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Augsburg 1520

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gioco per 2-5 persone
Autore: Karsten Hartwig
Editore tedesco: Alea Spiele (www.aleaspiele.de)
Editore inglese: Rio Grande Games (www.riograndegames.com)
 
La figura del banchiere Jacob Fugger “campeggia” sul lato della scatola di questo gioco e ne ha fornito ispirazione (anche per il titolo, dato che ha vissuto nella città tedesca di Augusta intorno al 1500). Diciamo anche che possiamo concludere qui qualunque velleità “storica” dato che non è necessario conoscere nulla di questa ambientazione per apprezzare questo gioco; i suoi pregi si concretizzano non nella originalità di per sé (ormai i giochi basate su aste e gestione risorse sono varie centinaia) ma per il bilanciamento di tutti i suoi componenti.
Questo è il terzo gioco della serie “media” della Alea Spiele (alla quale appartengono anche “Louis XIV”, “Palazzo”, “Witch’s Brew” e “Alea iacta est”).
La scatola, di piccole dimensioni, contiene:
– una piccola plancia, con l’indicazione dei turni, una scala per il punteggio e le immagini di cinque  nobili,
– cinque plance, una per ogni giocatore,
– cinque segnapunti, un segnaturni e un indicatore per i nobili, tutti di legno,
– carte obbligazione (con l’immagine di un nobile, un numero da 1 a 17 e un valore),
– carte privilegio,
– segnalini denaro (monete d’oro), in cartoncino,
– tessere in cartoncino per i livelli nelle tre categorie (professioni, titoli, agenzie),
– tessere in cartoncino per chiese, cattedrali, armi e patenti di nobiltà.
I materiali sono buoni, anche se non avrebbe guastato un maggior spessore delle carte e dei segnalini in cartoncino. La grafica è discreta (le immagini si rifanno a dipinti dell’epoca). Ci sono molte scritte in lingua sui materiali, nulla di insuperabile, dato che sono informazioni visibili a tutti i giocatori e quindi è sufficiente che uno solo conosca la lingua della versione utilizzata.
All’inizio della partita ogni giocatore riceve una plancia, due jolly, 1500 monete e sette carte. Queste ultime possono essere conservate solo “acquistandole” pagando il loro prezzo (che è evidenziato anche sul dorso) con le monete che si possiedono. Quelle che non si vogliono acquistare finiscono nel mazzo degli scarti. I segnapunti vanno sullo zero e si può partire.
La partita si articola in un numero prefissato di turni (in base al numero dei giocatori). In ogni turno vengono fatte cinque aste (una per ogni nobile sulla plancia), chi vince l’asta può scegliere una delle carte privilegio ed attivarne due sui tre evidenziati.
Partiamo dall’asta, che viene fatta con le carte obbligazioni; in ogni asta si può puntare un certo numero di carte, solo del colore del nobile corrente, tranne che nella quinta asta, dove si possono usare tutti i colori. La particolarità di questo meccanismo di asta è che, oltre a rilanciare o passare, si può “vedere”, ovvero confermare il numero di carte che ha puntato il giocatore precedente. Nel caso in cui ci sia un solo giocatore rimasto, costui vince direttamente l’asta; se invece più di un giocatore arriva a “vedere” un certo numero di carte, ognuno di essi pone sul tavolo coperte quel numero di carte, e le scopre simultaneamente; l’asta viene vinta dal giocatore che ha tra le sue carte quella con il numero più alto. Il secondo giocatore riceve un bonus di 100 monete e il terzo di 50. In ogni caso solo il giocatore che ha vinto l’asta paga le carte alla banca; tutti gli altri conservano le carte che avevano puntato.
Ogni carta privilegio riporta tre privilegi, quando un giocatore vince un’asta sceglie una carta (ce ne sono cinque ogni turno) e attiva due privilegi su tre. Ci sono sei differenti privilegi:
– un certo numero di monete,
– un certo numero di carte,
– un certo numero di punti vittoria,
– l’incremento di un livello nelle professioni,
– l’incremento di un livello nei titoli,
– l’incremento di un livello nelle agenzie.
Incrementare un livello nelle tre categorie significa scegliere tra due possibilità:
