Natale Versione 1.2 ®
Mi ero messo in caccia alcuni mesi fa. C’erano stati sfregi ad alcune note reliquie. Da un frammento della Vera Croce era stato grattato via il sangue che secondo la fede era del Cristo; fatto analogo era capitato in una chiesa, dove la credenza voleva che alcune pietre fossero macchiate dello stesso sangue. Gli eventi erano certo collegati e la polizia si era rivolta all’universo del satanismo. Gran parte delle sette sataniche sono poco più che bizzarri club, solo alcune vere e poco raccomandabili congreghe di adoratori del demonio e queste ultime sono poco accessibili. Grazie ai miei contatti potei assistere ad alcuni riti piuttosto inquietanti; non riuscii, però, ad avere informazioni sulle profanazioni. Era gente che amava vantarsi delle proprie imprese, quindi mi convinsi di essere fuori strada. Mi aiutò la fortuna. Ho un mio amico che ha una software house; ha lavorato con molte società di bioingegneria, anche negli Stati Uniti. Una sera che avevamo entrambi alzato il gomito, gli parlai della mia inutile ricerca. "Forte – mi disse – sembra la trama di un intrigo internazionale". "Già. Cosa diavolo uno può farsene di sangue vecchio di secoli?". "Mi fai venire un’idea bizzarra – mi disse – clonazione". "Clonazione? Tipo Jurassic park?" "Esatto. Non me ne intendo molto, ma lavorando con le società di bioingegneria si arriva a credere che per quei tizi nulla sia impossibile: è gente che non ha il senso della misura. Un paio di anni fa ho firmato un contratto, insieme con altri nostri partner informatici, con una di queste compagnie. Ci chiesero un programma per la gestione di sequenziatori automatici di geni – una specie di lavatrice che serve per rimontare il DNA – che fosse pure in grado di gestire un database con quattro milioni di registrazioni. Hanno voluto massima velocità di accesso e di lettura, gli costò un’esagerazione… ". "Chi potrebbe essere così pazzo da pensare di clonare Dio?!". "Io non di certo; ma, ti ripeto, quella gente è pazza: da quando ci sono riusciti con Dolly pensano di essere dei padreterni". "Potrebbe essere interessante indagare un po’". "Come si chiamava quella compagnia?" "Non so: fu un intermediario a gestire la cosa. Oltre a essere pazzi sono anche molto riservati". Ripresi la mia ricerca da un’altra angolazione: solo un cristiano poteva pensare di far rinascere Cristo; ovviamente uno con le rotelle giù di posto. Pensai subito a quelle ricche sette che si rifanno al cristianesimo, con molti soldi e pochi scrupoli. La Congregazione per il Nuovo Avvento predicava il ritorno di Cristo sulla terra e il giudizio universale entro pochi mesi. Il fatto che credessero l’intelligenza dell’uomo avrebbe riportato a terra il Signore, mi convinse di essere sulla buona strada. Per entrare nell’organizzazione ci volle un bel gruzzolo, poi sopportai strani riti iniziatici. Dopo qualche mese ci convocarono tutti al Tempio della Rinascita, scavato da qualche parte, qui in Terra Santa; mi attrezzai con una microcamera nascosta nella montatura degli occhiali. Ci accolse un Venerabile Maestro, avvolto in un saio e con un cappuccio a coprirgli il volto. Anche i fedeli avevano il volto coperto. Ci condusse a una sala climatizzata, in cui vari contenitori di acciaio inossidabile, alti circa un metro, erano allineati intorno a una grossa torre d’acciaio: dovevano essere i sequenziatori automatici di geni e quello al centro il supercomputer. "Eccoci. Qui tutto è iniziato. Se partendo dal sangue avessimo voluto trovare DNA di un uccello, ci sarebbe bastato cercare i suoi globuli rossi, che sono cellule col nucleo. Per l’uomo, invece, questo non è possibile: visto che i globuli rossi maturi espellono il nucleo, occorre cercare il DNA nei globuli bianchi, ma ce ne sono circa due ogni mille rossi. Per questo abbiamo dovuto recuperare più sangue possibile. Per più di un anno i nostri genetisti hanno lavorato per isolare il DNA giusto e per ripararlo: grazie alla Provvidenza, alla fine avevamo ricreato l’intero filamento. Eravamo pronti per la fase due, quella che tutti noi