarvi tutti per aver collaborato a Kult. Arrivederci a prestissimo

Lorenza Ceriati

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