– prendere il segnalino di livello successivo e piazzarlo sulla propria plancia,
– attivare uno dei privilegi disponibili al livello in cui si è attualmente.
Per “complicare” le cose, i segnalini dei livelli più alti sono disponibili in numero limitato, per cui se sono già stati assegnati tutti, un giocatore li può prendere dagli altri giocatori (che riceveranno a parziale indennizzo 100 monete o un punto vittoria).
Attivando invece i privilegi del livello, si possono fare le seguenti azioni:
1) Categoria professioni:
– prendere un segnalino tesoriere (che permetterà di ricevere una carta gratis a fine turno)
– prendere un segnalino costruttore (che permetterà di costruire una chiesa e una cattedrale),
– costruire una chiesa o un cattedrale (prendere il primo segnalino disponibile pagandone il prezzo).
2) Categoria titoli:
– prendere un arma (che darà un certo numero di punti vittoria a fine turno),
– prendere una patente di nobiltà ((che darà un certo numero di punti vittoria a fine turno).
3) Categoria agenzia:
– incassare 300 monete d’oro.
Costruire una chiesa o una cattedrale è importante poiché permette di superare due sbarramenti sulla traccia dei punti vittoria: non si possono superare 25 punti se non si ha una chiesa e 45 punti se non si ha una cattedrale.
Alla fine del turno ogni giocatore riceve delle “risorse” in base ai propri livelli correnti. La professione permette di ricevere un certo numero di carte (che, come all’inizio della partita, andranno acquistate); il titolo corrente darà un certo numero di punti vittoria e l’agenzia un certo valore in denaro. Dopo aver acquistato le carte, pagato l’importo e restituite le carte non acquistate, si riveleranno le cinque carte privilegio successive e si procederà con il prossimo turno, di nuovo con la fase delle aste.
Una volta completato l’ultimo turno viene dichiarato vincitore il giocatore che ha più punti vittoria: in caso di parità vince chi ha la cattedrale (o la chiesa, se nessuno ne possiede una) di valore più elevato.
Come ho anticipato, le particolarità di questo gioco sono due: il tipo di asta e gli sbarramenti sul punteggio; soprattutto il secondo fa sì che la strategia da adottare non sia quella di raccogliere il maggior numero di punti vittoria, ma di costruire chiesa e cattedrale nel momento più adatto, preparando e ottimizzando le risorse a disposizione. Il meccanismo di acquisizione delle carte, assieme a quello dell’asta, è pensato molto bene e ben equilibrato; con giocatori della stessa esperienza le partite sono tirate dalla prima all’ultima asta e non è raro dover ricorrere alla regola per rompere gli spareggi.
L’unico difetto di questo gioco potrebbe essere il fatto che le tessere più alte sono in numero limitato e quindi un giocatore deve decidere da quale altro giocatore prenderle quando le ottiene, privilegiando con la sua azione un avversario rispetto ad un altro: questo potrebbe portare a delle situazioni di “Kingmaking”, ovvero dove un giocatore decide, con le proprie azioni, a quale dei propri avversari va la vittoria; non è comunque un caso così frequente come in altri giochi. La fortuna della pesca delle carte è bilanciata dal fatto che vanno comunque acquistate, ed avere carte dal valore elevato può non essere un vantaggio (la vittoria in un’asta viene assegnata al maggior numero di carte, per cui due carte basse battono una carta alta).
In conclusione, Augsburg è un ottimo prodotto, tutti i suoi componenti sono ben studiati ed amalgamati in modo coerente; nonostante le apparenti limitazioni delle possibilità a disposizione si rivela sufficientemente vario per sostenere un buon numero partite. Una partita non dura più di un’ora e scala molto bene da due a cinque giocatori (e non sono molti i giochi che, come questo, rendono sensata un’asta tra due giocatori); è un titolo recente e la reperibilità è ancora buona, e se ci si accontenta della versione in tedesco il prezzo è molto vantaggioso.

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