osserveremo, nel Sancta Sanctorum di questo Tempio. Tra meno di un’ora". "Bene" pensai: la mia ricerca era quasi finita, sarebbe stata una bomba. Ci fecero sedere su una gigantesca gradinata. A occhio pensai ci dovessero essere alcune migliaia di persone. Per assistere noi fedeli avevamo dovuto versare una generosa offerta. Attraverso una vetrata si poteva osservare ciò che avveniva nel Sancta Sanctorum, che era pieno di tavoli, monitor e grossi microscopi. Vari tecnici armeggiavano intorno a una finta mangiatoia che reggeva un complicato macchinario, simile a un’incubatrice. Il Venerabilissimo Decano dei Maestri entrò nel Sanctorum, con il suo seguito. "Fratelli – disse – questo è un gran giorno per l’umanità. L’uomo deve far fruttare i doni di Dio per innalzarsi verso di lui e accelerare la venuta del Regno. Questo – proseguì indicando con un gesto i macchinari nella sala – è il più avanzato prodotto dell’intelligenza umana e quindi viene da Dio. Con essa noi riporteremo Dio sulla terra, il Regno è vicino. Gli uomini lo hanno ucciso, i suoi fedeli lo faranno rinascere." Si avvicinò alla strana incubatrice. "abbiamo creato un utero artificiale, nove mesi fa. Tra qualche minuto, Egli nascerà". Sopra di noi c’erano due maxi schermi. Su uno di essi si vedeva, come in un’ecografia, un bambino pronto a nascere. Fino a quel momento credevo che si trattasse di una costosa pagliacciata, ma ora iniziavo a dubitarne. Certo, il bambino poteva essere benissimo frutto di una semplice fecondazione artificiale. Qualcosa dentro di me, però, non era convinto: quel bambino aveva qualcosa di così pacifico e un viso così profondo… potevano anche esserci riusciti. Ero davanti all’atto più blasfemo della storia: far nascere Dio! Pur avendo una formazione cattolica, non ero un praticante; in quel momento, però, mi accorsi di tremare. L’anfiteatro iniziò a riempirsi di incenso, in quantità tale da far bruciare gli occhi. "Voi siete come i pastori che giunsero a Betleem di Giuda al tempo di re Erode. Guardate lo schermo di sinistra!" la coda di una cometa riempì l’intero campo visivo. Poi la visuale cambiò, mostrando l’accesso del Tempio, dissimulato dietro antiche rovine, con il corpo celeste che scendeva verso di esso. L’emozione nella sala era al culmine. Nessuno pensava che l’immagine potesse essere truccata. I tecnici e i medici aspettavano un ordine del Decano. Controllai la microcamera: funzionava. Il Decano s’inginocchiò davanti all’incubatrice e così fecero gli altri Maestri, imitati da tutti noi. La cometa scese lentamente e si fermò perfettamente sopra di noi, in cielo. Era incredibile: doveva essere un trucco. "Nasci, Re dei Re!" cantilenò il Decano. I medici armeggiarono con l’incubatrice, pochi secondi dopo il bambino era in braccio a un’ostetrica. Piangeva. "Rendiamo omaggio" gridarono i Maestri all’unisono, sdraiandosi a terra. Pieno di gioia mi prostrai. Un boato ruppe le litanie e il Sancta Sanctorum fu scosso violentemente: calcinacci caddero dal soffitto, lo schermo di destra crollò sull’anfiteatro travolgendo i fedeli; l’altro schermo mostrò la cometa farsi sempre più grande e minacciosamente vicina. La folla, colta dal panico, si affrettò verso le uscite, calpestando chi si attardava. Sentii il Decano pregare, terrorizzato: "Signore, perché? Dove ho peccato?". A decine ci pigiammo contro una porta antipanico troppo stretta. La vetrata che separava l’anfiteatro dal Sanctorum esplose, mentre il luogo dove si era compiuto il miracolo fu avvolto da una luce e avvampo’ di fuoco azzurro. Il fumo invase anche l’anfiteatro. Sentì qualcuno lamentarsi "Ci siamo voluti sostituire a Lui e ora ci punisce". Nel pavimento si aprirono squarci da cui s’innalzarono lingue di fuoco. Quando riuscii a passare oltre la porta, lussandomi una spalla, corsi verso l’uscita senza pensare, finché con un nuovo boato tutto intorno a me crollò. Rimasi al buio, in un silenzio rotto solo da qualche gemito lontano. Poi i suoi uomini, colonnello, mi hanno estratto dalle macerie. Ma è sicuro che io sia l’unico superstite?
Gabriele Sorrentino